Napoli, il Maradona torna fortino: eguagliate le vittorie interne di un anno fa

Comprendendo anche la Coppa Italia, gli azzurri sono già a quota 6 successi a Fuorigrotta.

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
8 ottobre 2024
L'esultanza del Napoli (Ansa)

L'esultanza del Napoli (Ansa)

Napoli, 8 ottobre 2024 – Se la prima sosta del campionato viene vista più che altro come un fastidio un po' per tutti, dunque sia per le squadre partite bene sia per quelle apparse già in difficoltà, la seconda offre già qualche spunto interessante da analizzare e da valutare, nonché delle proiezioni, seppur ancora precoci, su un trend che potrebbe durare per l'intera stagione. In questo periodo dell'anno le maggiori attenzioni le catalizzano, senza le proverbiali vie di mezzo, le formazioni partite a razzo e quelle invece deludenti.

Nel primo ambito rientra di diritto il Napoli capolista, che per espressa dichiarazione di Antonio Conte mai pensava di presentarsi in condizioni così brillanti alla seconda pausa del torneo. Certo, il calendario delle partite disputate finora è stato piuttosto benevolo, con tanto di due coppie di gare interne affrontate. Guardando però le altre big del campionato emerge con prepotenza il dato sui punti persi contro squadre sulla carta meno attrezzate e ambiziose. Dunque, ampi meriti al Napoli, che dopo la scoppola al debutto contro il Verona è diventato una macchina da guerra e neanche questo ruolino di marcia, pensando al recente passato, era scontato.

I numeri del Napoli al Maradona

 Se nelle ultime settimane si sprecano i paragoni con la squadra dello scudetto, tra analogie, suggestioni e speranze di un'intera piazza, nel mezzo esiste una stagione tutt'altro che memorabile che, a modo suo, aiuta ulteriormente gli azzurri. Lo stato di salute di una compagine notoriamente si tara sul rendimento interno, di solito un ottimo termometro per tastare il polso della situazione tra qualità della rosa, resistenza alle pressioni e affinità con il proprio pubblico. Seppur con tutti gli asterischi del caso dovuti ai pochi turni di campionato disputati finora e, in questo caso, alla forza delle avversarie, i feedback raccolti finora dal Napoli sono eccellenti. A parlare è un dato su tutti: gli azzurri hanno già eguagliato il numero di vittorie interne della scorsa stagione (6). Considerando, nell'ordine, Serie A e Coppa Italia, i partenopei al Maradona hanno infatti liquidato le pratiche Bologna, Parma, Monza e Como da una parte e Modena e Palermo dall'altra. Passando all'anno scorso e stringendo l'analisi al solo campionato, terminato al decimo posto in classifica, il Napoli aveva chiuso con il 13esimo rendimento interno, frutto di 6 vittorie, 7 pareggi e 6 sconfitte, con 24 gol fatti e addirittura 27 subiti: un rendimento vicino a quello delle formazioni in lotta per la salvezza che avrebbe causato il malcontento del pubblico che, a sua volta, avrebbe inciso sulle prestazioni di una squadra sempre meno sicura dei propri mezzi.

Insomma, nel bene e nel male le sorti del Napoli sono causa e conseguenza degli umori della propria tifoseria, non a caso quest'anno tornata alleata nelle presenze e nel supporto ai propri beniamini. Tornado alla scorsa stagione, chissà come sarebbero andate le cose qualora la piazza fosse stata più indulgente e meno severa con gli eroi dello scudetto all'epoca appena vinto. O forse proprio le coccole dei mesi precedenti, seppur meritate, avevano inconsapevolmente creato quell'appagamento che si sarebbe rivelato fatale per le ambizioni stagionali, ridimensionate di pari passi con i risultati deludenti.

Il lavoro di Conte nella pausa

 Insomma, come gran parte di ciò che attiene al mondo del calcio, tutto si presta a più interpretazioni. Nel caso specifico, il nesso tra il sostegno del tifo e i risultati raccolti si esacerba ulteriormente in casa Napoli, arricchendosi di tanti spunti più o meno legati anche all'attualità. Se la squadra va bene salgono l'affetto e la vicinanza della piazza, ma di pari passo lievitano anche le aspettative, con tutte quelle pressioni del caso che Conte sta furbamente provando a indirizzare altrove anche a costo di invertire bruscamente la rotta rispetto al proprio presidente. Aurelio De Laurentiis accende i motori, seppur senza ancora inserire le marce più alte, e l'allenatore ridimensiona il tutto, con il risultato che il Napoli e Napoli trovano per ora l'ingrediente del successo molto difficile da reperire a queste latitudini: l'equilibrio. E dire che in estate i principali timori erano legati proprio alla tenuta di una coppia esplosiva, nel segno di due personalità fortissime.

Invece, superata più o meno senza grandi sussulti la (rapida) tempesta post Bentegodi, il tandem Conte-De Laurentiis continua a pedalare d'amore e d'accordo seppur forse con una cadenza diversa. All'entusiasmo del patron fa da contraltare la maggiore cautela del tecnico, che in queste due settimane dovrà ancora gestire un Napoli mutilato dalle chiamate delle varie Nazionali. Senza 12 elementi, più di una formazione intera, Conte lavorerà sulla tenuta fisica della sua squadra, provando a tenere alto il livello atletico, rimandando quindi ad altri momenti le ulteriori azioni per affinare le tattica. Sempre ammesso che ce ne sia bisogno. In effetti fin dall'estate il Napoli ha cambiato diversi moduli, dimostrandosi sempre all'altezza delle richieste arrivate dalla panchina e senza subire alcun contraccolpo a livello di risultati. Dal 3-4-3 al 3-4-2-1, passando per il 3-5-2 e il 4-2-3-1 prima dell'approdo al 4-3-3 che sa tanto di ritorno in un porto amico e familiare: gli azzurri seguono Conte in tutto e per tutto, e non era affatto scontato che ciò accadesse nonostante il blasone del nome dell'allenatore. Oltre la fama c'è evidentemente di più: Conte ha saputo toccare i tasti giusti del gruppo e di ogni singolo giocatore, tutti più o meno tornati su livelli di performance simili a quelli dell'anno dello scudetto. Poi ci sono i nuovi, arrivati nel capoluogo campano in un momento storicamente poco allettante dal punto di vista sportivo soltanto per sentire il richiamo del tecnico che li desiderava. Un mix, quello tra vecchi e nuovi, che sta facendo le fortune del Napoli, a sua volta trascinato da un Maradona tornato fortino.

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