Prato e Pistoiese, storia di sfottò ma anche di vera passione sportiva. Parlano due storici tifosi. "Rivali sempre, nemici mai: vince il rispetto». Lo striscione dei Wild Kaos per i pistoiesi
La solidarietà per i "1982", gli ultras arancioni che si sono sciolti pochi giorni fa dopo 25 anni di esistenza.
"Chi non salta/pistoiese è", era il coro del Lungobisenzio, cantato a Prato più dell’inno nazionale. C’è chi non ha fatto ancora il vaccino anticovid, ma non conosco pratese che non abbia effettuato idealmente quello contro i pistoiesi, dal dì che i pistoiesi tentarono di rubarci la Sacra Cintola. Dare del pistoiese a un pratese era peggio che offendergli la mamma. E i pistoiesi dal canto loro ad accogliere i pratesi allo stadio Melani con un dileggiante "Folza Prato" con la elle a posto della erre, a indicare Prato come colonia cinese, e a sostenere che a Prato quattrini e ignoranza fanno a rincorrersi e non si sa chi arriva prima. L’avversità tradizionale si riverberava nei confronti calcistici di tutti gli anni, in ogni categoria. Anche in quella derelitta di serie D, dove si sono confrontati ancora una volta quest’anno i due fieri antagonisti (si fa per dire) nella ventottesima giornata del girone di ritorno regalando questa volta al Prato la vittoria di misura per uno a zero, sempre con l’abitudine tutta toscana allo scontro come declinazione ironica dell’io.
E’ stato l’anticipo di un dramma che serpeggiava da tempo in casa arancione e che ha portato la Pistoiese ad abbandonare la categoria per problemi finanziari gravosi. E’ stato anche il momento in cui il cuore biancazzurro si è unito proprio in queste ore a quello arancione con uno striscione che vedete in foto, in cui il gruppo ultras pratese degli Wild Kaos manifesta "oltre la rivalità. Rrispetto per i 1982", il gruppo il gruppo del tifo organizzato arancione che dopo 25 anni ha deciso di sciogliersi.
"In fondo in fondo (ma proprio in fondo…) ci siamo sempre voluti bene", commentano ad una voce Orazio Gagliano e Urbano Gorgai, i due parrucchieri di piazza Ciardi, con ai lati il bar che organizzava la tifoseria e dall’altro le sorelle Coppini, il cui padre mise in moto una memorabile trasferta in bicicletta. Espertissimi nel taglio capelli ma anche delle vicende biancazzurre. Partecipazione a tutte le gare, commentate poi nel negozio-ritrovo degli sportivi. "Ce le siam sempre dette di tutti i colori fra noi e i pistoiesi, e poi andavamo a far bisboccia insieme, Fra le due provincie, al di là dei simpatici dileggi – assicurano i due parrucchieri tifosi – rimane la freschezza in termini canzonatori, anche se gira e rigira abbiamo sodalizi comuni: ci sono pratesi che hanno sposato le pistoiesi incontrate allora nelle sale da ballo di Agliana, dove si chiedevano informazioni al prete prima di avviare il connubio. Ma nel derby si tornava ad essere divisi anche fra marito e moglie, se le origini erano diverse".
L’amore, del resto, è bello perché è litigarello. "Lo striscione degli Wild Kaos – continuano Gagliano e Gorgai – è la testimonianza che nei tifosi pratesi la passione sportiva si alimenta di una genuina amicizia maturata proprio nella canzonatura reciproca. Alla fine c’è rispetto per i cugini pistoiesi". Ma a tornare agli sfottò che ormai fanno parte di questa fetta di storia sociale, è un attimo... "Quelli che ci indispettivano di più? Quando ci davano di cenciaioli e figli di bagnini viareggini. Ci consolava il fatto che le nostre mamme non avessero mai visto il mare".
I momenti di maggiore esaltazione? "Gli appuntamenti di campionato in cui si intraprendevano le trasferte verso Pistoia in bicicletta, in motorino, in pullman organizzati e in treno: era il nostro avvio alla presa della bastiglia, anche se spesso abbiamo fatto come i pifferi di montagna, che andaron per suonare e furon suonati". E infine un augurio ai cugini pistoiesi: "Che escano quanto prima da questo spiacevole contrattempo e tornino a suffragare con noi l’antica amicizia e l’antica tenzone".
Roberto Baldi
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