Sinner, l’Itia difende la sentenza sul caso doping: “Seguite regole della Wada. Nostro giudizio si basa sulla scienza”
L’International Tennis Integrity Agency fa chiarezza sull’assoluzione del numero 1 del mondo trovato positivo al Clostebol. La Wada ha fatto ricorso al Tas e il procedimento è già stato avviato
Roma, 17 ottobre 2024 – La decisione dell'International Tennis Integrity Agency (Itia) di scagionare Jannik Sinner dall'accusa di doping a seguito della positività al Clostebol si è attenuta alle regole definite “dal Codice mondiale antidoping”, a sua volta “stabilito dall'Agenzia mondiale antidoping”, ovvero la Wada che ora ha fatto ricorso al Tas contro quella decisione.
Così il Ceo dell'antidoping del tennis, Karen Moorhouse, difende la decisione dell'Itia nata dalla valutazione di "circostanze, fatti e dati scientifici”, indipendentemente dal “profilo del giocatore coinvolto”.
L'intervento del Ceo Moorhouse è contenuto in un report sull'attività dell'Itia nel 2024. Consapevole "che può essere difficile comprendere le differenze di esito o le incongruenze percepite nel processo”, la Itia ha voluto chiarire la propria posizione, dopo il ricorso al Tas della stessa Wada contro la decisione di dichiarare Sinner “non colpevole e non negligente”.
“I criteri con cui gestiamo i casi non cambiano, indipendentemente dal profilo del giocatore coinvolto – sottolinea Moorhouse –. Comprendiamo che il caso che ha coinvolto Sinner sia stato al centro dell'attenzione e abbia provocato tanti commenti e tante speculazioni, in seguito alla nostra decisione di non attribuire nessuna colpa e nessuna negligenza al giocatore”. Finendo per spostare “il focus dell'appello sull'interpretazione e sull'applicazione delle regole da parte del tribunale indipendente per determinare il livello di colpa del giocatore, piuttosto che sull'indagine dell'Itia sui fatti e sulla scienza”.
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