Napoli, Kvaratskhelia: "Sogno di vincere la Champions League in maglia azzurra"
Il georgiano si racconta ai microfoni della Fifa: "Vorrei anche portare la mia Nazionale al Mondiale". Caprile a Radio Crc: "Bello essere primi, ma è presto: la strada è lunga"
Napoli, 9 ottobre 2024 - Forse la miglior versione, quella dell'anno dello scudetto, non si è ancora pienamente vista, ma Khvicha Kvaratskhelia sta crescendo di pari passo a un Napoli che è arrivato alla sosta da capolista e con rinnovate ambizioni corroborate dalla mano di Antonio Conte. Intercettato dai canali ufficiali Fifa, il georgiano si è raccontato a 360 gradi, partendo dal sogno più grande della sua carriera.
Le dichiarazioni di Kvaratskhelia
"Vorrei vincere la Champions League in maglia azzurra": inizia con questo proclama l'intervista di Kvaratskhelia, che poi rincara la dose delle proprie ambizioni. "Sogno inoltre di partecipare al Mondiale con la Georgia e penso che entrambe le aspirazioni siano le più comuni tra i calciatori. Per la mia Nazionale, in particolare, sarebbe il coronamento della crescita degli ultimi anni e il tributo ai grandi del passato che hanno reso possibile tutto ciò". Parlando dei tempi che furono, il classe 2001 parla delle sue origini. "Ho sempre sognato di fare questo lavoro, ma all'inizio non mi sembrava vero. Quando da piccolo andavo a vedere le partite della Nazionale, non avrei mai pensato che un giorno ci sarei stato anch'io con questa maglia. Poi ho capito che nella vita tutto è possibile purché si abbiano la voglia e la convizione di realizzarlo e io, estremamente orgoglioso di rappresentare il mio Paese e di aiutarne la crescita, posso dire di avercela fatta". Seppur a distanza, nonostante una foto di qualche anno fa che testimonia l'incontro con il suo idolo, se ciò è successo è anche merito di Cristiano Ronaldo, ritrovato poi da avversario a Euro 2024. "La partita contro il Portogallo per me è stata la più importante perché giocavo contro il giocatore che ho amato fin da bambino. Prima della gara - continua Kvara - mi sono detto che quello era il momento buono per dimostrare il mio valore, perché trovarsi di fronte il proprio beniamino, che prima del match è venuto vicino ad augurarmi buona fortuna, è una motivazione extra incredibile. Ho dato tutto e sono felice che sia andata bene a me e alla Georgia, che quella sera ha raggiunto un risultato storico". Dalla Nazionale al Napoli, trascinato da un Conte che ha già conquistato Kvara. "Sono felice di avere l'opportunità di lavorare con lui. Mi avevano già detto che fosse un grande allenatore e sono felice di constatarlo di persona: con lui penso di poter migliorare sia fisicamente sia tatticamente, diventando ancora di più un giocatore importante a livello internazionale".
Le dichiarazioni di Caprile
Dall'esterno al portiere di riserva, che però in queste settimane di assenza di Alex Meret si è fatto trovare pronto, candidandosi a un ruolo più di rilievo in futuro: Elia Caprile si è meritato la ribalta settimanale offerta da Radio Crc e, come prima cosa, è tornato con piacere sull'ottimo momento del suo Napoli che affonda le radici in un'ottima tenuta difensiva. "Il fatto di subire pochi tiri è un ottimo dato, ma i meriti non sono solo del portiere o della retroguardia: tutta la squadra lavora bene e compatta, come ci chiede il mister". Eppure, l'importanza di un portiere moderno e comunicativo ha il suo peso. "Da dietro vedo tutto il campo e il movimento delle punte. Cerco di dare delle indicazioni nella gestione del pallone, in modo poi che anche le punte possano aiutare me contro gli avversari". Se poi davanti c'è un Alessandro Buongiorno in queste condizioni di forma, allora tutta la fase difensiva ne risente in positivo. "In allenamento e in partita fa le stesse cose. E' un fenomeno e un grande lavoratore e lo dimostra ogni giorno. Se subisco pochi tiri il merito è anche suo e degli altri difensori ma al tempo stesso - continua Caprile - io poi devo essere bravo a farmi trovare pronto nelle poche sollecitazioni ricevute". Dal presente al passato: il classe 2001 ripercorre alcune tappe della sua gioventù, partendo da quella al Leeds. "Lì mi sono formato a livello umano e professionale, imparando una nuova lingua in un altro Paese, tra l'altro durante la pandemia. Tutto ciò mi ha aiutato, così come lo hanno fatto tutti gli allenatori che ho incontrato finora". Tra essi c'è Stefano Sorrentino, una vecchia gloria dei pali determinante nella crescita del portiere azzurro. "Mi sono allenato con lui quando avevo 17 anni e ho capito subito la cattiveria che serve per prepararsi per la Serie A: ha cambiato il mio modo di lavorare. Come idoli cito lui e ovviamente Gigi Buffon, ma ci sono anche portieri più recenti ai quali mi ispiro". In effetti, l'estremo difensore è uno dei ruoli che più sta cambiando negli ultimi anni e urge quindi restare aggiornati. "Ormai il gioco dal basso, lo stare più alti in campo e l'uscire dall'area sono tutte componenti che fanno parte del portiere moderno e per le quali dobbiamo farci trovare pronti quando chiamati in causa". Molto nella crescita di Caprile è passato dall'anno di apprendistato a Empoli, prossimo avversario del Napoli e già ai piedi del nuovo estremo difensore. "Sono felice che Devis Vasquez stia facendo bene. Me ne hanno parlato tutti alla grande, ma ovviamente spero che contro di noi non sia perfetto". Al Castellani tra i pali degli azzurri ospiti potrebbe comunque toccare di nuovo a Meret. "Ho la fortuna di potermi allenare con lui ogni giorno e infatti cerco di rubare tutti i suoi segreti per migliorare ancora". Insomma, tutti i giocatori nei vari ruoli crescono e a beneficarne è l'intero Napoli, oggi primo in classifica e con già un primo accenno di tentativo di fuga: non secondo un Caprile ben più saggio della sua età. "Stare lì ci dà consapevolezza nei nostri mezzi, ma il campionato non finisce oggi e non dobbiamo farci travolgere dall'entusiasmo. Sappiamo che la strada è ancora lunga e che bisogna lavorare sodo: a maggio poi si vedrà dove saremo".
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