Trieste a trazione americana. Cammino incerto, ma ora corre

I prossimi rivali hanno proprietari, coach e manager legati agli Usa. Grandi ambizioni, però anche inciampi

di VALERIO RUSTIGNOLI -
14 maggio 2024
Trieste a trazione americana. Cammino incerto, ma ora corre

Trieste a trazione americana. Cammino incerto, ma ora corre

Con il successo in gara4 contro Vigevano, l’Unieuro approda alle semifinali playoff dove incontrerà la Pallacanestro Trieste, per una serie che si preannuncia davvero interessante, sul campo e sugli spalti, dove si sfideranno due piazze storiche, due pubblici caldi e storicamente gemellati. Sarà una sfida dura per Forlì, che incontra una formazione entrata nel tabellone playoff in quinta posizione, ma che ha ambizioni, potenzialità e struttura di valore ben superiore.

Acquisita nel 2023 da un fondo di investimento americano che ha sin da subito manifestato la volontà di puntare all’Eurolega nell’arco di qualche anno, in estate, dopo la retrocessione della passata stagione dalla serie A, la società giuliana ha puntato a una riorganizzazione totale della struttura tecnica e societaria, partendo da un general manager come l’italoamericano Michael Arcieri, reduce da una brillante stagione dietro la scrivania di Varese che gli è valsa il titolo di miglior dirigente dell’anno al piano di sopra. Proprio lui ha scelto il nuovo coach, scommettendo forte su Jamion Christian, allenatore classe 1982 alla sua prima esperienza in Europa dopo essere stato sul pino di diversi college americani: Arcieri ha raccontato di averlo conosciuto grazie al podcast ‘Last call’, di cui Christian è creatore. All’Allianz Dome il tecnico ha portato metodi di allenamento innovativi (tra cui la musica durante le sedute infrasettimanali) insieme al suo staff formato dal forlivese Francesco Nanni e dal bolognese Marco Carretto.

L’impatto di tutte queste novità sul campionato italiano sono state però decisamente tiepide: dopo tre successi iniziali, tre ko di fila hanno subito dato credito ai detrattori, smentiti poi dagli otto successi di fila che hanno riportato Trieste a giocare per i primi quattro posti. Poi un finale di regular season nuovamente zoppicante, un ciclo di quattro ko in cinque gare (tra cui i derby contro Udine e Cividale) concluso con un rotondo -28 (92-64) al Palafiera. Non sono mancate le contestazioni da parte di un pubblico competente e desideroso di veder concretizzate le alte ambizioni societarie, che mal ha digerito un andamento così discontinuo, proseguito poi anche nella fase ad orologio, dove sono arrivate sei sconfitte in dieci gare, tra cui quelle contro Luiss Roma e Latina, complice anche la pesante assenza di un Justin Reyes che, nella prima fase della stagione, era stato il secondo miglior marcatore (quasi 19 di media) e il miglior rimbalzista (11 a gara) del girone Rosso.

Con il ritorno dell’ala portoricana, però, le cose sono cambiate: prima il blitz di Rieti all’ultima giornata, poi il 3-0 rifilato a Torino, ribaltando il fattore campo con due successi consecutivi sul parquet piemontese, sta lì a testimoniarlo. Ora, in questa semifinale, la solidità della squadra di coach Antimo Martino dovrà vedersela contro una formazione di grande talento, in grande fiducia e dalle ambizioni importanti, che potrebbe unire la leggerezza di chi arriva al momento decisivo ‘di rincorsa’ e un roster comunque di primo piano.

Sarà dunque difficile battere i giuliani? Prevedibilmente sì. Ma Forlì dalla sua – al netto dei problemi fisici – ha un cammino decisamente più regolare, frutto della programmazione che ha portato al rinnovo di coach Antimo Martino, e impreziosito dai primi posti e dalla Coppa Italia.

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