Una cantera di titolari. L’undici di partenza tra i più giovani in A

Solo Parma e Juve fanno meglio dell’Empoli per età media schierata in campo. D’Aversa può contare su pedine che a partita corrono più di dieci chilometri.

4 settembre 2024
L’undici di partenza tra i più giovani in A

Le tre pedine importanti per duttilità nello scacchiere tattico di mister D’Aversa: capitan Ismajli, Henderson e Viti

di Simone Cioni

Archiviata la primissima parte di stagione vediamo qualche dato sia collettivo che individuale che ha caratterizzato queste prime uscite dell’Empoli. A partite dalla giovane età del gruppo a disposizione di D’Aversa. Solo Parma e Juventus hanno sempre schierato un undici di partenza più giovane di quello azzurro: tra i 23 e i 23,9 anni di media i ducali e tra i 24,1 e i 24,4 anni i bianconeri.

Capitan Ismajli e compagni sono invece scesi in campo con tre formazioni che variano tra i 25,4 anni dell’undici più giovane e i 25,7 di quello più ‘anziano’. Età media che si abbassa a 25,2 anni se estendiamo il discorso all’intera rosa. In questo caso, seppur di poco, anche il Lecce si inserisce davanti al club azzurro con 25,1 anni di media. Un quarto posto ripetuto poi nella speciale graduatoria che considera i giocatori in rosa cresciuti nel proprio settore giovanile. Soltanto Lecce, Verona e Parma con 9, 8 e 7 ‘canterani’ fanno meglio dei sei ‘prodotti’ di Monteboro (Fazzini, Viti, Ekong, Belardinelli, Marianucci, Seghetti). Vasquez, Viti, Gyasi ed Henderson sono gli unici ad aver giocato tutti e 270 i minuti a disposizione.

Al di là del portiere colombiano, designato titolare, il dato è significativo per Viti, che dal suo rientro ha impiegato poco ha diventare un pilastro della difesa, ed Henderson, per il quale fin dal ritiro D’Aversa ha sempre speso parole importanti. Di Gyasi, invece, non c’è da stupirsi sia perché in questo momento offre molte garanzie sia perché finora non c’erano grandi alternative. L’Empoli poi è una squadra che corre come dimostra la presenza di Henderson e dell’ala ghanese tra i primi 5 giocatori che hanno percorso più chilometri, rispettivamente secondo con 12,014 e quinto con 11,411. L’importanza dello scozzese in fase di rottura si evince anche dai 7 falli commessi finora, più di qualsiasi altro azzurro.

Allo stesso tempo i 12 recuperi di Viti, come nessun compagno ha saputo fare, legittimano l’importanza del giovane centrale sinistro per personalità, tenuta nell’uno contro uno e attenzione nelle letture del gioco. Con 9 falli subiti, invece, Esposito è il giocatore più tartassato dalle difese avversarie, sebbene non abbia mai terminato una partita intera. Segno di una certa abilità nel proteggere il pallone, dote preziosa quando c’è necessità di alleggerire la pressione avversaria. Infine un dato su Fazzini, che ha perso più palloni di tutti, 7. Attenzione, però, ha reputarlo negativo perché il giovane fantasista viareggino si sta prendendo sempre maggiori responsabilità rischiando più volte la giocata decisiva e questo comporta anche un margine di errore più elevato.

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