Napoli, cala il gelo tra De Laurentiis e Spalletti
Il patron non si smuove dalla sua posizione: il tecnico toscano è confermato fino al 2024. Ma la situazione è molto più complicata
Napoli, 18 maggio 2023 - L'allarme non è ancora rosso ma quasi: che non bastasse una semplice PEC a blindare Luciano Spalletti, l'allenatore che ha riportato lo scudetto a Napoli dopo 33 anni era abbastanza chiaro a tutti. Forse non ad Aurelio De Laurentiis, che a fatica sta dribblando il piccolo grande caso che sta nascendo nel capoluogo campano.
L'ultima cena?
Il patron nei dribbling non ha esattamente la qualità di Khvicha Kvaratskhelia e quindi qualche crepa per lasciare spazio alle ipotesi e alle illazioni si è ormai creata. L'occasione per i chiarimenti del caso poteva essere la presentazione del ritiro estivo di Dimaro, avvenuta nel pomeriggio. Invece De Laurentiis ha esordito con un monito che ha spento sul nascere qualsiasi eventuale (e probabilissima) domanda: "Oggi non si parla di calcio". Monito che è venuto in parte meno quando lo stesso De Laurentiis ha annunciato il cambio di programmazione di Napoli-Sampdoria (domenica 4 giugno alle 19) per fare spazio alla cerimonia di premiazione della squadra che ha vinto il campionato. Insomma, una piccola deroga al suo diktat che invece non viene consentita per aprire l'argomento più spinoso: il futuro di Spalletti, a detta di molte voci ogni giorno che passa sempre più lontano dal capoluogo campano al punto che qualcuno riavvolge già il nastro fino alla cena della scorsa settimana, quella che alla luce dei risvolti dei giorni seguenti potrebbe assumere ben altri significati. Parlare di 'ultima cena' è probabilmente prematuro ed eccessivo, ma che qualcosa non stia andando secondo i piani di De Laurentiis comincia ad essere abbastanza chiaro anche dalla contemporanea frenata sul fronte Cristiano Giuntoli-Juventus: per il patron, perdere in un colpo solo entrambi gli artefici dello scudetto sarebbe uno smacco inaccettabile.
Il grande gelo
Si accennava alla PEC della discordia, quella che probabilmente ha indispettito Spalletti, che dopo una stagione del genere per la sua conferma si sarebbe magari aspettato un trattamento meno formale. Eppure, quella postilla unilaterale è stata di fatto attivata dal Napoli, che ha quindi blindato fino a giugno 2024 il proprio allenatore, a sua volta oggi spalle al muro sotto questo aspetto: un eventuale divorzio significherebbe per il tecnico campione d'Italia l'esborso di diverse penali, oltre al rischio di dover restare parcheggiato praticamente per un anno. Insomma, che negli uffici di Castel Volturno tiri un'aria fredda lo si è capito da marzo, da quando cioè De Laurentiis, sempre lui, aveva chiaramente lasciato intendere che, scudetto o meno, per trattenere Spalletti non sarebbe andato oltre la clausola diventata realtà poche settimane fa. Alla fine, scudetto è stato, ma nulla ha scalfito la scelta del patron, che a maggior ragione dopo un successo del genere forse si sente ancora più forte della sua posizione, che in effetti negli anni ha saputo ben gestire gli addii di diversi allenatori. Spalletti però ha plasmato l'impresa suprema mai riuscita prima a nessuno durante l'era ADL: un'impresa che meriterebbe come minimo una sorta di trattamento di riguardo.
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