Pellegri, il puntero d’area. "La chiamata dell’Empoli?. Un’occasione imperdibile»

La punta 23enne si presenta ai tifosi dopo l’esordio al Dall’Ara contro il Bologna "Nessun dualismo con Colombo. Non c’è concorrenza, qui per aiutare la squadra".

6 settembre 2024
"La chiamata dell’Empoli?. Un’occasione imperdibile"

Pietro Pellegri, 23 anni, attaccante dell’Empoli alla conferenza stampa di presentazione (foto Gasperini/Germogli)

di Simone Cioni

Sabato scorso a Bologna è entrato nella ripresa giocando i suoi primi 23 minuti in azzurro a poche ore dal suo arrivo ad Empoli e con Colombo si alternerà presumibilmente nel ruolo di prima punta nel 3-4-2-1 fin qui disegnato da D’Aversa. Nonostante abbia solo 23 anni Pietro Pellegri ha già diverse esperienze alle spalle dopo essere esploso nella Primavera del Genoa con cui ha esordito in Serie A, Monaco in Francia e ancora Milan e Torino in Italia. Ma adesso è partito un altro capitolo della sua carriera.

"Avevo bisogno di trovare continuità, che è una cosa importante per qualsiasi giocatore, e quando è arrivata la chiamata dell’Empoli lo ritenuta un’occasione da non perdere e ho accettato subito - esordisce il centravanti azzurro -. Mi son trovato subito molto bene, è un ambiente familiare, con tanti giovani, diversi ragazzi che conoscevo già dalle Nazionali giovanili come Viti, Fazzini, Esposito, Colombo e son felice di essere qua. Siamo anche una bella squadra e abbiamo iniziato bene la stagione".

Il nuovo numero nove azzurro prosegue poi descrivendosi dal punto di vista tecnico-tattico: "Sono una prima punta a cui piace attaccare la profondità, ma che sa anche mettersi a disposizione della squadra, ho voglia e quindi darò il massimo. Per quanto riguarda il modulo a una punta o due punte, mi adeguo". Etichettato ai tempi del Genoa come un futuro campione, negli ultimi anni la sua ascesa ha subito una frenata a causa anche di alcuni infortuni, che ormai sono però solo un ricordo. "Fisicamente mi sento bene, è già da un anno che non ho più problemi perché ho imparato a conoscere meglio il mio corpo e a come lavorare – prosegue Pellegri -. Per questo Empoli è una tappa importante, ma non deve essere una rinascita perché non ne ho bisogno, piuttosto cerco quella continuità che mi è mancata in passato per raggiungere i miei obiettivi e quelli di squadra. Voglio dimostrare le mie qualità. Come vivo il dualismo con Colombo? Io non vedo mai concorrenza, siamo due buoni giocatori che siamo qui per aiutare la squadra, poi sarà il mister a mettere in campo quello che vedrà meglio". A proposito di D’Aversa, l’approccio con il tecnico è stato subito positivo. "Ha una metodologia simile a Juric che ho avuto a Torino - spiega -, ma soprattutto è una persona che non ha peli sulla lingua e che le cose che deve dirti te le dice in faccia sia che siano positive o negative. Inoltre è uno che ha il ‘fuoco’ dentro".

Infine Pellegri torna sulla partita di Bologna e guarda alla prossima sfida contro la Juventus.

"A Bologna abbiamo fatto bene, è stata una partita di sacrificio soprattutto negli ultimi minuti che eravamo un po’ più stanchi perché siamo una squadra che corre tanto, è stato un buon risultato – conclude –, ma ci poteva stare anche la vittoria perché su di me era rigore. Vista la sosta, in questi giorni stiamo spingendo un po’ di più a livello fisico e riguardo alla gara con la Juve siamo vogliosi di proseguire su questa striscia di positività. E poi vengono in casa nostra, quindi daremo il massimo per ottenere un buon risultato".

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