Juve, tutto su Giuntoli: ma è una rivoluzione al buio

Sempre più probabile una penalizzazione che potrebbe escludere i bianconeri dall’Europa. Il ds in uscita dal Napoli dopo lo scudetto-capolavoro potrebbe valutare offerte anche dalla Premier

di PAOLO GRILLI -
9 maggio 2023
Cristiano Giuntoli, 51 anni, direttore sportivo del Napoli dal 2015 e ora in uscita dal club partenopeo

Cristiano Giuntoli, 51 anni, direttore sportivo del Napoli dal 2015 e ora in uscita dal club partenopeo

Torino, 9 maggio 2023 – E’ assodato e subito celebrato negli almanacchi il capolavoro sportivo di Cristiano Giuntoli, ds capace di mandare il Napoli in paradiso – leggi scudetto – pur partendo dal quinto monte ingaggi della serie A e dopo un’estate in cui erano partiti Koulibaly, Mertens, Ruiz e Insigne. La Juve costituirebbe per il dirigente – le cui parole post trionfo non lasciano molti dubbi sulla partenza dopo otto stagioni con gli azzurri – una sfida professionale irresistibile, un altro punto di arrivo. Ma lo scenario che gli si prospetta va forse oltre le insidie ‘ordinarie’ che una nuova missione al top comporta.

Le motivazioni del rinvio alla Corte d’Appello federale del processo per le plusvalenze da parte del Collegio di Garanzia del Coni non lasciano dubbi sul fatto che la Juve, dopo la sospensione del -15 inflitto a gennaio, debba rimanere in attesa di una nuova stangata, che si potrebbe stimare intorno ai 9 punti (quelli chiesti inizialmente dal procuratore federale Chiné). Perché la rimodulazione della penalizzazione dovrà riconsiderare solamente il ruolo dei dirigenti senza delega di firma che erano stati sanzionati, e la cui responsabilità invece è stata negata a differenza di quella di chi decideva e firmava.

La “slealtà” del club non è stata messa in discussione dal Collegio, sicché potrebbe profilarsi solo un addolcimento, nemmeno tanto sostanzioso, della sanzione ora sospesa. A questa, poi, potrebbe aggiungersi la ‘stangatina’ derivante da un patteggiamento sul fronte stipendi, quello che deve ancora aprirsi a livello istruttorio federale. Non è insomma improbabile pensare a una penalizzazione complessiva in doppia cifra per la Juve, tale da escluderla, allo stato attuale, anche dall’Europa League.

Ragioni e dubbi che rendono il futuro prossimo della Juve un’incognita quasi totale, proprio alla vigilia dell’udienza preliminare del processo dell’inchiesta Prisma, quella della giustizia ordinaria che ha coinvolto il club e la vecchia dirigenza e dai cui atti sono partite le indagini sportive. E non abbiamo considerato le eventuali, dure misure che potrebbe prendere la Uefa in estate a processi conclusi e indipendentemente da come finirà questa Europa League. Quanto basta per imporre un atteggiamento prudente su conti e mercato per la Juve. Che almeno può già pensare di ripartire dai suoi giovani – Miretti, Fagioli, Iling-Junior, Gatti, Soulé, oltre ai già big Chiesa e Vlahovic – per pensare di tornare al top in tempi che non sarebbero ovviamente brevi. Non è detto che Giuntoli, corteggiato dalla Signora, possa accettare di operare in questo scenario di incertezza, nonostante il grande richiamo esercitato dal club. Così come Spalletti, potrebbe non resistere alle sirene inglesi. Il suo nome è sul taccuino di squadre anche di prima fascia della Premier: quella che, per lo meno a livello di ingaggi, non riusciamo proprio a raggiungere.  

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