Sesoldi, 400 gare nell’Use: "Un sogno, altro che Nba"

Il capitano ha indossato la maglia biancorossa a 6 anni e non l’ha più tolta "Per me questo club è casa e famiglia. E ogni volta rimango senza fiato".

1 febbraio 2024
Sesoldi, 400 gare nell’Use: "Un sogno, altro che Nba"

Sesoldi, 400 gare nell’Use: "Un sogno, altro che Nba"

"In molti sognano l’Nba, ma il mio è sempre stato quello di vestire la maglia dell’Use". Con queste parole ha esordito Daniele Sesoldi, capitano dell’Use Computer Gross che nell’ultima partita vinta a La Spezia ha raggiunto il prestigioso traguardo delle 400 presenze in biancorosso. Dalla trafila del settore giovanile fino alla prima squadra, l’esempio concreto di appartenenza e attaccamento alla maglia. Già la maglia, indossata all’età di 6 anni e mai più tolta, un secondo vestito cucito a su misura. "L’Use? Per me è casa, è famiglia - esordisce Sesoldi -. Poter giocare a casa mia, a questo livello e in questo contesto, è davvero una soddisfazione incredibile".

Quattrocento presenze sono frutto di un lungo percorso fatto di sacrifici, vittorie e sconfitte. Tanti momenti da ricordare insieme a tutte le rispettive sensazioni. "Le partite in casa sono sempre un’emozione incredibile - spiega il capitano dell’Use -. Il poter giocare davanti alle persone che vengono a fare il tifo per te lascia senza fiato, è qualcosa di stupendo. Una partita che mi è rimasta dentro? Sicuramente quella contro la Fortitudo. Giocare al PalaDozza - continua Sesoldi - è stata un’emozione unica, i decibel che ho sentito in campo in quella partita non penso che li sentirò mai più"

Allenatori, giocatori e compagni. Persone con cui Daniele ha condiviso le gioie e dolori dello sport. "Ho avuto la fortuna di giocare sia con persone che con professionisti di un estremo valore sia tecnico che umano. Tutti, sia giocatori che allenatori, ti lasciano qualcosa dentro, ognuno con la sua impronta". Continua poi su Rosselli: "Guido è un amico e un professionista incredibile, un libro aperto da cui imparare. È una fortuna nella carriera di una persona, sono contento di avere avuto a che fare con lui nel mio percorso". Senso di appartenenza e attaccamento alla maglia, alcuni degli aspetti a cui Sesoldi tiene di più e che spera di trasferire all’interno dello spogliatoio. "E’ una cosa che ho sempre sentito dentro. Sono sempre stato convinto della maniera in cui si sta in palestra, si gioca ma soprattutto con cui si interpreta la maglia dell’Use - spiega attentamente -. Ora da più adulto è ancora più bello poter provare a trasferire questa sensazione, se ci riesci è la cosa che porta più valore per chiunque".

Il suo sogno lo ha accudito e già conquistato, ora Sesoldi si gode il presente pensando alle prossime sfide. "L’obbiettivo per il mio futuro? È una domanda difficile (ride, ndr). Ho avuto la fortuna incredibile di poter giocare a questo livello. Io sono un responsabile tecnico di un’agenzia di comunicazione, far coincidere questo con lo sport è stata dura. Il mio obbiettivo futuro in questo contesto è quello di riuscire a divertirsi il più possibile all’interno di un ambiente che lo permette e che spero di riuscire a far crescere il più possibile".

Niccolò Pistolesi

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