Cesena, c’è tanto di buono in questo gruppo Va solo migliorato eliminandone i difetti
Al netto di eventuali richieste per i big, la rosa della squadra non va stravolta ma solamente aggiustata con cinque-sei innesti
di Andrea Baraghini
La delusione è grande, l’uscita di scena per opera del Lecco brucia e brucerà ancora per molto, così come la sensazione che si sia persa un’occasione enorme, sia in regular season che nella lotteria dei playoff, prende sempre più i connotati di certezza. Eppure lasciarsi trascinare nel vortice dell’emotività può essere ora molto pericoloso: analizzare gli errori, che indubbiamente ci sono stati, e operare per correggerli è sacrosanto ed intelligente, parlare di fallimento totale ed invocare una rivoluzione può essere pericoloso ed inutile. Riassumendo il tutto con un detto popolare che calza a pennello il rischio è quello di buttare via l’acqua sporca con il bambino dentro, ovvero perdere il buono che c’è in questo gruppo per imboccare una strada nuova, sconosciuta e che non è detto che porti all’obiettivo.
Di sicuro occorre eliminare le cosiddette “criticità”, un lavoro che in società devono cominciare a fare al più presto. Se il progetto prevedeva migliorare la categoria in due o tre anni su quella strada si deve continuare, visto che gran parte della rosa è sotto contratto anche per la prossima stagione, solamente Mustacchio, Celiento e Ferrante sono in prestito, e con qualcuno che ha in tasca un accordo fino al 2025 (Corazza, Ciofi e Udoh) per non parlare dei gemelli Shpendi vincolati fino al 2026, anche se sarà difficile trattenerli in Romagna, soprattutto Stiven.
Una squadra che ha chiuso seconda a due punti dalla vetta, in testa come gol fatti (realizzati con 19 giocatori diversi) e come miglior difesa, oggettivamente non può definirsi costruita male. E’ mancato qualcosa per vincere? Certamente sì. Serve qualcosa per migliorare? Ancor di più, sì, anche perché si prospetta un girone, il prossimo anno, che oltre a Ancona, Entella, Gubbio, Carrarese, integrerà, quasi certamente, Perugia e Spal, che di fare da spettatrici ai trionfi altrui non avranno di certo voglia.
Tornando alle ‘criticità’ quella del portiere è la prima su cui mettere mano. Inutile aggiungere altro ad un argomento che ha tenuto banco per tutta la stagione: per vincere i campionati, in qualsiasi categoria, quello dell’estremo difensore è il primo pilastro da posizionare saldamente, ricordando anche che il Cesena ha Minelli che rientrerà dal prestito al Sudtirol, con il quale non è mai sceso in campo. In difesa c’è poco da ritoccare se le sirene di mercato, che ci saranno, non convinceranno Silvestri, Ciofi o Prestia a salutare. Rientrerà Kontek dal Foggia, partirà Celiento, ma sarebbero solo pochi dettagli da sistemare.
A centrocampo servono di sicuro uno o due esterni che sappiano saltare l’uomo e creare superiorità in attacco, un incontrista alter ego di De Rose, così come occorre quel trequartista in grado di suggerire e finalizzare, tanto invocato anche a gennaio, ma mai arrivato.
L’attacco potrebbe subire la rivoluzione più consistente: Ferrante tornerà alla Ternana, i gemelli potrebbero partire, rimarrebbero Udoh e Corazza ai quali occorre affiancare almeno altri due bomber che sappiano lasciare il segno. Discorsi che al momento non tengono conto di partenze inaspettate dei pezzi pregiati, e della questione allenatore. Se ci dovesse essere un avvicendamento in panchina salterebbe un po’ tutta la pianificazione visto che questo è un gruppo scelto e voluto da Toscano, e la rivoluzione potrebbe essere più consistente. Tutto si può fare, ma non buttare quel che di buono c’è in questa squadra.
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