Come sono cambiati gli Europei di calcio in 64 anni: regolamenti e curiosità

Prima edizione nel 1960 a 4 squadre, l’ultima in Inghilterra con 24: ecco come la competizione si è sviluppata nel tempo

di MANUEL MINGUZZI
13 giugno 2024

Sessantaquattro anni di Europei. Dal 14 giugno al 14 luglio si disputerà la diciassettesima edizione della rassegna continentale, paese ospitante la Germania, partita nel 1960 dalla Francia, quando le squadre partecipanti alla fase finale erano solo 4. Sono cambiati i tempi, il calcio si è evoluto, e così anche gli Europei, che si sono allargati prima a 8 squadre, poi a 16 e infine alle attuali 24. Vediamo la storia di questa competizione.

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La nazionale campione d'Europa nel 1968
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Le formule dal ’60 a oggi

Gli Europei per nazionali sono nati nel 1960 grazie all’idea di Henri Delaunay e si disputano ogni 4 anni. Le prime edizioni avevano un numero ristretto di partecipanti e infatti dal 1960 al 1976 solo quattro squadre partecipavano alla fase finale con semifinali e finalissima. Il primo allargamento c’è stato nel 1980 quando si è passati a otto formazioni divise in due gironi, prima con uno schema che prevedeva le prime dei due gironi giocarsi il titolo in finale (le seconde giocavano la finalina per il terzo), poi si è passati alla formula semifinale più finale. Fino al 1992 le squadre sono state solo 8, poi nel 1996 si è passati a 16 suddivise in quattro gironi e poi tabellone a eliminazione diretta con quarti, semifinali e finale. Questo formato è stato mantenuto fino al 2012 quando c’è stato l’allargamento a 24 squadre. Le partecipanti, come nella formula attuale, sono state divise in sei gironi con passaggio del turno delle prime due di ogni girone e delle migliori quattro terze.

La storia della competizione e le vincitrici

Nel 1960 la fase finale era a sole 4 squadre, stabilite tramite un tabellone a eliminazione diretta con ottavi e quarti di finale in gara di andata e ritorno. La prima edizione si disputò in Francia con il successo dell’Unione Sovietica che ebbe la meglio 3-0 contro la Cecoslovaccha e poi in finale per due a uno sulla Jugoslavia che aveva battuto per 4-5 i padroni di casa transalpini. Quattro anni più tardi in Spagna vinsero gli iberici che sconfissero in semifinale l’Ungheria 2-1 e in finale l’Urss per 2-1 (l’Italia venne sconfitta negli ottavi per mano dei russi). Il 1968 fu invece l’anno degli azzurri che vinsero in casa a Roma il primo trofeo della loro storia. Fu successo sofferto perché in semifinale Italia-Urss a Napoli finì 0-0 e servì il sorteggio per decretare la finalista: la scelta di Facchetti alla monetina si rivelò decisiva. In finale Italia e Jugoslavia chiusero in parità la prima partita (Dzajic al 39’ e Domenghini all’80’) e in assenza di supplementari e rigori si andò alla ripetizione a 48 ore di distanza. Stavolta l’Italia ebbe la meglio con due gol nel primo tempo di Riva e Anastasi. Nel 1972 ci fu invece il primo successo della Germiana Ovest, sconfitta la Russia in finale, mentre nel 1976, ultima edizione della fase finale a 4 squadre, vinse la Cecoslovacchia in finale sulla Germania Ovest.

Dal 1980 la competizione raddoppiò e passò a 8 squadre partecipanti suddivise in due gironi, in cui la prima di ogni gruppo accedeva alla finale mentre alla seconda rimaneva la finalina per il terzo posto. L’Italia non riuscì a vincere il girone e chiuse seconda alle spalle del Belgio, mentre la Germania vinceva per la seconda volta sconfiggendo i belgi in finale 2-1 con gol decisivo di Hrubesch a due minuti dal termine. Nel 1984 primo storico successo dei francesi che ebbero la meglio in finale sulla Spagna, con l’Italia che invece non riuscì a qualificarsi alla fase finale. Fu l’Europeo di Michel Platini. Il 1988 è stato invece l’Europeo di Van Basten con uno spettacolare gol in finale contro l’Urss a Monaco di Baviera: destro al volo a superare il portiere Dasayev. Tripudio orange con l’altro milanista Gullit a siglare il vantaggio. L’Italia non riuscì ad arrivare in finale essendo stata fermata in semifinale dai russi per due a zero con gol di Lytovcenko e Protasov. L’edizione 1992 passò alla storia per il trionfo della Danimarca, che non aveva ottenuto accesso alla fase finale ma venne ripescata a causa della guerra dei Balcani che privò la Jugoslavia della partecipazione. I giocatori danesi erano già in vacanza e vennero richiamati in fretta e furia e alla fine fu storia. I nordici ottennero la qualificazione alla semifinale con il successo in extremis contro la Francia nell’ultima partita del girone, poi passarono ai rigori contro l’Olanda, errore di Van Basten, e infine stesero i tedeschi in finale 2-0 con Jensen e Vilfort.

Passando al 1996 ci fu un nuovo cambio di formula con l’allargamento a 16 squadre suddivise in quattro gironi da 4, ma l’Italia di Arrigo Sacchi, reduce dalla finale mondiale del 1994, venne eliminata nella fase a gironi vincendo 2-1 con la Russia ma perdendo con la Repubblica Ceca e pareggiando 0-0 con la Germania, risultato che qualificò i tedeschi che poi andarono a vincere la competizione in finale proprio contro i cechi. Decisivo il golden gol di Bierhoff ai supplementari. L’edizione del 2000 fu quella della beffa per la nazionale di Zoff che in Olanda fece punteggio pieno ai gironi (vittorie su Turchia, Belgio e Svezia), poi netto due a ero alla Romania nei quarti e la stoica semifinale contro l’Olanda vinta ai rigori nonostante l’uomo in meno (Toldo superlativo). In finale ci fu invece l’amarezza per il gol di Wiltord al 94’ che mandò la sfida al supplementare dopo il vantaggio di Delvecchio al 55’. Ancora golden gol a decidere la finale, stavolta con Trezeguet. Il 2004 venne ricordato come l’anno del biscotto tra Svezia e Danimarca che pareggiarono due a due nel girone per eliminare proprio l’Italia che chiuse terza nonostante gli stessi punti delle prime due. Il torneo venne poi vinto a sorpresa dalla Grecia che eliminò la Francia ai quarti, poi la Rep. Ceca in semifinale e il Portogallo di Ronaldo in finale. Nel 2008, sempre a 16 squadre, l’Italia di Donadoni si espresse a singhiozzo e passò al pelo il girone con Olanda, Francia e Romania, ma l’incrocio con la Spagna ai quarti fu deleterio e le furie rosse passarono ai rigori con gli errori di De Rossi e Di Natale. Gli iberici vinsero poi il loro secondo europeo in finale contro la Germania (Torres). Nel 2012 ultimo torneo a 16 squadre in Ucraina e Polonia e l’Italia fece ottime cose fino ad arrivare alla finale con la Spagna, che nel frattempo aveva vinto anche il mondiale. Superata l’Inghilterra ai rigori, la nazionale di Prandelli fece una strepitosa semifinale contro i tedeschi, liquidati con una doppietta di Balotelli, ma in finale non ci fu nulla da fare contro la Spagna (4-0).

Nel 2016 via alla nuova formula allargata a 24 squadre suddivise in sei gironi, come l’attuale formula. L’Italia, passata sotto la guida Conte, è stata capace di un buon girone di qualificazione (due vittorie e una sconfitta) e di un ottavo di finale stratosferico contro la Spagna campione, eliminata con Chiellini e Pellè, ma l’avventura è successivamente terminata ai quarti contro la Germania ai rigori, passati alla storia per gli errori di Zaza e Pellè. L’edizione 2020, rimandata di un anno a causa della pandemia, ha invece visto il trionfo dell’Italia di Roberto Mancini, autore di un percorso netto nel girone contro Galles, Svizzera e Turchia, poi una fase a eliminazione diretta da brividi con la vittoria contro l’Austria, grazie al Var che ha sanato un fuorigioco di Arnautovic, poi il 2-1 al Belgio nei quarti e l’emozionante semifinale con la Spagna vinta ai rigori. L’11 luglio 2021, a Wembley, la nazionale ha poi fatto la storia con il gol di Bonucci a rimontare il vantaggio di Shaw, poi un Gigio Donnarumma stellare nel murare Rashford, Sancho e Saka ai rigori. Tripudio e successo azzurro.

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