Arbitro siciliano aggredito ad Acireale: violenza nei campionati dilettantistici
Le immagini shock dell'arbitro siciliano aggredito ad Acireale evidenziano la violenza nei campionati dilettantistici.

Arbitri sempre più nel mirino nei campionati dilettantistici
Le immagini shock del 19enne arbitro siciliano inseguito e picchiato ad Acireale durante una partita di under 17 sono diventati “virali“ negli ultimi giorni. Reazioni indignate di fronte a scene di ordinaria follia e che si ripetono purtroppo ogni weekend nei campionati dilettantistici e giovanili. Direttori di gara aggrediti, scazzottate fra calciatori in campo, risse in tribuna fra gli adulti. I referti medici e i bollettini del giudice sportivo non fanno altro che certificare quanto avviene all’interno e all’esterno del retangolo di gioco: l’altro calcio, quello distante dai riflettori, è purtroppo in mano ai violenti. E l’arbitro, spesso giovanissimo, è il bersaglio preferito non solo di calciatori irascibili, ma delle tifoserie di genitori ultras. "Ho visto la madre di un arbitro, in tribuna, che piangeva per gli insulti rivolti al figlio 15enne", rivela un dirigente di una scuola calcio milanese. Gli fa eco un papà: "Ho sentito epiteti sessisti vergognosi nei confronti dell’arbitro donna".
Anche in Lombardia l’inizio della Primavera è stato “caldissimo“. Deterrenti come i Daspo non bastano più, neppure le maxisqualifiche spaventano i più esagitati. Ed è successo davvero di tutto, dai campionati under 14 alla Seconda Categoria. In quest’ultimo torneo, un calciatore della Carnatese 1980, espulso per doppia ammonizione, avrebbe provocato e minacciato il pubblico di casa uscendo dal terreno di gioco, fino a scavalcare le barriere per raggiungere la tribuna: lì si sarebbe lanciato contro alcuni ragazzi appartenenti al Settore Giovanile della squadra avversaria, colpendoli con schiaffi, spintoni e manate prima di essere bloccato e riportato negli spogliatoi. Cinque le giornate di squalifica, anche se la versione del Presidente della Carnatese a Tuttocampo è diversa: "Io stesso ho condannato il gesto del giocatore, aumentandone la punizione, meritata, di 5 giornate di stop... Però va detto che lo stesso non ha scavalcato alcun recinto per raggiungere gli spalti, perché il cancello che separa gli stessi dagli spogliatoi era aperto... E’ andato in soccorso del padre che stava litigando con il genitore di un giocatore dell’Usmate. Si sostiene poi che abbia schiaffeggiato dei ragazzi, ma io dico che per tutta la partita l’hanno insultato pesantemente... ma niente scuse, 5 giornate meritate".
Nella bergamasca, invece, turbolenti secondi finali della sfida Fiorente Colognola-Calcio Gorle (campionato di Promozione). Un calciatore della squadra di casa è stato espulso subito dopo il gol del 2-1 per proteste e insulti: quando il direttore di gara gli ha mostrato il doppio “giallo“, lo stesso giocatore ha colpito l’arbitro causandogli un “trauma all’avambraccio con possibile stiramento“ (come da referto medico dell’ospedale di Tradate). Quattro anni di squalifica e sconfitta a tavolino. Stop fino al 31 marzo del 2026, invece, per un calciatore sedicenne dell’Osl Garbagnate dopo la sconfitta per 5-3 con il CG Bresso (campionato Under 17). Dopo l’espulsione il ragazzo avrebbe avuto una reazione scomposta, fra insulti, minacce e un tentativo di contatto fisico con l’arbitro, come spiegato nella decisione del giudice sportivo.
Assurdo anche quanto accaduto nei minuti finali della partita vinta per 3-2 dall’Olmi-Muggiano sul campo dell’Iris (under 14): sei mesi di squalifica a testa per due calciatori della squadra di casa che avrebbero minacciato e offeso l’arbitro dopo l’espulsione, "sputandogli addosso cibo e lanciandogli contro acqua". L’Iris si difende: "Abbiamo un video che dimostra il contrario".
"Spesso può bastare una parola male interpretata ad alzare la temperatura, del resto nel calcio si riflette la nostra società", ci dice Andrea, un allenatore di ragazzini. Cui fa eco Katia Pellegrino, presidentessa dell’F.C.D. Bonola Calcio: "Ci sono situazioni nel weekend in cui devo scendere in campo per invitare tutti alla calma, minacciando di sospendere la partita. Forse l’unico rimedio sarebbe chiudere il centro sportivo ma ho sempre la speranza che alla fine possa prevalere il senso di civiltà..."
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