Che show Una Bologna pazza per gli azzurri

Tifo da stadio all’Unipol Arena per i match di Berrettini e compagni contro il Brasile. E alla fine parte un "Siamo campioni del mondo"

di MATTIA GRANDI
12 settembre 2024
Che show Una Bologna pazza per gli azzurri

Tifo da stadio all’Unipol Arena per i match di Berrettini e compagni contro il Brasile. E alla fine parte un "Siamo campioni del mondo"

Tanto pubblico (ma niente sold out) all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno per la prima uscita dell’Italia campione in carica nella fase a gironi della Davis Cup 2024. Complice il pomeriggio lavorativo, i protagonisti sono soprattutto giovani e giovanissimi accorsi anche in comitiva (e con le magliette del proprio circolo tennistico addosso) per fare il tifo per l’Italtennis. Poco importa dell’assenza dei big Sinner e Musetti perché la voglia è quella di prendere parte ad una grande festa di sport.

"E’ la nostra seconda volta in Coppa Davis, sempre qui a Bologna come lo scorso anno – raccontano Nicolò Mazzoni e Sergiu Moisi arrivati da Ferrara –. La squadra azzurra è forte e siamo fiduciosi che andrà tutto bene. I nostri giocatori preferiti? Berrettini e Arnaldi". Presi d’assalto dai più piccoli i mini campi da tennis allestiti a pochi passi dagli ingressi dell’impianto sportivo mentre gli stand del merchandise staccano scontrini per cappellini e palline gialle giganti.

Dopo la foto di rito con Paolo Canè, intercettato tra la folla, per Tommaso Di Nella e Massimiliano Cucchi di Riccione l’adrenalina è a mille: "Non abbiamo mai visto dal vivo la Davis e non potevamo perdere questa occasione – confidano –. L’Emilia-Romagna è diventata un punto di riferimento per il tennis che conta. Siamo un po’ perplessi per la doppia assenza di Sinner e Musetti ma crediamo che, in fin dei conti, le convocazioni di coach Volandri siano ponderate". Quattro anni di lavoro e di vita a Rio de Janeiro sono entrati nel cuore di Matteo Paolini, bolognese doc ma vestito con la divisa verdeoro della Selecao, che in Sudamerica ha trovato pure l’amore: "Sono qui per tifare Brasile, mia moglie è di Salvador de Bahia – svelava prima del match –. Mi sono aggregato al tifo organizzato brasiliano. Il sogno era quello di vedere giocare Sinner e ci sono rimasto un po’ male. Per Thiago Monteiro e compagni sarà durissima contro l’Italia che ha di nuovo un Berettini super".

Dentro l’Unipol Arena l’atmosfera è caldissima. La macchia azzurra dei supporters più accaniti scandisce il ritmo, tra cori e tamburi, fin dall’ingresso in campo delle due squadre accolte da giochi di luce tricolore. Tutti in piedi a cantare l’inno di Mameli poi il pubblico accompagna con boati continui i punti inanellati dal campione romano. Intanto, i cartoncini con la scritta ‘Forza Ragazzi’ appoggiati sui seggiolini per la coreografia hanno già le sembianze del gadget di giornata. Venti tifosi brasiliani accennano qualche coro, ma il primo set del tennista romano è un potente sedativo anche per il più festoso degli ospiti. Discorso diverso nel secondo: battaglia vera fino al colpo di coda azzurro al tie-break. L’Unipol Arena canta all’unisono a più riprese un "Siamo campioni del mondo" sulle note di ‘Seven nation army’ dei White Stripes. Pare quasi uno stadio. L’azzurro esce dal campo con il pugno rivolto al cielo e trova il tempo per fare qualche autografo. Il sorriso è quello dei giorni migliori, buona la prima.

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