Napoli, De Laurentiis: "Momento no con Garcia. Ma non voglio prendere scelte affrettate"

Il tecnico francese traballa sempre più dopo i pentimenti del patron: "Forse è disabituato al calcio italiano. In effetti, quest'estate avevo contattato Thiago Motta e Luis Enrique"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
10 ottobre 2023
Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Aurelio De Laurentiis (Ansa)

Napoli, 10 ottobre 2023 - C'eravamo tanto amati o forse no. Sembrano lontani i tempi in cui, dopo il pareggio a reti bianche di Bologna, Aurelio De Laurentiis strombazzava a mezzo social la rinascita del Napoli e sembrano ancora più lontani i tempi in cui lo stesso patron, bruciando i tempi inizialmente stabiliti (fine giugno), annunciava l'ingaggio di Rudi Garcia, a detta sua l'allenatore prescelto nel contesto di un casting che contava un quarantina di unità: tutti questi concetti sono stati sconfessati tramite parole che lasciano presagire un autentico terromoto sulla panchina azzurra.  

"C'è bisogno di riflettere"

  Il presidente del club partenopeo è intervenuto in mattinata presso un evento a Roma e l'occasione è stata propizia per fare il punto della situazione sullo stato di salute delle sua creatura, una lontanissima parente della squadra che aveva dominato lo scorso campionato. In questi casi, si sa, il fulcro della crisi diventa l'allenatore di turno, il primo che rischia di perdere il posto: un rischio che lo stesso Garcia, a dispetto dell'ottimismo filtrato nella tarda serata della giornata di lunedì, sta seriamente correndo proprio in queste ore. "Con il nostro allenatore sto vivendo un momento no. Io sono un imprenditore e, in quanto tale, ho il dovere di interessarmi alla mia impresa. Tutti gli altri sono al servizio della stessa: compresi il tecnico e il direttore sportivo". Insomma, il bene supremo è e resta il Napoli: un bene da tutelare anche a costo di prendere decisioni non esattamente semplici. Ne sa qualcosa proprio Garcia, che torna su una graticola di fatto probabilmente mai scacciata del tutto. "Farò le scelte dovute quando sarà il momento opportuno e lo farò a prescindere dalla piazza. C'è sempre bisogno di una pausa per riflettere: ogni decisione affrettata è sbagliata. Bisogna evitare di volere tutto e subito. Ora testa bassa e pedalare. Per il resto tutto scorre e tutto si vedrà". Parole che significano tutto e niente quelle di De Laurentiis, che però rincara subito la dose, di fatto quasi esautorando a parole Garcia e il suo lavoro. "Quando prendi un allenatore che non conosce più il calcio italiano forse qualche difficoltà è da mettere in conto. Nel calcio non c'è spazio per l'improvvisazione: se le fondamenta sono solide, non c'è alcun crollo in vista. Per questo motivo - continua De Laurentiis - credo che alla fine il Napoli possa lottare fino alla fine per lo scudetto anche quest'anno, ma a questo punto ognuno deve assumersi le sue responsabilità: a cominciare da me stesso, dato che ho scelto io l'allenatore e purtroppo non ho avuto la possibilità di essergli sempre vicino a Castel Volturno".

"Prima Thiago Motta, poi Luis Enrique"

Insomma, per una volta ADL scende dal piedistallo e sconfessa le sue scelte, esplicitando quello che ai più era già chiaro in estate a dispetto delle dichiarazioni in pompa magna che andavano verso il senso opposto. "Prima di Garcia avevo contattato Thiago Motta, ma non se l'è sentita di prendere il posto di un allenatore come Luciano Spalletti che era reduce da una simile stagione. Poi ho chiamato Luis Enrique e, alla luce dei risultati che sta ottenendo in Francia, sono felice che non sia venuto. A parte questo, non mi aveva convinto a partire dalla dialettica che aveva esposto. Insomma, ne ho contattati parecchi di allenatori". L'aria di pentimento è bella forte: resta da vedere soltanto se ora sarà appesantita anche dalla cappa di un esonero che sembra soltanto una questione di tempo. Probabilmente Garcia avrà le partite da qui alla prossima sosta, quella di novembre, per provare a far cambiare idea al patron, che però con le sue parole rischia di aver ulteriormente indebolito la posizione dell'allenatore nei confronti della piazza e, soprattutto, del gruppo. Dalla consapevolezza (per la verità per molti già chiara a giugno) di essere un ripiego, con tanto di nomi dei prediletti offerti in pasto alla stampa, alla bocciatura implicita dei propri metodi di lavoro, tirando in ballo una certa disabitudine al calcio italiano: al momento si fa fatica a trovare un appiglio, tra le parole di ADL, al quale Garcia può agganciarsi per provare a rilanciare le quotazioni del suo Napoli. Sempre ammesso che l'allenatore francese 'sopravviva' davvero a questa sosta: in tal senso, le parole del patron hanno una duplice chiave di lettura che in questi casi spesso spinge verso il partito dell'esonero. Il sogno proibito, al netto dei costi, sarebbe Antonio Conte, ma la soluzione di un 'traghettatore' non è da escludere: a maggior ragione ora che De Laurentiis ha elencato a chiare lettere alcuni dei suoi pupilli. Anche in questo caso, il patron rischia di aver esondato: come potrebbe, eventualmente, il prossimo giugno tornare alla carica per Thiago Motta e Luis Enrique dopo quanto svelato oggi a Roma? Nell'ordine e in estrema sintesi, il primo non se l'è sentita di raccogliere la pesantissima responsabilità dell'eredità di Spalletti: non esattamente il miglior biglietto da visita in una piazza che di pressioni ne presenta tante e praticamente a livello quotidiano. Il secondo invece è stato letteralmente smontato sotto il profilo più importante: quello del proprio credo tattico, a detta di De Laurentiis ora sbugiardato anche dai risultati raccolti finora sulla panchina del Paris Saint-Germain. Il calcio però, si sa, si muove velocemente e dimentica in fretta: entrambi quindi, in un futuro più o meno lontano, potrebbero tornare di moda. Il problema per ADL però è più grave e più urgente: cosa fare dell'attuale allenatore? E, in caso di esonero, meglio affidarsi a un nome già fortissimo oppure virare su una scelta (sulla carta) meno ambiziosa tale da non inficiare la prossima stagione? Nel mezzo di questi due quesiti staziona il 'povero' Garcia, prima presentato coem il miglior tecnico su piazza nel contesto di un fitto casting estivo e poi scaricato pubblicamente, seppur con la flebile speranza di poter rimanere in sella fino a novembre. O, peggio, fino al prossimo passo falso.

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