Napoli, Kim: "Qui emozioni stupende che non so se vivrò altrove"

Gode ancora il sudcoreano, che però per il momento non firma il rinnovo aprendo così le strade a una possibile cessione quest'estate

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
11 maggio 2023
Kim Min Jae (Ansa)

Kim Min Jae (Ansa)

Napoli, 11 maggio 2023 - Il suo futuro al Napoli è appeso a un filo che si chiama clausola rescissoria. Eppure Kim Min-Jae per ora non ha voglia di pensare a cosa succederà tra qualche mese: il focus è ancora tutto su una festa scudetto destinata a durare ancora a lungo.

Le dichiarazioni di Kim

A dichiararlo è stato il diretto interessato, intercettato da una televisione sudcoreana: parole dalle quali trasuda ancora tutta l'emozione per un risultato a dir poco storico e per certi versi ancora da metabolizzare. "Vincere qui mi ha reso molto felice al punto da non sapere neanche come esprimere questa soddisfazione: abbiamo raggiunto un traguardo molto sudato e non so se in carriera rivivrò delle emozioni del genere sia a livello sportivo sia di festeggiamenti". L'incredulità di Kim verso uno scudetto che all'interno della squadra azzurra evidentemente è stato vissuto con un senso di incertezza che, classifica alla mano, non ha mai trovato giustificazioni si è scontrata con una realtà invece bellissima: il tutto è successo nella cornice della Dacia Arena. "Quella sera, dopo aver visto tutti i nostri tifosi festeggiare allo stadio e in strada dopo una partita molto dura, mi sono reso conto dell'impresa che avevamo compiuto: tutta quella gioia per me è stata un'esperienza completamente inedita". La vittoria del campionato nel capoluogo campano ha anche dei risvolti 'economici' tutti particolari. "Spesso mi sento a disagio perché molti tifosi mi offrono il caffè al bar oppure cambiano i prezzi sui menù dei ristoranti solo per me". E dire che Kim, fino a pochi mesi fa, era piuttosto all'oscuro della storia del club partenopeo: compreso il conteggio del palmares della società. Eppure, a dispetto di questa giustificatissima 'ignoranza', proprio il sudcoreano si sente in un certo senso un talismano per il Napoli e per un lunghissimo digiuno finalmente interrotto. "Mio fratello mi disse che qui non si vinceva il campionato da 33 anni e che io indosso la maglia numero 3: una combinazione che poi si è rivelata perfetta. Ci tengo molto al 3, così come al 4 che ho in Nazionale: adesso a maggior ragione non ho intenzione di cambiare nessuno dei due numeri". Una scelta molto lecita e prevedibile. Meno prevedibile è stato il clamoroso seguito ottenuto quest'anno dal Napoli in Corea del Sud grazie al beniamino locale. "Molte partite venivano trasmesse di notte o all'alba: ringrazio i tifosi per questo tipo di supporto così speciale".

Bivio clausola

Eppure, curiosamente, proprio Kim potrebbe essere il primo eroe dello scudetto a salutare in un'estate in cui Aurelio De Laurentiis non ha comunque intenzione di smantellare la squadra. La situazione legata al difensore è però particolare e complicata, al punto che il potere di controllo del Napoli al riguardo è piuttosto basso. Nella prima metà di luglio infatti qualsiasi squadra estera potrà prelevare il classe '96 a fronte del pagamento di una clausola rescissoria da 50 milioni. Per De Laurentiis il bivio non è di quelli di più facile risoluzione: da una parte ci sarebbe una sicurissima plusvalenza, dall'altra la perdita del baluardo difensivo degli azzurri. Certo, il Napoli negli anni ha dimostrato di saper assorbire praticamente tutti gli addii cadendo di fatto sempre in piedi, ma non sempre il gioco delle sostituzioni riesce pienamente: specialmente in un reparto delicato come quello difensivo. La palla però, mai come in questo caso, è nelle mani del giocatore in questione, con Kim che potrebbe risolvere sul nascere la questione firmando un rinnovo da qui a luglio che significherebbe porte chiuse in faccia alle tante contendenti: su tutte il Manchester United, che è sulle tracce dell'ex Fenerbahce da ben prima della sua effettiva esplosione. Proprio l'eventuale destinazione Premier League garantirebbe al Napoli un guadagno di 10 milioni in più rispetto a quanto entrerebbe nelle casse attraverso altri campionati. Si tratta di un'altra geniale intuizione di De Laurentiis e del suo entourage, bravi a parametrare l'eventuale introito al fatturato del possibile acquirente: tanto per dimostrare ulteriormente che dietro l'exploit stagionale del club partenopeo c'è una programmazione che mal si sposa con la teoria di un successo estemporaneo e quasi fortunoso. Tutte belle considerazioni che forse non bastano a trattenere Kim, allettato dalle sirene della ricca Premier League. Anzi, ricchissima, come si evince dai 6 milioni netti all'anno che il sudcoreano potrebbe guadagnare in un campionato dai parametri economici impossibili da raggiungere in Italia. Specialmente in un club come quello partenopeo che da sempre porta avanti una linea societaria dove la prima regola è rispettare determinati paletti per non intaccare le finanze: paletti che potrebbero complicare non poco anche il rinnovo (e quindi la permanenza) di giocatori del calibro di Victor Osimhen. Si tratta dell'unico aspetto negativo del tripudio tuttora in corso: la fatica doppia, se non tripla, nel trattenere i pezzi grossi della rosa, a cui si sommerà il dissenso della piazza in caso di fumata nera. La suddetta piazza però, dopo l'esodo apparentemente mortifero della scorsa estate, probabilmente la lezione l'ha imparata bene: grazie alla mano sapiente di De Laurentiis è vietato parlare di ridimensionamento e smobilitazione anche a fronte di cessioni illustri. Un monito per la fetta più calda e polemica della tifoseria, quella che nelle ultime settimane ha dovuto fare mea culpa con il patron, ma anche per gli stessi giocatori, consapevoli che un eventuale muro contro muro negli uffici di Castel Volturno potrebbe non sortire gli effetti sperati. Certo, in questi casi il coltello è comunque dalla parte dei giocatori, legati ai club da contratti brevi e quindi in grado di svincolarsi nell'arco di pochi anni arrecando un notevole danno economico al club di appartenenza. Va pur detto però che il calcio è uno sport dall'evoluzione molto rapida e nessun giocatore, neanche il più forte, può concedersi il lusso di 'parcheggiarsi' in attesa di tempi migliori e magari squadre (reputate) migliori. Neanche Kim, che però al momento è ancora folgorato dai bagordi per una festa senza fine.

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