Quarant'anni dallo scudetto: la Mapier Zinella celebra il trionfo del 1985
La Mapier Zinella festeggia il 40° anniversario del suo scudetto del 1985, ricordando l'eredità di Nerio Zanetti.

Quasi tutti i protagonisti dello storico scudetto conquistato dalla Zinella si sono ritrova all’Arci San Lazzaro (Schicchi)
Se si potesse riavvolgere il tempo, il fermo immagine ideale della pallavolo bolognese sarebbe la famosa foto in cui la Mapier Zinella esulta dopo l’ultimo pallone della finale scudetto caduto il 21 maggio del 1985, nella bella di Reggio Emilia contro la Panini. Sono passati quarant’anni dall’ultimo tricolore arrivato sottorete e sotto le Due Torri, eppure l’altra sera all’Arci San Lazzaro, dove il gruppo si è ritrovato per festeggiare la ricorrenza in compagnia, solo un po’ di bianco o grigio sui capelli di chi è riuscito a difenderli faceva intuire che quell’impresa è così lontana nel tempo.
Lo spirito no, lo spirito è lo stesso e Marinella Vaccari, vedova del prof Nerio Zanetti, sarà stata giustamente orgogliosa vedendo quanto il lascito umano del marito sia ancora più importante di quello sportivo. Non c’è stato uno dei presenti (mancavano solo, giustificati, Angelo Squeo che quell’ultimo pallone mise a terra, Stelio ’Cocco’ De Rocco e Leo Carretti) che non abbia ricordato l’importanza del Prof. Perché quello, come hanno sottolineato gli ex ragazzi di Nerio, era prima di tutto un gruppo di amici, che poi era anche bravo a giocare a pallavolo. Molto bravo, ha ragione Roberto Giovannini, che ha rimarcato una volta per tutte un concetto importante: quello scudetto fu un’impresa, ma la squadra aveva già dimostrato con i risultati di essere in grado di compierla. Ad alimentare la leggenda dell’outsider a sorpresa contribuì il fatto che poche settimane prima nel calcio lo scudetto l’aveva vinto il Verona, ma la Zinella era una delle due squadre più forti del momento, e il fatto che si trattasse di un gruppo quasi tutto bolognese cresciuto negli anni da Zanetti non deve confondere le idee sui meriti tecnici concreti e indiscutibili. Nessun miracolo, solo il frutto del lavoro e delle capacità di tutti.
A San Lazzaro l’altra sera c’erano Babini, che ormai vive all’estero ed è rientrato con un mese di anticipo per esserci, e Scarioli, c’erano Venturi e Visini, Minelli, Giovannini e Fanton, c’era il vice di Zanetti, Maurizio Menarini, e c’erano il presidentissimo Giorgio Belli e il direttore sportivo Daniele Bianchi. Chi non c’è più è stato ricordato con affetto, per Zanetti ci sarà anche un nome scolpito su targa perché Marilena Pillati, sindaco di San Lazzaro ed ex tifosa di curva giallonera, ha annunciato l’intitolazione al Prof di una nuova palestra in via di costruzione con i fondi del Pnrr. E le palestre Zanetti diventeranno due, dopo lo Sferisterio, come ha ricordato l’assessora allo sport di Bologna Roberta Li Calzi.
Dopo di che, il tempo purtroppo non si può riavvolgere. Quella foto, come l’altra che i presenti si sono prestati a ’ripetere’ nelle stesse posizioni (nell’originale Babini ha una spalla messa in modo strano: era ingessato sotto la maglia), è un documento storico. Anche senza club al vertice, i bolognesi continuano ad amare la pallavolo dagli spalti degli eventi in cui ospitano altre squadre, a mandare giocatori e tecnici in giro per l’Italia e l’Europa.
Ed è questo il vero scudetto di quei ragazzi dell’85, fidatevi.
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