Il riconoscimento. Le chiavi della città di Gorgonzola consegnate al patron Bamonte
Da quarant’anni l’imprenditore è alla guida della Giana "Un tifoso appassionato ha reso il calcio luogo d’incontro".

Luigi Bamonte, figlio del presidente Oreste, ritira il premio dal sindaco di Gorgonzola
GORGONZOLA (Milano)
Dal 1985 a oggi si sono avvicendati tre papi e sei presidenti della Repubblica. Da Karol Wojtyla a Jorge Mario Bergoglio. Da Sandro Pertini a Sergio Mattarella. Altra storia, alla Giana di Gorgonzola. A se stante. Statuto specialissimo. Ora come allora, infatti, al Comunale, a ragion vedutissima, si canta: "C’è solo un presidente". E tant’è: Oreste Bamonte, 88 anni, 40 dei quali alla presidenza della società biancazzurra, presa in Prima categoria nel 1985, quando si battagliava tra Verdellino e Vaprio d’Adda, e portata in Serie C, dove gli avversari sono Vicenza, Padova e il Rimini in finale di Coppa Italia. Proprio in occasione dell’andata, persa 1-0, la sindaca Ilaria Scaccabarozzi ha consegnato al figlio del presidente, Luigi Bamonte, le Chiavi della Città. Partito da Battipaglia e arrivato in punta di piedi sulla Martesana negli anni 50, ha fondato il Caseificio Bamonte, portato alle stelle la squadra e ristrutturato lo stadio (tribuna Sud da 2.000 posti, Est da 800). "Tifoso appassionato e imprenditore illuminato", si legge nella motivazione. "Tengo i prezzi dei biglietti bassi, tutti devono sentirsi uguali agli altri. Il mio sogno è avere 2 o 3.000 spettatori", raccontava in un’intervista a Il Giorno del 2018. Martedì erano 3.588. Gli applausi, per lui, molti di più.
L.M.
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