La nuova sfida granata: "Più tifosi e imprenditori"
Pontedera, il socio di maggioranza Signorini traccia il bilancio di fine anno
Considerazioni interessanti nella conferenza stampa di fine anno indetta l’altro ieri dal Pontedera e dalla quale è arrivata l’anticipazione della riconferma - ormai ai dettagli e attesa per la prima metà di gennaio – del direttore sportivo Moreno Zocchi e dell’allenatore Massimiliano Canzi (alle quali presumibilmente farà seguito quella dell’intero staff tecnico) sono state, oltre a quelle del presidente Simone Millozzi, anche quelle degli altri tre personaggi intervenuti. A cominciare da Rossano Signorini, socio di maggioranza.
"Da quando sono entrato a far parte della società – ha detto – ho imparato che nel mondo calcistico non c’è niente di scontato. Il Pontedera però è riuscito a dare una svolta importante e la cosa non era scontata. L’obiettivo è costruire una società che abbia un equilibrio finanziario adeguato per la nostra realtà facendola andare di pari passo con i risultati sportivi. Dopo questi primi sei mesi posso dire che le cose hanno preso la direzione giusta e che adesso la nuova sfida è riuscire ad avvicinare al Pontedera ancor più tifosi e imprenditori".
L’altro socio presente, Marco Maiello, si è espresso così: "Siamo partiti con gli animi un po’...accesi, ma nel tempo le cose hanno assunto aspetti positivi. Cercheremo di migliorarci sempre di più".
La chiusura della conferenza è stata invece del direttore organizzativo, Andrea Bargagna, che ha toccato tasti importanti: "Questo è il mio quarto anno al Pontedera e posso dire che un club di calcio è sempre più paragonabile ad un’azienda, anche se a tenerlo in piedi è un risultato sportivo. In questo tempo siamo riusciti a far crescere la società fino a farla diventare un catalizzatore di interesse e dobbiamo proseguire su questa strada. Il Pontedera oggi è un modello di sostenibilità e bisogna fare un plauso ai soci vecchi e nuovi per aver cambiato il passo del club".
Bargagna rivela poi di alcune iniziative per riavvicinare la città alla squadra: "Abbiamo progetti con le scuole per vedere riusciamo a trasmettere quel senso di appartenenza che questa società merita di avere. Anche se questo mancato senso di appartenenza è ormai un problema sociale, generalizzato, che investe le famiglie, la scuola stessa, e non solo del calcio, in particolare quello italiano. Che comunque se non fa qualcosa, e velocemente, avrà grossi problemi".
Stefano Lemmi
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