Donnarumma para rigori e polemiche: "Siamo noi i campioni". Italia con il muro a Berlino
Dopo la sconfitta con la Spagna il capitano si è fatto sentire nello spogliatoio. L’eroe di Wembley è stato il migliore del gruppo di Spalletti nella prima fase. A soli 25 anni ha già messo nel mirino Buffon, del quale ha raccolto l’eredità
C’era una volta Paperumma. O Dollarumma, nomignolo ingenerosamente attribuito al loro ex beniamino dai tifosi rossoneri che mai accettarono il “tradimento” del gigante di Castellammare di Stabia avvenuto nell’estate del 2021. Proprio in quei giorni, con la maglia della nazionale, il pararigori Donnarumma diventava uno dei protagonisti dell’Europeo vinto in Inghilterra, ma nei suoi confronti si era ancora troppo tiepidi. Per quel suo contratto milionario col Psg che faceva molto discutere.
Tre anni dopo le cose sono decisamente cambiate: perché Super Gigio sta dimostrando partita dopo partita (se ancora ce ne fosse bisogno) di essere l’unico vero fuoriclasse dell’Italia nella rassegna continentale. Non ce ne vogliano Chiesa e Jorginho (altri due che a Londra c’erano) ma se se siamo ancora in corsa, con la possibilità di giocarsi a Berlino un posto per i quarti di finale, il merito è soprattutto di quel ragazzone di oltre due metri che vola da un palo all’altro della porta.
Da campione d’Europa in carica il capitano degli azzurri si è preso il gruppo sulle spalle, perché pur avendo soltanto 25 anni, nel calcio ha già contato tre vite: la prima nel Milan, la seconda nel Psg, la terza in Nazionale. Nel suo ruolo ha pochissimi rivali, non solo nel Vecchio Continente, nel mondo. Contro l’Albania ha pagato a caro prezzo l’errore di Dimarco dopo appena 23 secondi, la grande Spagna ha avuto bisogno di un autogol per scardinare il fortino azzurro dopo che Gigione aveva neutralizzato ben nove conclusioni (quattro parate strepitose) sui 19 tiri effettuati dalle Furie Rosse. "Voi avete uno dei migliori portieri al mondo, ha compiuto delle parate dove pensavo non potesse arrivare", l’elogio a fine partita di Alvaro Morata. "Perdiamo e vinciamo tutti insieme", la risposta da vero capitano e uomo-squadra di Donnarumma, che giusto per non smentirsi è stato migliore in campo anche contro la Croazia. Prima intercettando il tiro di Sucic, poi ipnotizzando Modric dal dischetto e infine “murando” Budimir prima di arrendersi proprio al capitano dei croati avventatosi su un pallone vagante a pochi metri dalla porta. Tanta roba che conferma lo stato di grazia.
Dopo la partita choc con gli iberici il primo a reagire è stato proprio Gigio: spronando ma al tempo stesso confortando e rassicurando lo spogliatoio, con la serenità e la calma di chi, alla sua età, ha già collezionato più di un terzo delle presenze di Buffon (65 rispetto a 176), il suo modello di riferimento. "La Spagna ci ha fatto molto male. Ci ha ammazzato, ma adesso dobbiamo rialzarci, siamo l’Italia, siamo i campioni in carica, siamo ancora in corsa, liberiamo le nostre energie positive". Parole per scuotere un gruppo col morale a pezzi. Ma che sono servite ai fini del risultato. Arrivato non senza i soliti patemi.
L’Italia e Spalletti pendono dalle sue braccia per continuare il cammino europeo: il ct solo sa quanto, in questo momento, Donnarumma sia più prezioso di sempre. Anche a Berlino esibiremo il nostro Muro che tutto il mondo ci invidia, il portiere che in nazionale ha esordito a soli 17 anni e 189 giorni. Solo uno dei numeri che aiutano a comprendere perché ci si debba aggrappare a San Gigio di Castellammare. Teniamocelo stretto. Ora e sempre.
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