Forlì campione d’inverno. Un titolo benaugurante
Negli ultimi anni nel girone dei galletti, ben quattro volte su sei è salito in C chi era in vetta al giro di boa. Falsato lo scorso torneo dal caso Pistoiese.

Negli ultimi anni nel girone dei galletti, ben quattro volte su sei è salito in C chi era in vetta al giro di boa. Falsato lo scorso torneo dal caso Pistoiese.
Il sacco di Imola, dopo una partita stavolta di enorme sofferenza, è valso al Forlì tre punti d’oro colato e il titolo (platonico) di campione d’inverno. Un risultato straordinario, superiore a ogni più rosea aspettativa, specie laddove si pensi che all’alba della stagione erano Ravenna, Pistoiese e Piacenza le tre ‘caravelle’ più accreditate a circumnavigare, per prime, la boa di metà campionato.
E invece solo i bizantini, al netto di un avvio infelice, grazie alla cura Marchionni – 9 vittorie e un pareggio – stanno rispettando le consegne: sono a un’incollatura dalla vetta e fiatano quindi sul collo del Galletto. Più staccata l’Olandesina – pur vittoriosa nel derby toscano contro l’ex capolista Tau, singhiozzante e Motti-dipendente –, che insegue a -8. Quanto al Piacenza, beh è il più grande flop dell’anno (-21 dal Forlì) e ha già tirato i remi in barca.
Ma quanto vale la palma di campione d’inverno? Sorvolando sulla stagione 2023-24, falsata dalla ‘bomba’ Pistoiese esplosa a campionato in corso – arancioni defenestrati dalla competizione con contestuale annullamento dei risultati delle partite disputate, a tutto vantaggio del Carpi promosso a scapito del Ravenna, primo al termine dell’andata, e con danni in termini di playoff per lo stesso Galletto –, focalizziamoci su quanto è accaduto dopo il 2016-17, ovvero da quando il Forlì è sprofondato nell’inferno dei dilettanti.
Dai dati si evince che quattro volte su sei la squadra che ha chiuso al comando la prima parte della stagione ha, poi, festeggiato la promozione in serie C. Andando a ritroso, possiamo osservare che nel 2022-23 la Giana Erminio cannibalizzò il girone di andata, nel quale ammucchiò 44 punti, gettando le basi per il trionfo finale, con 80.
Parimenti il Rimini (stagione 2021-22) si laureò campione d’inverno con 45 punti, per poi volare tra i pro con 87. Ancora, nel 2019-20 – stagione martoriata dal Covid, che determinò la fine anticipata del campionato – il Mantova chiuse l’andata in prima posizione, con 41 punti; primato cristallizzato nel breve lato B (51). Curiosità: i virgiliani sarebbero stati comunque promossi anche per la classifica stilata in base all’algoritmo. Nel 2018-19 l’ultimo precedente che ammicca al Forlì: Cesena primo al giro di boa (44 punti) e pure a fine stagione (83).
Solo in due casi il titolo di campioni d’inverno si è rivelato illusorio ai fini dell’ascesa nel calcio che conta: nel 2020-21 l’Aglianese, prima al termine dell’andata (40), incassò nel ritorno la rimonta del Fiorenzuola (75); in precedenza, nel 2017-18, lo stesso Fiorenzuola archiviò la fase ascendente a quota 42, salvo poi arrendersi in quella discendente al Rimini, capace di affastellare 80 punti.
Al di là delle mere statistiche, però, la realtà racconta di una squadra – il Forlì – perfettamente allineata ai dettami del proprio allenatore Alessandro Miramari (nella foto). Che ha rimosso le incrostazioni e lubrificato gli ingranaggi di una macchina da guerra: 2,2 i punti di media a partita, frutto del miglior attacco (38) e della seconda difesa meno perforata (12). Insomma, ce n’é abbastanza per guardare al girone di ritorno con gli occhiali dell’ottimismo.
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