Brividi da Davis "Che magia vederla dal vivo"
L’emozione dei tifosi, piccoli e grandi, per Berrettini e gli altri azzurri. E sugli spalti dell’Unipol Arena anche tanti vip, dalla Vinci a Pagliuca
Storie di passioni e di generazioni che si incrociano a pochi passi dall’insalatiera. Spaccati genuini e romantici che fanno da cornice alla sfida tra Italia e Belgio di questa prima fase di Davis Cup all’Unipol Arena. E il volto umano della competizione, tra le tante vite che si incrociano sugli spalti del palazzetto di Casalecchio, è anche quello di Mauro Gnugnoli di Castel San Pietro Terme. L’uomo, 64 anni e in pensione dal 2020, impegna il suo tempo da un po’ come custode dei campi da gioco di un circolo tennistico della provincia felsinea: "Sono molto emozionato, per me questa è la prima volta che vedo dal vivo il tennis che conta – racconta –. Per assistere a certi eventi, prima dell’approdo della Coppa Davis a Bologna, bisognava percorrere un bel po’ di chilometri".
Un amore che parte da lontano: "Dalla passione di un ragazzino che si è cimentato con racchetta e pallina a livello amatoriale, niente di più – continua –. Questo sport è così, ti entra dentro e non ti lascia più. La cosa bella è che, a distanza di anni, rivedo negli occhi dei bambini e dei ragazzi che frequentano i campi del circolo lo stesso entusiasmo". Già, una generazione benedetta dai risultati d’oro dell’Italtennis guidata dal fenomeno Sinner: "Un traino eccezionale per tutto il movimento. E’ un’euforia che fa davvero bene a questa disciplina – sottolinea Gnugnoli –. Noi custodi, poi, abbiamo il metro di misura sempre sotto gli occhi perchè siamo i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via". Reti da montare e smontare, righe di fondocampo da spolverare e docce da pulire in cambio di un ‘grazie’ una volta ogni tanto: "Il mio è un passatempo e un piacere, mi è anche tornata la voglia di riprendere in mano la racchetta – confida –. Il mio idolo era Agassi ma tra i campioni di oggi mi piace molto il tipo di gioco di Musetti".
Ritratto di famiglia sulle tribune dell’Unipol Arena: papà, mamma e figlio, una magia da libro cuore. Pardon, da Coppa Davis: "Il nostro esordio assoluto, tutti insieme, in un appuntamento tennistico di questa caratura – ammettono Gianfranco Frezza e Chiara Modena con il figlio Alessandro di nove anni –. Lo abbiamo fatto soprattutto per il nostro piccolo campione che da tre anni gioca al Circolo Tennis Carpena vicino a Forlì. Il suo è stato un colpo di fulmine per la specialità e la magia della Davis coltiverà la sua passione".
E’ vero, mancano gli idoli Sinner e Musetti ma la quota di adrenalina è alta lo stesso i campioni del mondo in carica: "Siamo i detentori del trofeo – concludono - e si fa il tifo per tutti i nostri portacolori senza distinzioni".
Storie di tutti i giorni nel venerdì più azzurro di una Bologna capitale del tennis. Ma sugli spalti ci sono anche Roberta Vinci, Gianluca Pagliuca, il sempre eterno Nicola Pietrangeli e il presidente Fit Angelo Binaghi. Aspettando Sinner in arrivo, forse, domenica.
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