L'Inter azzanna il Milan e stravince il derby: 5-1
Doppietta di Mkhitaryan, Thuram, Calhanoglu e Frattesi: tripudio nerazzurro nella prima sfida della stagione. Fallito l'esame di maturità dei rossoneri. Che batosta
Milano, 16 settembre 2023 – Milano è ancora nerazzurra. L’Inter domina il derby e stende il Milan con un poverissimo di pregevole fattura (5-1), infilzando i cugini con un sagace piano tattico e sfruttando un Thuram in versione stellare. Inzaghi l’ha vinta con la strategia, lasciando sfogare i rossoneri per poi punirli in contropiede grazie alla velocità dei suoi. Thuram ha devastato Thiaw, propiziato il primo gol di Mkhitaryan e segnato uno da favola nel sette, poi nella ripresa Leao aveva accorciato ma ancora l’armeno, un rigore di Calhanoglu e il classico inserimento di Frattesi hanno chiuso i discorsi. E’ tripudio nerazzurro per la prima mini fuga sui cugini, con la Juve che resta in corsa dopo il successo con la Lazio. Ma l’Inter ha mandato un segnale chiaro della propria forza nella corsa alla seconda stella e, anche se si tratta dei vagiti iniziale del campionato, si dovrà tenere conto del primo grande schiaffo. Ora la Champions League. Milan bocciato e rimandato.
La partita: Thuram, che avvio
Simone Inzaghi lancia il recuperato Acerbi al centro della difesa con Bastoni e Darmian ai lati, per il resto scelte canoniche negli altri reparti con Lautaro e Thuram coppia d’attacco. Pioli sceglie Kjaer e Thiaw in difesa, non c’è Tomori e l’Inter punterà lì, davanti tridente Leao, Giroud, Pulisic. I nerazzurri aprono subito uno squarcio sul punto debole del primo tempo, che corrisponde al nome di Malick Thiaw, con l’intento di infilare il coltello nella piaga. Marcus Thuram decide di puntarlo sempre e comunque in ogni situazione e alla prima fuga al sesto minuto propizia il gol: il difensore reclama un fallo che non c’è mentre il francese serve Dimarco per il tiro che diventa assist per Mkhitaryan, 1-0. Il Milan sbanda e poco dopo Dimarco mette il cross, ma l’armeno stavolta spreca a centro area. La tattica di Inzaghi è chiara: lasciare palla al Milan, intasare gli spazi e poi sfruttare gli errori per ripartire in campo aperto dove Thuram ha individuato in Thiaw l’uomo da puntare. Il Milan infatti tiene il possesso ma non ha gli sfoghi in fascia e nemmeno in zona centrale, così l’Inter sfrutta la verticale con la velocità del francese e la fisicità di Lautaro. I rossoneri hanno un sussulto a metà tempo quando sembrano prendere in mano la partita, ma Leao, imbeccato da Hernandez, è in fuorigioco davanti a Sommer. Serve una giocata individuale e la fa Hernandez che va in percussione saltando tutti ma senza trovare la porta col diagonale. E spesso nel calcio succede che nel momento migliore di una squadra segna l’altra. Al 38’ all’Inter bastano tre tocchi: Lautaro apre, Dumfries fugge e serve Thuram, dribbling secco su Thiaw e palla nel sette. San Siro, di parte nerazzurra, in visibilio: 2-0 sontuoso. Dall’altra parte Sommer non ha molto da fare se non l’ordinaria amministrazione e anche l’ultima punizione dal limite, al 45’, viene sprecata malamente da Giroud. Il Milan ha dunque tenuto il possesso ma l’Inter ha segnato. All’intervallo è doppio vantaggio.
Punizione severa
Il Milan prova a partire forte anche nella ripresa, sempre con il controllo della palla con l’Inter che volutamente aspetta e controlla gli spazi, ma non ci sono occasioni da rete sempre per il solito problema: non ci sono varchi e Leao fatica ad innescarsi. L’Inter può allora proseguire con la tattica imbastita, cercando di partire immediatamente in verticale appena rubata palla e innescando l’uno contro uno in contropiede. Avendo uomini veloci, i difensori del Milan meno, la strategia è redditizia. Serve qualcuno che accenda la miccia a Pioli: il prescelto è Chukwueze. La chiave resta Leao, perché alla prima fuga alle spalle di Darmian il Milan accorcia: palla filtrante di Giroud e piattone del portoghese: 2-1 al 58’. Si accende la partita sotto un acquazzone sesquipedale, Inzaghi non è soddisfatto e ordina i cambi all’ora di gioco, dentro Frattesi, Arnautovic e Carlos Augusto per Barella, Thuram e Dimarco. L’Inter non si fa spaventare dal gol milanista e i cambi danno quella dose di energia che serviva a Inzaghi. Subito Carlos Augusto impegna Maignan dalla distanza, ma al 69’ ennesima ripartenza di prima e ancora gol nerazzurro. Scambio a centrocampo nello stretto con Calhanoglu che esce in fascia, poi palla per Lautaro che addomestica per Mkhitaryan: destro e 3-1. Il Milan sbanda nuovamente, perde i riferimenti e l’Inter riesce con ancora maggior efficacia a ripartire in contropiede sulle voragini concesse in campo aperto. Inzaghi predica calma e i suoi riescono anche a gestire meglio il possesso, mentre Pioli ci prova ancora con i cambi: dentro Okafor, Jovic e Florenzi. Non ha tempo per tarare le sostituzioni perché Hernandez arriva in ritardo su una palla vagante e colpisce Lautaro in piena area di rigore: Sozza non ha dubbi. Dal dischetto Calhanoglu segna il quarto. Game set and match. San Siro esplode, parte il coro ‘Inter Inter’ e i decibel si alzano per un derby ormai chiuso a doppia mandata. Il match è talmente indirizzato che Inzaghi sceglie di far riposare Calhanoglu per inserire Asllani. Il finale è garbage time sotto gli olè dei tifosi dell’Inter che sbeffeggiano i rivali cittadini. Non c’è altro da dire perché il Milan non ha più l’energia per tentare un abbozzo di rimonta e anzi arriva la punizione del quinto gol con l’ennesima sgroppata con contropiede: stavolta Mkhitaryan lancia Frattesi che ha la gamba giusta per battere tutti, Maignan compreso. Sono cinque, che punizione. Il primo derby dell’anno va in archivio e segue il solco degli ultimi, l’Inter è prima in campionato a punteggio pieno con tredici gol segnati e uno solo subito. Il messaggio recapitato a tutte è abbastanza chiaro: obiettivo seconda stella.
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