Napoli, c'è mercato intorno a Lindstrom. Ma Conte frena tutto

A sorpresa, nonostante una stagione da dimenticare, il danese ha diversi estimatori: su tutti il Marsiglia. Ma il tecnico salentino vuole prima valutarlo in ritiro

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
21 giugno 2024
Jesper Lindstrom (Ansa)

Jesper Lindstrom (Ansa)

Napoli, 21 giugno 2024 – Un anno fa, di questi tempi, in casa Napoli cominciò il post scudetto all'insegna di nomi non esattamente altisonanti: dall'allenatore, Rudi Garcia, ai giocatori acquistati, Jens Cajuste, Natan e Jesper Lindstrom, tutti destinati loro malgrado a diventare gli emblemi di una stagione da dimenticare. La palma del flop dei flop, complice l'investimento effettuato dalla società partenopea per strapparlo all'Eintracht Francoforte (5 milioni per il prestito oneroso e 20 milioni per l'obbligo di riscatto), se l'è presa il danese, forse uno dei pochi elementi ad aver messo d'accordo tutti i tecnici passati sulla tribolata panchina azzurra. Tutti hanno provato a valorizzare il talento del classe 2000 con diversi tentativi a livello di modulo, minutaggio e approccio, ma niente da fare: Lindstrom è rimasto un oggetto misterioso, facendo segnare un triste zero nelle caselle di gol e assist nelle 29 presenze raccolte al Napoli, per un totale di 609' in campo tutt'altro che memorabili. Anzi, per la verità qualcosa di 'memorabile' c'è stato in quest'avventura finora da dimenticare: le diverse occasioni sciupate dal danese nei minuti finali di partite da raddrizzare e invece destinate ad arricchire la collezione stagionale di rimpianti azzurri. Tra sfortuna, imprecisione e mancanza di mordente, Lindstrom non è mai riuscito a diventare l'uomo della provvidenza di una squadra che avrebbe avuto bisogno proprio di un guizzo, di un episodio, per provare a sovvertire il corso di una stagione stregata per il gruppo e per i singoli. Eppure, nonostante un'annata praticamente da buttare, un po' a sorpresa c'è ancora parecchio mercato intorno a Lindstrom, che per età e per rendimento precedente ha ancora diversi estimatori in giro per l'Europa, al punto da rivelarsi un possibile uomo mercato di un Napoli a caccia di liquidità in entrata. Sempre a meno di diverso avviso di Antonio Conte.

L'equivoco tattico e le pretendenti

Se con i tre allenatori della scorsa stagione il feeling è stato scarso, così come con l'intera piazza, l'ultima carta che può giocarsi Lindstrom per continuare a sperare nella permanenza in azzurro è proprio il nuovo tecnico, che è entrato a gamba tesa nella questione, rallentando una cessione che sembrava fatta, quella direzione Marsiglia. Invece, per ora, nonostante le alte temperature del periodo, tutto è congelato fino a nuovo ordine. La questione potrebbe dunque slittare fino al ritiro di Dimaro o addirittura a quello successivo di Castel di Sangro, con quest'ultimo che quest'estate sarà in formato ridotto a causa degli incombenti 32esimi di finale di Coppa Italia che dovrà disputare il Napoli a ridosso di Ferragosto: l'ennesimo sgradito 'souvenir' lasciato dalla scorsa stagione, quella grigia per i partenopei e in particolare per Lindstrom, forse poco valorizzato anche da un 4-3-3 vicino a essere riposto in cantina. Dietro il danese, a parziale scusante della sua annata deludente, c'è forse anche un equivoco tattico che lo ha dipinto come un esterno puro. Invece il classe 2000 nasce trequartista e solo grazie alla sua grande velocità, abbinata a un'ottima capacità di saltare l'uomo grazie al dribbling, può all'occorrenza giocare da ala su entrambe le corsie. Dunque, in caso di utilizzo del 3-4-3 i problemi tattici potrebbero riproporsi per poi invece attenuarsi qualora Conte dovesse schierare il suo Napoli con il 3-5-2 o con il 3-5-1-1. Certo, in tutti i casi (se ne saprà di più il 26 giugno, giorno della presentazione ufficiale del nuovo tecnico) ad oggi risulta assai improbabile immaginare un Lindstrom titolare ai nastri di partenza della prossima stagione o addirittura da tenere in forte considerazione per plasmare la squadra chiamata a riconquistare i piani altissimi del calcio italiano. Anche nell'ipotesi di una fumata bianca da parte di Conte, il danese continuerà a indossare la maglia azzurra soltanto con i galloni della riserva di lusso desiderosa di provare a scalare le gerarchie. In caso invece di pollice verso, la speranza del Napoli è che intanto le pretendenti all'ex Eintracht Francoforte (Lione, Fiorentina e soprattutto il Marsiglia quasi di Roberto De Zerbi) siano ancora interessate e pronte a corrispondere i 25 milioni chiesti da De Laurentiis per liberarsi di colui che finora si è dimostrato uno degli acquisti meno performanti della sua ventennale gestione. L'alternativa si chiama permanenza con l'obiettivo della rinascita, inseguito anche dagli altri protagonisti della scorsa stagione. In fondo, è anche per questo motivo, se non soprattutto per questo, che la scelta del nuovo allenatore è ricaduta su Conte, uno dei tecnici più bravi a valorizzare la rosa e a rianimare i giocatori caduti in disgrazia. Certo, mai come stavolta il lavoro dell'allenatore salentino si preannuncia duro e complicato, con diversi fronti sui quali mettere le mani, e sicuramente tra le priorità non rientra Lindstrom, che però a sorpresa può diventare fonte di liquidità per il mercato in entrata. Così facendo, il danese risale la china delle gerarchie e per la prima volta si rivela un elemento di peso nell'economia della vita del Napoli. Lo stesso Napoli scopre quanto il suo bistrattato e deludente jolly in realtà in giro per l'Europa piaccia ancora a dispetto dei pasticci combinati nell'ultimo anno nel capoluogo campano. Forse proprio il fatto che il flop dei campioni d'Italia in carica sia stato collettivo in fin dei conti ha 'salvato' Lindstrom, rendendolo agli occhi esterni soltanto un pezzo di un ingranaggio totalmente non funzionante. La stessa involuzione dei beniamini dello scudetto in fondo spinge verso questa direzione, regalando quindi ancora credito al danese: in azzurro o altrove. A Conte, l'allenatore che a Fuorigrotta potrebbe avere più carta bianca di tutti i suoi predecessori nell'era ADL, il compito di decidere il destino del classe 2000, imboccando una delle due strade del bivio: dargli un'altra chance o metterlo subito sul mercato, affidando a Giovanni Manna il compito di monetizzare il più possibile per poi reinvestire al meglio l'eventuale somma incassata.

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