Juve, avanti con Allegri (salvo sorprese): ma il club vuole una rivoluzione anche in campo
Il futuro bianconero: presto la partenza di big come Di Maria, Rabiot, Paredes e probabilmente Vlahovic, forse Chiesa. In attesa che Giuntoli si liberi dal Napoli, tanti dubbi sulla squadra che verrà
Torino, 5 giugno 2023 – Avanti con Allegri. Fino a prova contraria, fino a che altre sorprese non decidano di segnare la pazza stagione della Juve anche in coda. Ma Max, a Udine, si è già smarcato dalle logiche che hanno segnato l’ultima annata della Signora: lui, stavolta, farà solo l’allenatore, e non il mentore, il parafulmine, il gestore designato anche delle varie ed eventuali. Nel dopo partita della Dacia Arena, il tecnico ha difeso strenuamente il valore di quanto la squadra ha ottenuto in dieci mesi trascorsi tutti in altalena, fra campo e fuori. Individuando poi in Francesco Calvo, ora a capo dell’area tecnica, l’uomo cui è doveroso passare ora la palla, ovviamente un po' avvelenata.
Le ferie agognate da Max stenteranno a partire, perché già in settimana l’allenatore incontrerà la dirigenza alla Continassa. Un summit per chiarire i programmi di un club che, al netto di infortuni e udienze, si aspettava ben altro dall’ultima stagione. Lo stesso Max, dopo la sconfitta di Siviglia in Europa League, si era spinto a dire che non sarebbe tornato alla Juve se avesse voluto vincere. Dimenticando forse che, nel cuore di un’estate 2022 di traboccanti speranze, aveva ribadito il dovere, per una Signora che si infarciva di stelle, di riprendersi lo scudetto. Con Cristiano Giuntoli, ds in arrivo sempre a meno dei suddetti colpi di scena (nel qual caso sarebbe già pronto Giovanni Manna, cresciuto in casa) si creerà un tandem toscano per la guida tecnica bianconera. L’artefice del capolavoro del Napoli, per inedite esigenze di bilancio a Torino, dovrà proseguire nella caccia dei migliori talenti low cost. Max, dal canto suo, avrà a disposizione una rosa meno nobile di quelle che gli avevano portato tanti trofei. Ma il compito non è meno stimolante e già avviato, se è vero che in pochi mesi è riuscito a lanciare Nicolò Fagioli, Fabio Miretti, Matias Soulé, Federico Gatti, Samuel Iling Junior, Enzo Barrenechea, Tommaso Barbieri: il nuovo che avanza alla Juve, e che dovrà sobbarcarsi responsabilità crescenti visti gli addii ormai certi di Angel Di Maria, Adrien Rabiot, Leandro Paredes e probabilmente anche di Dusan Vlahovic, e forse di Federico Chiesa. Chi arriverà? Il sogno è Rasmus Hojlund, che però piace già (troppo) in Premier, con valutazioni che si impennano di conseguenza. Più praticabili le ipotesi Wilfried Gnonto o Gianluca Scamacca per l’attacco. In mediana, caldo il nome di Nicolò Rovella, dopo l’esperienza al Monza, mentre è dura per Davide Frattesi, già nel mirino del Milan. Per la difesa, caldo il nome di Carlos Augusto del Monza. I dubbi riguardano la reale attitudine di Allegri a vestire i panni del formatore e riformatore, con bilanci e sogni che nel frattempo saranno autorizzati solo a voli radenti. E pure la pazienza che l’ambiente saprà dimostrare dopo due stagioni senza titoli. La missione più difficile sarà quella di ritrovare la via del gol. Se la difesa ha tutto sommato tenuto nell’ultima stagione, le 1,47 reti di media a partita dell’ultimo campionato sono un bottino troppo modesto per parlare di bilancio soddisfacente, utilizzando il Napoli irraggiungibile per mettersi al riparo dalle critiche. Nell’era dei tre punti e del torneo a venti squadre, solo una media prossima ai due gol a partita ha potuto garantire il titolo. Troppo spesso si è vista una Juve attendista, riflessiva per non dire appiattita – specialmente nei primi tempi, salvo poi sciogliersi nei secondi – l’esatto contrario di quanto è lecito aspettarsi da una squadra che anche nell’ultimo biennio ha dominato le altre per monte ingaggi.
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