Davide Macrì: stagione da record con il Forlì, a un passo dalla Serie C
Davide Macrì, protagonista del Forlì, punta alla promozione in Serie C dopo una stagione straordinaria.

Davide Macrì, protagonista del Forlì, punta alla promozione in Serie C dopo una stagione straordinaria.
"È la mia miglior stagione di sempre". Nessun dubbio per Davide Macrì, mattatore del Piacenza, domenica, al ‘Garilli’. Il 28enne esterno offensivo in forza al Forlì vive il momento più gratificante della sua carriera e alla vigilia della gara (da ex) contro la Pistoiese che potrebbe suggellare il ritorno dei biancorossi in serie C, dopo 8 interminabili anni accartocciati nell’abisso dei dilettanti, arde dal desiderio di scrollarsi di dosso la scomoda etichetta di ‘eterno secondo’: "Voglio a tutti i costi vincere il campionato. Da tre anni ci vado vicino…". Pensieri dritti, strade tracciate da percorrere tutte d’un fiato fino al traguardo finale. Distante 3 punti. Quelli dell’aritmetica certezza.
Davide Macrì: punto di riferimento, anima, bomber, amuleto e trascinatore. Punto di riferimento, perché nei momenti di difficoltà sai che su di lui puoi sempre contare, certo che non tradirà le aspettative. Anima ispiratissima, perché, mutuando da Amici Miei (atto II), il genio "è fantasia, intuizione, colpo d’occhio e capacità di esecuzione". Tutte qualità presenti in dosi copiose nel bagaglio del numero 10 biancorosso ed esaltate all’ennesima potenza dal sistema di gioco congegnato da mister Miramari, con il quale si è creata un’alchimia perfetta: "C’è un feeling idilliaco. In lui abbiamo massima fiducia", ha scandito Macrì nel post partita dello stadio ‘Garilli’.
E ancora: è un bomber, perché per la prima volta, complice la prodezza valsa il sacco di Piacenza (1-2), Davide ha saputo spingersi oltre le colonne d’Ercole dei 7 gol stagionali (polverizzato il record risalente ai tempi dell’Atletico Fiuggi e della Folgore Caratese), agganciando a quota 12 chi fino a quel momento era stato l’incontrastato ‘cecchino’ della capolista: Elia Petrelli. Il centravanti è sceso in campo in 26 occasioni (una più di Macrì), pari a 1.482 minuti giocati, contro i 1.934 del romano, rispetto al quale vanta una media leggermente superiore: un gol ogni 124’ contro uno ogni 161’.
Macrì è un amuleto, perché il dato che balza all’occhio con palmare evidenza è che ogniqualvolta segna – nelle ultime 5 ha sempre timbrato –, il Forlì vince. In ordine cronologico è successo con United Riccione (1-2), Zenith Prato (0-3), Corticella (5-0, doppietta), Sasso Marconi (3-1), Piacenza (6-1), Corticella (0-3), Prato (0-4), Ravenna (3-2), Sasso Marconi (1-3), Tuttocuoio (3-1) e Piacenza (1-2). Proprio domenica, al ‘Garilli’, l’ex Follonica Gavorrano ha siglato la seconda rete della capolista indovinando un sinistro magico, avvolgente, sul palo lontano valso 3 punti d’oro e l’iscrizione di una seria ipoteca sul salto di categoria. Pesantissime nell’economia della classifica anche la bomba su punizione che ha tolto le ragnatele dal sette (e le castagne dal fuoco) a un Forlì ridotto in inferiorità numerica per la follia di Trombetta, indirizzando le sorti della battaglia contro il Tuttocuoio a domicilio, nonché il terzo gol rifilato al Ravenna nel derby spartiacque del 23 marzo.
Infine, Davide Macrì il trascinatore: è capace di incarnare le legittime aspirazioni di una piazza avida di tornare a cimentarsi col calcio vero. Quello che conta.
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