Quel poker granata che non capitava da tempo. Quanto vale il successo con il Sestri Levante
La vittoria del Pontedera analizzata attraverso i numeri: capacità realizzativa del 33% contro il 12,5% degli avversari
Erano 17 partite, compreso il play off di Pescara, che il Pontedera non segnava almeno 4 reti. Dal 4-5 di Recanati, alla 5a giornata di ritorno. L’ultimo poker casalingo, invece, lo aveva calato alla Fermana (4-0) tre turni prima, alla seconda gara dopo il giro di boa. Questo per dire che il 4-1 inflitto domenica al Sestri Levante significa aver prodotto dei numeri importanti. Come in effetti rivelano i dati statistici del terzo match di campionato, dove, in tema di tiri, si vede che la squadra di Agostini ne ha effettuati 12 (quindi uno ogni 8’ considerando anche i recuperi di tempo) contro gli 8 dei liguri, che 8 li ha effettuati nello specchio della porta, contro i 3 degli avversari, e che di questi 8, 4 si sono tramutati in gol. Per una capacità realizzativa, quindi, del 33% contro il 12,5% degli ospiti. Questo, a fronte di un possesso palla equamente suddiviso con il Sestri, supportato da un maggior numero di palle recuperate (70 contro 62, con Ladinetti davanti a tutti con 13), da una maggiore quantità di palloni recuperati nella metà campo avversaria, quasi doppia (17 contro 9), e da una più alta zona di recupero (36 metri contro 31), testimonianza di una più elevata aggressività, tradotta, come visto, in una mira più precisa.
Restando in tema di gol, ha fatto molto discutere quello del momentaneo vantaggio del Sestri dopo 15’ di gioco. L’azione è stata viziata da un fallo su Martinelli, spinto da Parravicini? E’ giusto che Conti, l’autore della rete, abbia calciato nonostante Calvani fosse steso a terra dolorante? Sono questi i dubbi che sono emersi subito durante la gara e che adesso, rivisto l’episodio, possono essere valutati con maggiore obiettività. Dalle immagini televisive emerge intanto che Calvani in uscita a centro area non sbatte la testa contro Martinelli e quindi l’arbitro, Frasynyak di Gallarate, all’esordio in Serie C, non è tenuto a fermare il gioco. Per questo aspetto, a conti fatti, possiamo dire che ha preso la decisione giusta. Nell’azione però si vede un braccio di Parravicini, centravanti del Sestri Levante, che si allunga contro la schiena di Martinelli. Stabilire l’entità della spinta non è semplice, e dalle immagini non sembrerebbe una spinta potente, ma forse, visto che il difensore è in corsa, potrebbe essere bastata a fargli perdere l’equilibrio e farlo franare su Calvani in uscita. Quello su cui invece si può discutere all’infinito è l’opportunità o meno da parte di un calciatore di proseguire il gioco con un avversario (due in questo caso) coinvolto nel raggio dell’azione ma a terra. Conti in questo caso ha preferito ascoltare la sua voglia di segnare (la porta granata era incustodita) che il fair play.
Stefano Lemmi
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