Juve, caos e paura: la Coppa Italia può salvare la stagione

La Lazio sfiora l’impresa, poi Milk salva tutto e Allegri tira un sospiro di sollievo: la vittoria della Coppa Italia per salvare una brutta stagione (e forse la panchina)

di MANUEL MINGUZZI -
24 aprile 2024
Massimiliano Allegri

Massimiliano Allegri

Torino, 24 aprile 2024 – La Coppa Italia per riportare un trofeo in bacheca e salvare la stagione. La missione è questa, oltre ovviamente al ritorno in Champions League. Da tre anni i bianconeri non inseriscono una nuova coppa in bacheca e per gli ultimi trionfi serve tornare la 2021. A gennaio la Juve vinse la Supercoppa Italiana al Mapei Stadium contro il Napoli per due a zero, mentre a maggio ci fu il successo in Coppa Italia contro l’Atalanta per due a uno. Riportare una coppa a Torino darebbe comunque un impulso importante sulla strada del ritorno ad alti livelli, che nel futuro dovrà contemplare sia una concreta candidatura per lo Scudetto e soprattutto una ritrovata competitività europea, con alle porte il rientro in Champions League e la partecipazione al mondiale per club 2025. Insomma, la Coppa Italia è importante e rappresenta uno snodo cruciale e per ora Allegri, seppur in mezzo a mille sofferenze, è rimasto in corsa.  

Il rischio dell’Olimpico

Un’altra brutta prestazione per la Juve. Il ritorno della semifinale di Coppa Italia con la Lazio ha vissuto su un gol salvifico di Milik, a decretare il passaggio del turno dopo il doppio gol biancoceleste che avere pareggiato il due a zero bianconero dell’andata. Il rischio di andare ai supplementari è stato concreto e la tensione si è percepita anche in panchina, con la liberazione finale per il triplice fischio di Orsato che ha sì qualificato la Juve ma anche aperto ulteriori squarci sul tenore delle prestazioni della squadra di Allegri. Nessuno, dopo l’andata, poteva immaginare una sofferenza tale, ma forse è anche da queste situazioni che si può uscire rafforzati nel carattere. Di sicuro, la poca espressione calcistica della squadra bianconera è sotto gli occhi di tutti e non ci sono tracce di miglioramenti continuativi da quella crisi innescata con il pareggio di Baldanzi in Juve-Empoli, poco prima dello scontro diretto con l’Inter. Quello bianconero appare un lungo trascinarsi verso il finale di stagione, con un campionato sfuggito a febbraio e ora c’è solo la necessità di fare quei pochi punti necessari alla Champions, mentre in Coppa Italia stanno bastando le giocate dei singoli nella rincorsa ad un trofeo che manca da tre anni. A facilitare le cose anche un tabellone fattibile, con la Salernitana agli ottavi e addirittura il Frosinone ai quarti, eliminato il Napoli, fino alla semifinale con la Lazio, squadra sicuramente pericolosa ma reduce da una stagione sottotono.  

Allegri: “Colpa nostra”

Una partita di grande sofferenza, ma in qualche modo portata a casa. In questi casi c’è da prendere il buono e analizzare il brutto e sicuramente la finale di Coppa Italia consegna alla Juve, contro una tra Atalanta e Fiorentina, la possibilità di rivincere un trofeo dopo tre anni, e cancellare anche le recenti finali perse contro l’Inter, soprattutto in Supercoppa. Ma Allegri dovrà capire l’origine della brutta prestazione, non solo in ottica finale ma anche in vista di Juve-Milan di sabato, che di fatto vale un pezzo di secondo posto e un pezzo consistente di Champions League, l’altro obiettivo dei bianconeri. Troppo brutta per essere vera la Juve anche a fronte della recente crisi. Allegri ha provato a metterla sul piano mentale: “Giochiamo partite pesanti e con l’obbligo di vincere e alla Juve non siamo abituati da un anno e mezzo - le sue parole - Le critiche quando lavori in questa società ci sono sempre. La colpa è nostra perché abbiamo fatto un girone di andata che nessuno si aspettava e ad un certo punto tutti pensavano che potessimo lottare per lo Scudetto”. Insomma, un rendimento sopra le aspettative che ha deviato la percezione sul reale valore della squadra. Ma nella sofferenza si può crescere, così la pensa Mattia Perin, tornato titolare: “Nulla si ottiene senza sofferenza e noi siamo abituati”, il suo commento dopo la partita.  

La Coppa Italia per tenersi la panchina

E si parla molto del futuro di Max, dato in uscita e con l’ombra di Thiago Motta alle spalle. La Coppa Italia, però, potrebbe essere un appiglio per tenersi la panchina, se non altro perché Allegri ha contratto e dovrebbe essere esonerato oppure arrivare ad un accordo per transare il contratto. Già settimana scorsa Giuntoli aveva rilasciato dichiarazioni che sembravano andare nell’ottica di una conferma e anche ieri sera è rimasto su questo solco prospettico: “Per noi la Coppa Italia è un traguardo importante - le sue parole - Allegri? Parleremo con lui e ci confronteremo sul mercato e sulle cose da fare in futuro, ma per prima cosa c’è da mettere a posto il bilancio”. Del futuro ha parlato anche un ex come Giannichedda, come riportato da Tuttojuve: “Allegri credo abbia il 50% di possibilità di restare, ma ora serve rimanere concentrati sugli obiettivi stagionali”. Ma il futuro con Cristiano Giuntoli è anche fatto di scouting, di osservatori che possano ricreare anche a Torino un mercato sostenibile fatto di giocatori di talento da prelevare a basso costo, per generare valore tecnico e, in caso di necessità, plusvalenze corpose da reinvestire in entrata. Per questo motivo si ragiona su un nuovo capo scout nella squadra di lavoro del direttore e sono tre gli attuali candidati a ricoprire tale figura. Il favorito sembrerebbe Michele Frattini, premiato come migliore nel 2022 e nel 2023, ma anche le candidature di Leonardo Mantovani e Matteo Scala restano valide. Secondo tuttojuve la scelta definitiva verrà fatta nelle prossime settimane. Tutto passa da qui, non a caso Giuntoli tutte le volte parla di ‘mercato sostenibile’, perché la doppia missione è migliorare i dati di bilancio e al tempo stesso migliorare la qualità della rosa. Due aspetti che possono essere coniugati solo con un’area scouting più incisiva e che permetta innesti alla Kvara, cioè a costi contenuti ma dall'alto rendimento. Solo così, ripartendo da una migliore finalizzazione degli investimenti, la Juve potrà ritrovare competitività senza chiedere all’azionista di maggioranza ulteriori aumenti di capitale. E in questa ottica si inserisce la conferma o meno di Allegri, che ha contratto, oneroso, e una sostituzione appesantirebbe il bilancio assieme ai 10 milioni da destinare a Cristiano Ronaldo.

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