Csi, il progetto. ’Il mio canto libero’, lo sport entra nelle carceri: "In questo modo trasmettiamo i valori necessari»

Il progetto 'Il mio campo libero' a Modena promuove l'integrazione e la riabilitazione attraverso lo sport in carcere, coinvolgendo detenuti in attività motorie e ricreative.

19 settembre 2024
’Il mio canto libero’, lo sport entra nelle carceri: "In questo modo trasmettiamo i valori necessari"

L’Andrea Bortolamasi

Lo sport è quella luce in fondo al tunnel dopo tanto buio. Lo sport è integrazione, voglia di rivincita, spensieratezza, inclusione e dialogo. Nel novembre 2023 è partito il progetto ’Il mio campo libero’ che fa capo all’iniziativa Sport di tutti carceri promossa dal Ministero per lo sport e i giovani, in collaborazione con Sport e Salute la società dello stato per lo sviluppo delle discipline sportive e dei corretti stili di vita.

Il mio campo libero è la versione modenese messa in campo da Csi Gialloblù, Mutina Sport, Abracadam, Polisportiva Campogalliano, Pgs Smile, Csi Modena Volontariato ODV e Club 64. A Modena l’iniziativa si sviluppa negli ambiti motorio/sportivo, ricreativo e formativo, la sezione maschile del Sant’Anna si cimenta nelle seguenti discipline: calcio, basket, biliardino, giochi da tavolo, urban dance e palestra. Mentre sul fronte femminile le detenute praticano pallavolo e danza. Sui 510 detenuti presenti nella casa di pena, sono coinvolti settimanalmente nelle attività sportive circa 80 carcerati, fra questi tutte e 30 le donne presenti al Sant’Anna. Si fa sport dal lunedì al sabato con 4 sezioni coinvolte: "Come amministrazione – ha sottolineato l’assessore allo sport del comune di Modena Andrea Bortolamasi- siamo impegnati in diverse iniziative che vedono coinvolta la popolazione carceraria. Lo sport è un elemento di inclusione e mi auguro che progetti come Il mio campo libero diventino sempre più frequenti".

Il movimento e il confronto su un campo con altri detenuti è di vitale importanza, la sottolineatura arriva da Orazio Sorrentini direttore del carcere modenese: "Il nome del progetto – dice il direttore – non è casuale, lo sport è le attività sportive sono tra i pilastri del trattamento carcerario come riportato anche nell’articolo 15 della legge sull’ordinamento penitenziari. La prima preoccupazione del recluso è avere più spazi possibili e a disposizione ed è quello che sta accadendo". Il Csi è il motore di tutto quanto: "Questo è uno strumento educativo – commenta Emanuela Carta presidente di Csi Gialloblù Sport –, l’occasione per intrecciare le relazioni mettendo a disposizioni istruttori e volontari". Al fianco di Modena e della associazione Sport e salute: "La nostra è una società giovane – il commento di Antonella Luminosi coordinatrice regionale dell’ente- che ha deciso di portare le discipline sportive anche nelle carceri a livello nazionale dove cerchiamo di trasmettere valori importanti che probabilmente non gli sono stati dati in precedenza. Modena è una città molto virtuosa che ha sempre raccolto le opportunità per le persone meno fortunate".

Antonio Montefusco

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