Bologna Fc, Ferguson si racconta: “Mancano due mesi al mio ritorno. Non vedo l’ora di fare la Champions”
Il capitano e le sue emozioni: “E’ stata un’estate dura, di tanto lavoro. Spero di essere pronto per fine ottobre”. Presente e futuro: “Il ko di Napoli non mi preoccupa, il gruppo è forte. Io e mia moglie Lauren qui siamo felici”
Bologna, 29 agosto 2024 – Coming soon. Come si dice per i film più attesi. Da quattro mesi il Bologna e i suoi tifosi stanno aspettando la loro star. Lewis Ferguson ha un credito con il tempo come tutti quelli a cui viene strappato dalla mani un sogno. Il gran finale Champions con i rossoblù e la prima volta agli Europei con la sua Scozia si sono infranti in un contrasto di gioco in una notte di metà aprile.
Lewis, partiamo dalla domanda più importante: come sta?
“Sto bene. Sono trascorsi quattro mesi dall’intervento, ho ricominciato ad allenarmi fuori sul campo. Ogni giorno che passa mi sento più forte. Fortunatamente non manca molto”.
Quantifichiamo questo “non manca molto”. Ci sono speranze per il debutto in Champions?
“Per la prima gara? No, è impossibile. Spero di essere pronto in un paio di mesi, a fine ottobre. Ma vedremo come vanno le cose, come rispondo agli allenamenti”.
Com’è la sua giornata tipo?
“Sono sempre a Casteldebole, mattina e pomeriggio: arrivo alle nove e vado via alle sei, dal lunedì al venerdì. Quando devi recuperare da un infortunio, hai meno tempo libero di quando ti alleni. Torno a casa stanchissimo, mangio e mi riposo un po’. Sempre tenendo il ghiaccio sul ginocchio”.
Quanto si soffre a dover restare fuori a guardare?
“Ho passato un’estate dura. E’ stato durissimo saltare gli Europei, ci tenevo tantissimo. Poi vedere la mia Scozia in difficoltà e non poter fare nulla… è stato davvero frustante”.
I tifosi del Bologna invocano il suo ritorno ogni giorno, sotto ogni suo post.
“Quando perdi una partita, è normale che i fan pensino a chi non c’è. Il popolo rossoblù è fantastico: non vedo l’ora di ripagarli. Ma non voglio affrettare il mio rientro. Tornerò quando sarò realmente pronto: spero il più presto possibile per poter aiutare la mia squadra”.
Che di aiuto sembra averne bisogno…
“Io non sono preoccupato per questo avvio di campionato. Anche l’anno scorso siamo partiti così: un pareggio e una sconfitta, avevamo un punto, eravamo nella stessa situazione”.
La differenza la fanno le prestazioni.
“Penso che con l’Udinese abbiamo giocato bene, creato tantissimo: in un’altra giornata avremmo segnato tre o quattro gol. La prestazione c’è stata. Quella di Napoli, invece, non è stata la nostra miglior gara, non abbiamo giocato al livello che sappiamo. Ma è normale: sono sicuro che già con l’Empoli i miei compagni si riscatteranno”.
Senza Calafiori e Zirkzee questo Bologna si è indebolito?
“E’ normale che quando si fa una grande stagione, qualcuno possa ricevere un’offerta e andare via: è successo a Riccardo e a Joshua, è il calcio. Loro sono sicuramente dei grandi giocatori, sono stati molto importanti per noi e auguriamo loro di fare bene. Ma sono convinto che abbiamo un buon gruppo e possiamo fare ancora grandi cose”.
Alla fine della scorsa stagione lei disse: “Ora dobbiamo migliorarci”. Crede sia davvero possibile fare meglio?
“Sì. Perché prima dell’anno scorso nessuno pensava che avremmo giocato così, che saremmo arrivati in Champions. Ma niente è impossibile. Quando arrivi così in alto, è importante non fermarsi: anzi, bisogna lavorare ancora più duramente”.
Cos’è cambiato da Motta a Italiano?
“Per me è difficile giudicare le differenze perché non mi alleno ancora con la squadra. Da fuori, posso sicuramente dire che hanno la stessa mentalità, la stessa intensità, cercano un calcio propositivo”.
La prima volta che vi siete conosciuti, cosa le ha detto Italiano?
“E’ successo quest’estate: gli altri erano in vacanza, io qui a lavorare. Il giorno che il mister ha firmato il contratto, ci siamo visti e mi ha chiesto subito come stavo, raccontandomi che lui aveva avuto lo stesso infortunio quando giocava”.
Le chiede di sbrigarsi?
“No. Ma ogni volta che lo vedo, mi domanda sempre come sto e quando penso di tornare in squadra (ride, ndr)”.
E’ sorpreso dall’avvio super di Thiago con la Juventus? Vi siete più sentiti?
“No, non sono per nulla sorpreso: lui è un tecnico fantastico. Abbiamo vissuto due anni incredibili assieme, mi ha aiutato tanto come giocatore, ci ha fatto crescere come team. Da quando è andato via, mi ha scritto alcuni messaggi per sapere come stavo. Io ho augurato buon lavoro a lui e al suo staff”.
Che augurio si fa, invece, per il sorteggio Champions di oggi?
“Sarebbe bello magari incontrare il Celtic, tornare in Scozia. Ci sono tanti grandi club da sfidare, ma è ovvio che nessuno è come il Real Madrid. Sono eccitato, non vedo l’ora di scoprire i nostri avversari”.
Nei giorni scorsi Dybala ha rifiutato una grossa offerta dall’Arabia perché la sua fidanzata voleva restare a Roma. Cosa ne pensa?
“Il calcio non è solo una questione di soldi: è una questione di famiglia, di qualità della vita in generale. Quando tu e la tua famiglia siete felici fuori, poi in campo questa felicità si riflette”.
E lei è felice qui a Bologna?
“Certo che lo sono e anche mia moglie Lauren lo è”.
Che tipo di papà è con la piccola Lake?
“Cerco di essere un papà autoritario, ma è difficile: quando la vedi così piccolina. Non ha nemmeno due anni, ma ha una personalità incredibile, è pazza. Ormai è lei il capo in casa”.
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