Orsolini e Ferguson, le Due Torri di Italiano: il Bologna a caccia di certezze da Champions

L’ascolano si è ripreso in tre partite lo scettro di bomber, lo scozzese al rientro dà già lezioni di leadership ed entusiasmo

di MASSIMO VITALI
4 novembre 2024
Orsolini e Ferguson, le Due Torri di Italiano. Il Bologna a caccia di certezze da Champions

L’ascolano si è ripreso in tre partite lo scettro di bomber, lo scozzese al rientro dà già lezioni di leadership ed entusiasmo .

Bologna, 4 novembre 2024 – Ferguson che torna in campo a 203 giorni di distanza dal crac del crociato e Orsolini che firma il suo quarto gol in campionato. Che cos’hanno in comune i due risolutori della sfida col Lecce? Lo scozzese ha avviato l’azione del gol, l’ascolano l’ha conclusa più che degnamente trovando la rete che ha regalato a Italiano la seconda vittoria consecutiva in campionato.

Premiata ditta Lewis & Orso. Banalizzando (ma non troppo): il Bologna ha ritrovato le sue Due Torri. Come noto a Bologna di torri, e parliamo di quelle vere, un tempo ce n’era una foresta e oggi non ce ne sono quasi più, salvo poche illustri sopravvissute. Vale un po’, nel suo piccolo, anche per Casteldebole, dove le ‘torri’ dell’ultima stagione si chiamavano Zirkzee, Calafiori e Saelemaekers: decapitate sull’altare del mercato.

Orsolini no, sul mercato nell’ultima estate non c’è mai stato lui che ad agosto ha inaugurato la sua ottava stagione in rossoblù: un record di fedeltà alla maglia che viaggia in controtendenza rispetto all’"oggi ci sei, domani no" che per i calciatori sembra essere diventata la regola. E così, ridendo e scherzando (e quasi mai immusonendosi, perché il ‘muso’ è una maschera che non gli appartiene), Orsolini col Lecce ha centrato il traguardo dei 60 gol ufficiali con la maglia del Bologna, candidandosi già al ruolo di capocannoniere stagionale della squadra.

Quanto pesi nel Pil rossoblù Orsolini, al netto delle pause che si prende a ogni avvio di stagione, è ormai materia consegnata ai libri di storia. Ma d’ora in avanti Italiano potrà contare anche su Ferguson, il cui infortunio in estate ha avuto un solo vero effetto benefico: nessuno acquista un calciatore destinato a una lunga sosta in infermeria.

Da quell’infermeria, ovvero dal rigeneratore automatico che è l’Isokinetic, Ferguson è uscito come nuovo. Adesso sarebbe ingiusto chiedergli di incidere subito come nei giorni migliori.

Serve un po’ di rodaggio, che nel calcio assume la forma dei minutaggi a crescere. Tradotto: è impensabile che Italiano gli consegni le chiavi del centrocampo già domani notte col Monaco in Champions, ma nulla vieta di pensare che ciò possa accadere il 27 novembre al Dall’Ara col Lille, che è poi la ragione ultima per cui i dirigenti rossoblù hanno inserito Ferguson in lista Uefa. Le Due Torri, finalmente.

E pazienza se altre torri all’appello mancano perché i sostituti fin qui non si sono rivelati all’altezza. Al posto di Zirkzee è arrivato Dallinga, Calafiori è stato sostituito con Erlic e Casale e Saelemaekers con il lungodegente Cambiaghi. Mettetevi nei panni di Italiano, che nonostante questa acclarata sottrazione di valori e un mercato che non gli ha dato quasi nulla (fa eccezione il Miranda in spolvero ammirato col Lecce) è riuscito comunque a trovare una linea di galleggiamento in campionato. La Champions è tutto un altro film, che fin qui ha visto il Bologna recitare da comparsa. Ma chissà che il risveglio in campionato non preluda a un colpo da tre punti col Monaco. Allora sì che sarebbe svolta vera.

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