La reazione. "Un incubo per me. E se non ci fossero state le immagini?»

Stefano Mecca, 34 anni, ha vinto la sua battaglia contro una squalifica ingiusta nel calcio. Grazie a un video che ha smentito l'arbitro, torna in campo dopo un incubo di 3 partite.

17 febbraio 2024

"Per me è stata la fine di un incubo". Stefano Mecca, 34 anni, ha ricevuto la bella notizia mentre era al lavoro. "Non credevo che la giustizia sportiva fosse così veloce. Certo, avendo portato il video come prova ero tranquillo, ma poi non sai chi ti giudica. Fa male non poter giocare quando sono state scritte cose inventate". Passo indietro, al 25 gennaio, giorno del verdetto del giudice sportivo. "Fu una mazzata: 4 anni di squalifica per una cosa non fatta, non ci credevo. Anche perché mi ricordavo benissimo la dinamica di quell’azione: io e l’arbitro ci scontrammo, lui si alzò chiedendo chi fosse stato, gli risposi che si era trattato di uno scontro fortuito. Poi mi diede il rosso ma nel referto parlò di ginocchiate e aggressione, dicendo che si era rotolato per diversi metri. Uno che legge certi dettagli pensa che l’abbia picchiato. Per fortuna il video fatto da un nostro compagno ha sconfessato l’arbitro, ma io mi chiedo: e se quelle immagini non ci fossero state? Quanti altri miei ex colleghi possono rischiare ingiustamente una maxisqalifica? Nell’ultima sentenza è stato detto chiaramente... va bene usare il pugno duro ma attenzione a quel che si scrive nei referti". Poi la chiosa finale: "Ci sta discutere con gli arbitri, ma noi sappiamo bene che soprattutto in certe categorie sono lì da soli, per passione e comprendiamo i loro errori. Ma poi se vedi certi modi non ti spieghi perché". Stefano è rimasto a casa per tre partite (la squalifica effettiva è di un turno) ma già prepara il borsone: domani si torna in campo, a Bollate.

G.M.

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