Crisi Lucchese: Varetti aspetta l’ok da Longo

Il sindaco revisore attende dal presidente il via libera per tentare la composizione negoziata alla Camera di commercio per salvare il club

di EMILIANO PELLEGRINI
18 marzo 2025
Da sinistra: il «dg» Veli e il presidente Longo (che ha ritirato le dimissioni)

Da sinistra: il «dg» Veli e il presidente Longo (che ha ritirato le dimissioni)

Vicolo stretto. Il destino della Lucchese, sotto l’aspetto societario, è legato ad un filo sottilissimo: la composizione negoziata alla Camera di commercio, per evitare che i libri finiscano subito in tribunale, sempreché questa strada sia percorribile. La composizione negoziata è un istituto teso a trovare un risanamento alla conclamata profonda crisi, attraverso una procedura complessa, portata avanti dalla stessa Camera di commercio.

Per prima cosa dovrà essere il presidente della Lucchese, l’avvocato Longo, ad autorizzare il sindaco revisore Varetti ad aprire la composizione negoziata; quindi la Camera di commercio, una volta accettata la richiesta, dovrà nominare un perito di sua fiducia. A quel punto l’esperto dovrà esaminare, una per una, la situazione debitoria, ma solo quella che riguarda i debiti verso i fornitori o i vari enti mutualistici, perché nulla potrà fare per i debiti nei confronti della Lega di serie "C" (stipendi e contributi ai tesserati da ottobre fino a giugno per una cifra intorno ai due milioni di euro).

Lo scopo del perito è chiaro: cercare di abbattere il più possibile il debito, a prescindere da quello federale, trovando un accordo con i fornitori, proporre una transazione o cosa del genere che, se accettata, renderebbe più "appetibile" o, comunque, meno pesante l’impegno da parte di un eventuale acquirente.

Se questa complessa operazione di salvataggio dovesse fallire, visti anche i tempi molto ristretti, allora la parola passerebbe inevitabilmente al tribunale. Sembrerebbe, comunque, scongiurato il pericolo che la Lucchese non possa portare a termine la stagione, come, invece, è successo nel caso del Taranto e della Turris, escluse dal campionato, con successivo stravolgimento della classifica.

Senza voler creare delle illusioni, la Lucchese continua ad essere un "malato" grave e l’unica "medicina" che potrebbe permetterle di continuare a vivere è rappresentata da qualcuno o gruppo che sia, disposto a trattare l’eventuale acquisto, non più direttamente con la proprietà, rappresentata oggi dalla Slt di Roma, ma attraverso la Camera di commercio che offrirebbe, ovviamente, migliori garanzie sotto qualsiasi aspetto.

Senza acquirenti, la deriva la conosciamo: nuovamente fine del calcio professionistico, dopo poco più di quattro anni. Ma, questa volta, la Lucchese non ripartirebbe dalla serie "D", bensì dall’ Eccellenza. Pensate che sarebbe facile costituire una nuova società? Mah!

L’aspetto più triste della vicendda è che tutto questo si sta consumando tra il disinteresse più totale da parte del mondo imprenditoriale locale. Gli unici che, in qualche modo, hanno preso a cuore le problematiche dei giocatori, sono i tifosi che, oltre a proseguire nella sottoscrizione, dovrebbero, altresì, venire più numerosi allo stadio, in occasione delle ultime tre gare di campionato contro Ternana, Vis Pesaro e Torres.

Emiliano Pellegrini

Continua a leggere tutte le notizie di sport su