Il Rimini resiste ed è salvato dai legni. Con il Pescara arriva un punto prezioso
I biancorossi soffrono, faticano a produrre gioco, ma riescono a respingere gli assalti degli abruzzesi che colpiscono due pali
Pescara
0
Rimini
0
(4-3-3): Plizzari; Pierozzi, Pellacani, Brosco, Moruzzi; Valzania, Squizzato (30′ st Tunjov), Dagasso; Bentivegna (14′ st Ferraris), Tonin (30′ st Vergani), Cangiano (20′ st Merola). A disp.: Saio, Profeta, Giannini, Letizia, Mulé, Staver, De Marco, Saccomanni, Meazzi. All.: Baldini.
RIMINI (5-3-2): Colombi; Longobardi, Megelaitis, De Vitis, Bellodi, Semeraro (38′ st Fiorini); Garetto (31′ st Ubaldi), Langella, Piccoli; Parigi (31′ st Lombardi), Malagrida (14′ st Cioffi). A disp.: Vitali, Cinquegrano, Chiarella, Jallow, Accursi. All.: Buscè.
Arbitro: Simone Gauzolino di Torino. Assistenti: Ferdinando Pizzoni di Frattamaggiore e Giovanni Pandolfo di Castelfranco Veneto. Quarto ufficiale: Gianluca Renzi di Pesaro.
Note - Spettatori 3.319: 1.329 abbonati e 1.990 paganti (131 ospiti). Angoli 7-1. Ammoniti: Garetto, Moruzzi, Langella, Pellacani, Baldini (allenatore Pescara). Recupero: 1’ pt e 5’ st.
Un muro alzato fino alle stelle e una buona dose di fortuna. Così, all’Adriatico, contro un Pescara che non è il miglior Pescara della stagione, il Rimini si prende il primo punto dell’anno. E ci ha provato la squadra di Baldini a dare il secondo pugno nello stomaco esterno di fila ai biancorossi. Ma questa volta, a differenza di quanto accaduto lo scorso turno a Chiavari contro l’Entella, il muro dei romagnoli regge. E i pali si mettono a difesa di Colombi. Dove non può il numero uno del Rimini, ci sono loro a rendere fruttuosa la terza del girone di ritorno. Le assenze ovviamente pesano. E Buscè, a differenza delle dichiarazioni della vigilia, opta per una di quelle gare votate a non prenderle. Un po’ per merito degli abruzzesi, scivolati in poche settimane dal primo al terzo posto in classifica. Un po’ perché al Rimini di oggi, tra infortuni, squalifiche e un mercato che non decolla, manca la forza per essere giocarsela a viso aperto con le prime della classe.
Così, i biancorossi soffrono, respingono gli assalti del Pescara e faticano tremendamente a presentarsi dalle parti di Plizzari. L’attacco non punge e allora si protegge la difesa. Un quarto d’ora e Colombi è subito sull’attenti sul tiro ravvicinato di Valzania. Si gioca praticamente a una porta sola. Pierozzi, Tonin, Dagasso, poi ancora Bentivegna. Insomma, ci provano un po’ tutti, ma il risultato non cambia. E il Rimini si fa vedere solo passata la mezz’ora e per altro con un tiro da dimenticare di Langella. I biancorossi possono tirare un po’ il fiato nell’intervallo perché sanno che la secondo parte di gara non sarà tanto diversa dalla prima. Dopo un quarto d’ora Buscè si gioca anche la carta Cioffi, ma il peso offensivo dei romagnoli resta lo stesso. Cioè pari a zero. E il Pescara è quello del primo tempo, offensivo e pericoloso. Ma gli abruzzesi non fanno i conti con i pali. Prima della mezz’ora quello alla sinistra di Colombi dice no a Moruzzi, poi nel recupero di testa Vergani trova un altro legno a dire che non è giornata. È, invece, giornata per il Rimini dal punto di vista della buonasorte. Quella che era mancata ai romagnoli nella gara d’andata e che ora, il fato, ha rimesso in equilibrio. Senza troppi meriti, c’è da dirlo.
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