"Lascio il pallone, vado nei vigneti». Faragò saluta il Como e si ritira: "Troppo dolore per gli infortuni. Non riuscivo neppure a camminare»

L’annuncio sui “social“: "La mia nuova vita sarà da imprenditore del vino nell’azienda di famiglia"

di GIULIO -
1 febbraio 2024

Mola

annuncio è “social“: "Il mio fisico è diventato l’avversario da battere: lascio il calcio, mi dedicherò ai vigneti". E’ la sintesi del lungo “post“ con cui Paolo Faragò, difensore del Como, ha annunciato alcuni giorni fa il suo ritiro a soli 30 anni per dedicarsi alla sua cantina. "Ora mi aspetta una nuova sfida".

Tanti, troppi infortuni hanno spinto l’ex giocatore di Novara, Cagliari, Bologna e Lecce (e dal 2022 in riva al lago dopo aver conquistato la massima serie con i giallorossi salentini realizzando pure un gol nel big match col Pisa), con diverse presenze nelle nazionali giovanili e l’oro conquistato alle Universiadi di Gwangju, nel 2015, ad appendere le scarpe al chiodo per dedicarsi a tempo pieno alla sua azienda vinicola. Acciacchi che hanno condizionato il rendimento di Faragò negli ultimi 4 anni. E così dopo aver collezionato 100 presenze in Serie A e 132 in Serie B, il difensore di origine calabrese ma cresciuto in Piemonte si ferma qui, perché è stato il suo fisico a dire basta.

"E ora, cosa mi resta? - si chiede Faragò in un commovente post sul suo profilo Instagram -. Forse è questo il senso di vuoto più grande, l’idea di accantonare in un attimo ciò che mi ha fatto compagnia ogni giorno per 30 anni. Realizzare che non sentirò più l’abbraccio dei miei compagni, l’urlo di uno stadio pieno, il rumore dei tacchetti nel tunnel prima di entrare in campo, la rabbia per una sconfitta immeritata e la gioia per una vittoria all’ultimo secondo. Questa è stata la mia linfa, mi ha nutrito e mi ha fatto affrontare periodi esaltanti e momenti bui, mi ha fatto combattere con infortuni e problemi fisici, mi ha dato sempre la certezza che una strada alternativa si potesse percorrere".

Poi la spiegazione di quella decisione senza ripensamenti: "Negli ultimi 4 anni, poco alla volta, il mio avversario non aveva più una maglia diversa, ma era diventato il mio corpo. Ho fatto di tutto per combatterlo, ma niente, ha vinto lui. Decine di visite, infiltrazioni, interventi chirurgici, ma purtroppo mi ha costretto a desistere. Il chirurgo, quando mi ha tolto il femore, mi ha detto che l’ha visto raramente in un 90enne un femore conciato così. Il problema è stato che negli ultimi anni, ho preso farmaci tutti i giorni per poter fare allenamento o per poter far una camminata, per poter fare qualsiasi cosa. Sono arrivato all’ultimo periodo, dove non riuscivo più nemmeno a passeggiare. Io ero uno sportivo professionista e facevo la vita più sedentaria del mondo, perché sono sempre stato appassionato di trekking, di cose che mi dovevano teoricamente far muovere il corpo, invece...".

Poi la chiosa finale: "Avrei voluto giocare un po’ di più, a 30 anni mi sarei aspettato di essere nel pieno della mia carriera, è vero, ma come faccio ad essere triste se penso a quanta meraviglia ho vissuto in questi anni? Grazie a chi ho incontrato in questo viaggio, a chi mi ha accompagnato per un giorno o per tanti anni. Non so se sia stata l’esperienza più bella della mia vita, ma so di aver realizzato il sogno di quel bambino che non desiderava altro se non tirare calci ad un pallone. È questo ciò che mi resta".

Toccante davvero il messaggio di Faragò, che con grande serenità e qualche rimpianto passerà così dai campi di calcio a quelli coltivati: nei vigneti delle Tenute Faragò, l’azienda di famiglia a Serdiana, nel sud della Sardegna dove aveva vissuto da calciatore per cinque anni. Lì si produce Cannonau, Vermentino di Cagliari Doc e un ‘Malvasia Macerato’ Isola dei Nuraghi IGT che è il fiore all’occhiello di una produzione che avviene utilizzando solo vitigni autoctoni ed esclusivamente uve provenienti dalle vigne di proprietà. "Non sono enologo e non avrò mai la possibilità di imparare ad esserlo, però ho studiato, sto continuando a studiare e sono certo che arriverò ad avere un prodotto in linea con quelle che sono le mie aspettative".

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