Un anno dopo la fine dell'era Kleb Basket Ferrara, il ricordo di un lutto sportivo
Un anno fa finiva l'era Kleb Basket Ferrara, lasciando un vuoto nel basket cittadino. La chiusura improvvisa ha segnato giocatori e tifosi, ma la passione per il basket a Ferrara continua a brillare nella quarta serie.
Mercoledì 1 marzo 2023, esattamente un anno fa. Una data che resterà scolpita a lungo nella storia della pallacanestro cittadina, un "lutto" sportivo che ancora oggi continua a segnare gli appassionati di basket ferraresi, nonostante la rinascita targata Ferrara Basket 2018. Giorni, ore, momenti, attimi vissuti nell’apprensione, nel timore di perdere a stagione in corso la propria squadra, la propria fede, i propri colori. E un gruppo che, sconfitto lo scetticismo generale, si era invece conquistato l’amore e la fiducia del suo pubblico. Un anno fa finiva l’era Kleb Basket Ferrara, e con essa – almeno per ora – quella del basket professionistico in città. Una macchia indelebile per una piazza che in quarant’anni di storia mai aveva dovuto assistere ad uno scempio del genere, ritirata anzitempo dal campionato tramite un messaggio vocale su whatsapp del presidente Marco Miozzi (foto piccola), nemmeno in grado di presentarsi di persona davanti a squadra e staff per comunicare la triste decisione.
Una piazza che vive di pallacanestro, e che tuttora lo sta dimostrando in quarta serie, con una media di presenze al palasport che sfiora il migliaio, cifra destinata a salire visto l’imminente avvio della fase clou della stagione. E proprio per questo, una piazza che non meritava di essere trattata come è stato fatto negli ultimi mesi di gestione del Kleb, perché se è vero che la parola fine è arrivata a marzo lo è altrettanto il fatto che i problemi nascessero in realtà da molto prima. Di quel pomeriggio rimarranno impressi i volti attoniti di giocatori e tifosi, stretti nell’ultimo triste abbraccio al palasport, gli applausi dei supporters ad una squadra che era entrata nel cuore di tutti, le lacrime di Spiro Leka, condottiero di un gruppo speciale e uomo dagli antichi valori quasi costretto a metterci la faccia anche quando dovevano essere altri a farlo per lui.
Uno staff di persone perbene, d’un tratto lasciate senza lavoro, giocatori liberi di accasarsi altrove nonostante la priorità fosse quella di terminare la stagione a Ferrara: quel gruppo, nelle difficoltà, aveva stretto un patto. Un patto che avrebbe portato avanti fino alla fine del campionato, e che forse avrebbe regalato a Ferrara una preziosa salvezza. I successi nei derby con Cento e Fortitudo, l’ultima vittoria a Nardò, quasi da eroi: momenti che neppure un triste fallimento potrà cancellare.
Jacopo Cavallini
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