Napoli, a tutto Kvaratskhelia: ottimismo per Cagliari, pessimismo per il rinnovo

Il georgiano sta meglio dopo l'allarme suonato per la botta rimediata in Nazionale, ma la strada per il prolungamento di contratto è ancora lunga

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
12 settembre 2024
Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli, 12 settembre 2024 - Le soste per le Nazionali: croce e delizia del Napoli e di tutti gli altri club. Alla valorizzazione di diversi giocatori, che magari tramite l'aria di casa ritrovano lo spirito e la verve dei giorni d'oro, ai problemi fisici che spesso fanno da corredo alle spedizioni con le varie rappresentative: entrambe le prerogative sono ben note al club partenopeo, che anche da quest'ultima pausa ha raccolto entrambi i feedback. Bene, benissimo e tutti in gol gli scozzesi Scott McTominay e Billy Gilmour e pure l'azzurro Giacomo Raspadori, oltre ad Amir Rrahmani, ma bene e in gol anche Khvicha Kvaratskhelia, a sua volta mattatore con la sua Georgia. Qui però entra in ballo l'asterisco legato agli infortuni, con l'esterno che è tornato dall'avventura con la sua Nazionale con una botta bella forte che ne sta tuttora mettendo in bilico la presenza a Cagliari. Il tutto proprio nei giorni caldi in cui in ballo c'è anche la partita forse ancora più importante e delicata del rinnovo di contratto.

Ottimismo per Cagliari

In realtà, dopo la paura delle primissime ore, nel quartier generale di Castel Volturno, nonostante il primo assaggio di autunno, sta tornando il sereno. I postumi lasciati dalla contusione alla caviglia accusata contro l'Albania stanno rientrando ora dopo ora, facendo impennare le quotazioni di vedere il numero 77 agire all'Unipol Domus addirittura dal primo minuto e quindi senza neanche la cautela di un inizio soft dalla panchina. In altri tempi, in casa Napoli il pensiero sarebbe andato anche alle competizioni europee, con scelte mirate nell'ottica del doppio impegno settimanale: quest'anno, nel bene e nel male, questa questione non si pone, almeno finché all'orizzonte non ricomparirà la Coppa Italia, lasciando quindi ad Antonio Conte piena libertà di destreggiarsi e di gestire al meglio il 'problema' dell'abbondanza. Con buona pace di David Neres, che intanto in queste due settimane di sosta ha scaldato i motori con l'obiettivo di mettere in difficoltà il proprio allenatore e di candidarsi a un ruolo diverso dal semplice comprimario pronto a spaccare le partite dalla panchina. Al di là degli sforzi profusi dal brasiliano e dal Napoli, che per prelevarlo dal Benfica ha sborsato 28 milioni, garantendo al giocatore un ingaggio da 3 milioni netti, il signore assoluto sulle corsie esterne resta Kvaratskhelia: a maggior ragione ora che con Conte, sulla stregua di quanto accade proprio con la Georgia, le mansioni del classe 2001 sono diventate meno legate alla fase difensiva e più incentrate sulla valorizzazione delle spiccate qualità davanti alla porta. Non a caso, il tecnico salentino ha spinto per puntellare la retroguardia pensando innanzitutto alle corsie basse e l'arrivo (tra l'altro a parametro zero) di Leonardo Spinazzola, che a sua volta per espressa dichiarazione non deve accantonare le folate offensive, va letto proprio in quest'ottica. Dunque, mai come ora il Napoli è ai piedi di Kvara e dei suoi desideri, con il giocatore che a sua volta avrà il pesante onere di prendere per mano la squadra e trascinarla fuori dalle secche nelle quali si è incredibilmente impantanata dopo l'apoteosi scudetto. Se queste sono le indicazioni del campo, con le campane che suonano a festa, quelle inerenti le vicende burocratiche hanno un sapore leggermente diverso.

Pessimismo per il rinnovo

Dopo un'estate trascorsa con il vento in poppa dell'ottimismo sul fronte rinnovo, con tanto di ipotesi di firma entro fine settembre, ora tra le parti sta tornando a fare capolino una leggera maretta, comunque ancora ben distante dalle ipotesi di una tempesta. Tutto parte dalle attuali condizioni contrattuali di Kvaratskhelia, legato al Napoli fino al 30 giugno 2027 con pagamento di uno stipendio netto da 1,5 milioni, che può salire fino a 1,8 milioni al verificarsi di determinate condizioni legate al rendimento sul campo. Nonostante l'arrivo in squadra appena un anno primo, tra l'altro con la pesante incombenza di raccogliere l'eredità di Lorenzo Insigne, il georgiano si sarebbe aspettato un forte ritocco verso l'alto dell'ingaggio, a maggior ragione dopo aver assistito, quasi in contemporanea, all'impennata dello stipendio di Victor Osimhen: con tanto di scaramucce tra i rispettivi procuratori. A detta di molti, tra addetti ai lavori e semplici tifosi, i disastri della stagione scorsa hanno affondato le proprie radici proprio in queste decisioni extra campo che, al netto delle ovvie smentite di rito, hanno inevitabilmente spaccato lo spogliatoio, creando delle fazioni e spianando la strada a diversi 'mal di pancia'. Nel novero degli scontenti probabilmente ci è finito anche Kvaratskhelia, che nei mesi scorsi ha visto il Napoli impegnarsi per provare a chiudere il caso una volta e per tutte: specialmente dopo aver rispedito al mittente la proposta monstre (oltre 100 milioni) avanzata dal Paris Saint-Germain.

Aurelio De Laurentiis ha messo sul piatto un contratto fino al 30 giugno 2029 con un ingaggio da 5 milioni (a scalare) che fino a qualche settimana fa sembrava incontrare il pieno plauso del georgiano e del suo entourage. Poi, corsi e ricorsi storici, l'approdo di Romelu Lukaku e del suo stipendio da 8 milioni netti (12 milioni lordi) ha agitato di nuovo le acque. Insomma, il livello di allarme non è ancora quello critico toccato con la faida interna con Osimhen, ma di certo le coccole riservato al neo arrivato hanno causato un nuovo effetto domino. Non a caso, l'ultima richiesta avanzata da Mamuka Jugeli, il procuratore del numero 77 azzurro, parla proprio di un ingaggio di 8 milioni: una cifra non casuale che però, manco a dirlo, al momento incontra il veto di un Napoli che già ha profuso un grande sforzo per regalarsi un nuovo bomber dai parametri economici da Champions League nell'anno in cui la Champions League, appunto, non c'è. La fumata è grigia, attualmente tendente al nero, ma le parti si riaggiorneranno, perché la certezza è che Kvaratskhelia è un punto fermo del Napoli del presente e del futuro. (Quasi) a ogni costo.

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