Napoli, il rinnovo di Kvaratskhelia rimane un miraggio

Gli azzurri si presentano alla sosta da primi in classifica e con margini di vantaggio dai connotati sempre più interessanti. Ma la stasi sul fronte del contratto del georgiano crea qualche grattacapo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
7 ottobre 2024
Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli, 7 ottobre 2024 - Per parlare seriamente di tentativo di fuga probabilmente mancano diversi fattori: da qualche giornata di campionato trascorsa in più, con magari più scontri diretti a referto, a una manciata di punti in più sulla seconda che, tanto per mutuare un'espressione tennistica, garantirebbero l'effetto del break. Fatto sta però che il Napoli si presenta alla seconda sosta del campionato non solo da primo in classifica ma addirittura con un margine che comincia a creare un piccolo spazio di luce tra sé e le altre: per la precisione 2 punti sull'Inter, 3 punti su Juventus e Lazio e, giusto per citare solo le probabili rivali per le posizioni di vertice della graduatoria, addirittura 5 punti sul Milan e 6 punti sulla coppia Atalanta-Roma. Insomma, qualcosa si muove e l'impressione è che questa forbice possa dilatarsi ulteriormente nei primi due turni dopo la pausa, quelli nei quali gli azzurri sfideranno Empoli (al Castellani) e Lecce (al Maradona) prima dell'apertura del ciclo della verità, che si protrarrà fino a inizio dicembre. Le analogie con la costruzione dei primi mattoncini dell'ultimo scudetto cominciano ad aumentare, perché proprio all'alba dell'autunno il Napoli, a fari spenti, iniziò a scavare un solco tra sé e le altre, che nel giro di qualche mese ne avrebbero visto solo la targa a distanza. All'epoca, però, in pochi davano credito all'allora squadra di Luciano Spalletti, che già in passato, anche sotto altre gestioni tecniche, aveva accarezzato il sogno tricolore prima di sciogliersi sul più bello: stavolta, con in sella uno specialista dei successi come Antonio Conte l'attenzione è massima. Nell'ormai lontano autunno 2022, inoltre, era piazzata una sosta ben più lunga di quella attuale: all'orizzonte si stagliava la sagoma dei Mondiali 2022 e una pausa che Spalletti, già abituato a gestire interruzioni così corpose nel bel mezzo del campionato grazie alla sua precedente avventura in Russia, evidentemente sfruttò meglio di molti suoi colleghi per mettere ulteriormente a punto una macchina che, probabilmente, gli altri continuavano a sottovalutare. Si parla del collettivo e si parla dei singoli, capitanati in questa sorta di parallelismo con annesso amarcord da Khvicha Kvaratskhelia, un allora semisconosciuto che a distanza di mesi sarebbe diventato uno degli interpreti più brillanti e ricercati del suo ruolo.  

L'attuale stipendio e i problemi con Osimhen

Lo scudetto del Napoli ha letteralmente stravolto la vita al georgiano, passato in poco tempo da carneade a top player prima del calo, personale e collettivo, dell'anno scorso. Probabilmente, al contrario di quanto inizialmente sospettato, il Napoli trascina Kvara molto di più di quanto Kvara non faccia del Napoli stesso e la riprova sta arrivando in quest'inizio di stagione in cui la macchina si è riavviata nel migliore dei modi, riportando l'esterno vicino ai suoi vecchi fasti. Insomma, nell'universo azzurro e in quello del proprio numero 77, due entità nel bene e nel male legate a doppia mandata fin dall'inizio dell'avventura, tutto cambia molto rapidamente. Tutto, tranne il contratto del classe 2001, ancora fermo a quello inizialmente firmato, tra quasi lo sgomento generale, a luglio 2022. La scadenza è sempre la stessa (30 giugno 2027), così come è il medesimo lo stipendio (1,5 milioni netti, che diventano 1,8 milioni grazie ai bonus): uno scenario che a Kvara e al suo entourage sta stretto e neanche da poco tempo. A detta di qualche voce più o meno maliziosa, il brusco crollo del rendimento dell'anno scorso sia della squadra nella sua totalità sia dei principali singoli affonda le sue radici proprio nel mancato riconoscimento di un premio scudetto a livello di ritocco dell'ingaggio, uno step determinante in un calcio in cui tutto si tara a peso d'oro. Dalle voci si è passati ai fatti allorché scoppiò la 'rissa' via social tra l'entourage del numero 77 e quello di Victor Osimhen, uno dei pochi azzurri a ricevere un riconoscimento in denaro che, con il senno di poi, sarebbe diventato un'arma a doppio taglio per tutti. Nonostante le smentite di rito, era evidente anche da fuori quanto lo spogliatoio di Fuorigrotta fosse diventato caotico e forse troppo stretto per vedere ancora affiancati Kvaratskhelia e Osimhen, gli ex gemelli diversi del gol stritolati da giochi di poteri ben lontani dal semplice pallone. L'attualità vede il nigeriano in prestito secco al Galatasaray ma con la sensazione che più che di una soluzione definitiva si tratti solo di una falla tappata alla buona. Se ne riparlerà in estate, a meno che qualcuno non attivi la clausola rescissoria 'scontata' (oggi da 75 milioni anziché i precedenti 130 milioni) presente nel nuovo contratto firmato dal bomber poco prima di partire. Insomma, mentre Osimhen ha tra le mani due rinnovi nel giro di meno di un anno solare, Kvaratskhelia aspetta ancora di poter mettere nero su bianco su un accordo finalmente degno del suo valore: uno step per raggiungere il quale fervono i lavori nel quartier generale di Castel Volturno.

La richiesta di rinnovo e la risposta del Napoli

  Neanche ora che all'ombra del Vesuvio è tornato il sereno con vista sul sogno scudetto il fronte del georgiano appare calmo, perché il gap tra domanda e offerta, a livello di rinnovo, resta ampio. Già in piena estate Aurelio De Laurentiis aveva messo sul piatto un contratto da 5,5 milioni a stagione fino al 30 giugno 2028 e sia allora sia oggi la risposta è sempre stata la stessa: un secco no, con una controproposta monstre da 8 milioni all'anno fino al 30 giugno 2029. Insomma, la firma è tutt'altro che vicina e scontata ma, almeno per il momento, non suona alcun allarme di mercato: Kvaratskhelia è e resterà il fulcro del progetto azzurro, con o senza rinnovo. Una posizione sposata dal Napoli, da Conte e dallo stesso georgiano, le cui prestazioni in campo non dovrebbero risentire di ciò che accade e accadrà fuori.

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