Coppa Davis, Nargiso: “Sinner condottiero, è la nostra occasione. Ma con la Serbia serve l’impresa”

Il coach e commentatore tv nel 1998 arrivò a sfiorare l’insalatiera. Dalle 12 la semifinale a Malaga. “Jannik? E’ la nostra stella ed è un bell’esempio per i giovani. Conto Djokovic serve aggressività”

di GABRIELE TASSI -
25 novembre 2023
Sinner in Coppa Davis (Afp)

Sinner in Coppa Davis (Afp)

di Gabriele Tassi

Quando indossi la maglia azzurra «senti solo gli applausi». A Diego Nargiso la Nazionale è rimasta cucita addosso assieme alle emozioni di quell’impresa sfiorata nel 1998 nella finale di Coppa Davis. «E oggi – in semifinale - serve un vero capolavoro», contro la Serbia di Novak Djokovic (si parte alle 12, diretta su Rai 2). Del resto, secondo la ‘Legend di Sport e Salute, coach e commentatore di Supertennnis “per rendere una sfida epica ci vuole il miglior avversario che c’è”.

Quindi oggi con che spirito si va in campo?

“Prima di tutto è già bello esserci, questo è un bel punto d’arrivo, e dopo tanti anni abbiamo davvero la nostra occasione per brillare. Andiamo incontro a una sorta di finale anticipata, e ora godiamoci il risultato di un movimento che non nasce oggi, ma parte da lontano, grazie alla federazione e ai grandi eventi”.

E’ l’era in cui possiamo mettere i nostri campioni in vetrina. Prima le Atp Finals di Torino e questa settimana la Davis diventano opportunità per ingrossare le fila del movimento tennistico?

“E’ risaputo che i grandi campioni stimolano l’emulazione. Chi da bambino, almeno una volta nella vita, non ha sognato di vestire i panni di un atleta di successo, magari con la maglia della Nazionale. In più c’è interesse: il masters ha fatto segnare il 35% di share, vuol dire che almeno 1 italiano su 3 ha guardato le partite di Jannik, e sono sicuro che qualcuno lo abbia tifato anche dall’estero”.

E quando i campioni (non sono i nostri tempi il caso) scarseggiano?

“Bisogna lavorare sui giovani, così da trovare fra loro, per il prossimo futuro i nuovi Sinner e i nuovi Berrettini. E questo è un po’ l’obiettivo del nostro progetto ‘Scuola attiva’ Kids e Junior di ‘Sport e salute’, che porta nelle scuole ben 40 discipline sportive, tra cui il tennis”.

La sfida Sinner-Nole si prepara oggi al tris in meno di due settimane, quale sarà la chiave tecnica del match?

“Nei gironi delle Finals Djokovic si è un po’ fatto prendere di sorpresa da Jannik, non se lo aspettava così forte e così competitivo, sorretto dalle ali del tifo del pubblico. Per questo credo che Sinner dovrà puntare sull’aggressività, cercando di prendere il serbo in contropiede. La qualità impressionante del nostro tennista è la sua capacità di continuare a esprimere gioco di alto livello anche nelle difficoltà, una caratteristica che vedo in Nole”.

Sinner ora è pronto a dare tutto, ma ha fatto molto discutere la sua assenza nei gironi a Bologna.

“Difficile che in un giocatore non vi sia la volontà di giocare per la Nazionale. Dobbiamo però abituarci che un tennista di primissimo livello non possa per forza esserci in tutte le partite. Bisogna preparargli il terreno”.

Facciamo un gioco: ci dice un aggettivo per ogni azzurro?

“In Bolelli vedo il valore aggiunto (per il doppio, ndr), Sonego è il nostro gladiatore, Arnaldi la novità, mentre Sinner si prende di diritto il ruolo di condottiero. musetti? E’ l’artista”.

Lei che ne conosce bene le emozioni, ci faccia sentire in campo in una partita di Davis.

“Ci si sente responsabili, ci si sente protagonisti nell’immaginario di tutti, con la voglia di salire sul tetto del mondo. Si sente l’amore di chi è a casa a tifare e lo scroscio degli applausi. I fischi? Se arrivano, a volte sono pure positivi: vuol dire che da te ci si aspetta davvero tanto”.

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