Arezzo, Troise con il Legnago è già un crocevia
Due sconfitte di fila con sei reti al passivo hanno innescato le prime critiche. Momento delicato: Cutolo chiamato a tenere la barra dritta
di Andrea Lorentini
AREZZO
Sei gol subiti negli ultimi 180 minuti e appena due segnati, di cui uno su rigore che certificano una difesa fragile e un attacco sterile. Chi si aspettava una reazione dell’Arezzo, a Pineto, dopo la batosta di Pesaro è rimasto deluso. Le tre reti rimediate in Abruzzo hanno confermato l’involuzione degli amaranto dopo la doppia qualificazione in Coppa Italia e il debutto vincente contro il Campobasso. I numeri dicono che il momento è delicato. Anche lo scorso anno la partenza, nello score, fu identica: tre punti all’esordio a Rimini e poi due ko di fila contro Carrarese e Pescara. Eppure fare paragoni rispetto a 12 mesi fa non pare calzante. Allora le sconfitte arrivarono contro avversari di caratura nettamente superiore a Vis Pesaro e Pineto. In più l’Arezzo era una neopromossa alla quale si chiedeva la salvezza prima di tutto e non come oggi che l’ambizione, legittima, è quella di stare nelle posizioni di media-alta classifica. Parlare di crisi è, oggettivamente, prematuro, ma già a partire dalla gara casalinga contro il Legnago serve una netta inversione di tendenza. Se l’obiettivo, come sbandierato a più riprese è alzare l’asticella urge una svolta. Tecnica, tattica e mentale. Le due ultime sconfitte sono quasi in fotocopia: inizio incoraggiante, poi al primo affondo avversario il gol, smarrendo la bussola e non riuscendo più a far valere la maggior caratura e la qualità dei singoli. Troise nel post partita ha battuto sul solito tasto, quello della mentalità aggiungendo che manca la cattiveria necessaria in questa categoria. Il problema che, al di là dei moduli e degli schemi, dovrebbe essere proprio lui ad infondere nei giocatori la giusta determinazione. Ancora una volta l’allenatore napoletano si è assunto le responsabilità. La sensazione è che stia ancora inseguendo un’identità di gioco. Il tecnico, intanto, è già finito nel mirino di tifosi e critica. Sul piano più squisitamente tecnico e tattico, la difesa continua a soffrire: senza Chiosa, Del Fabro e Gigli sbandano e non danno sicurezza al reparto.
C’è poi il paradosso di Renzi. Ripreso per fare la mezz’ala dove ha dimostrato di avere gamba e dinamismo, causa l’indisponibilità di Montini si è ritrovato a fare il terzino. Considerati gli 0 minuti di Bigi, giudicato evidentemente non ancora pronto e le difficoltà di Lazzarini (due falli da rigori concessi consecutivamente), a destra forse la coperta è corta. Postilla per Guccione e Pattarello. Se il primo non si accende per l’Arezzo è notte fonda, dal secondo è lecito attendersi il definitivo salto di qualità al terzo anno in amaranto. Quella che porta alla sfida contro il Legnago di venerdì sarà una settimana da vivere con grande attenzione. Nello Cutolo si trova già a gestire le prime critiche al suo mercato e il primo momento delicato da quando ha assunto la responsabilità dell’area sportiva. Tocca a lui, per primo, ritrovare nervi saldi e tenere la barra dritta.
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