Napoli, linea scozzese a centrocampo: McTominay e Gilmour incantano in Nazionale
Buone notizie anche da Raspadori, che firma il tris dell'Italia contro la Francia: sorridono anche Conte e De Laurentiis, i fautori della rivoluzione estiva
Napoli, 7 settembre 2024 - Un anno fa il Napoli fregiato del tricolore si apprestava a vivere la stagione più complicata, quella della conferma. A precederla c'era stata una sessione di mercato sulla carta tutt'altro che entusiasmante, che poi si sarebbe confermata tale anche nei fatti. Non solo il parco giocatori: anche la scelta per la panchina, ricaduta su Rudi Garcia, non aveva convinto appieno e, manco a dirlo, anche in questo caso il giudice supremo chiamato campo avrebbe confermato i timori prima di allungare la striscia negativa anche sui suoi successori Walter Mazzarri e Francesco Calzona. Un'annata del genere non poteva non presentare il conto in quella successiva, tra un parco giocatori molto svalutato e l'assenza della squadra da qualsiasi competizione europea. Eppure, proprio dalle macerie rinasce il Napoli sotto la spinta di Aurelio De Laurentiis, che prima ha ingaggiato Antonio Conte per la panchina e poi non ha badato a spese per accontentarlo sul mercato: 149 milioni spesi per rivoluzionare gli azzurri e potenziarli sia nelle prime linee sia nelle riserve, per un quadro che viene ben fotografato in particolare dal centrocampo.
La linea scozzese
Un anno fa alle spalle dei titolarissimi Stanislav Lobotka e André-Frank Zambo Anguissa, con Piotr Zielinski già ai margini per questioni contrattuali, c'erano Jens Cajuste, Gianluca Gaetano e Diego Demme prima che dal mercato di gennaio arrivassero Hamed Junior Traorè e Leander Dendoncker. Tra elementi virtualmente già a fine ciclo, altri fisicamente acciaccati e altri ancora tecnicamente non all'altezza della situazione, il quadro era sconfortante e se è vero che la salute di una squadra si tara su quella della mediana, tutte le risposte del caso sono presto dette. Nel contesto di un mercato in cui l'attenzione mediatica è da sempre catalizzata dalle fortune dell'attacco, il Napoli a fari spenti ha lavorato sodo per puntellare il centrocampo. Il primo colpo è stato di natura interna: al rientro dall'ottima stagione in prestito all'Hellas Verona, Michael Folorunsho è stato premiato prima dalla convocazione di Luciano Spalletti per la sfortunata avventura di Euro 2024 e poi con un maxi rinnovo con il club partenopeo fino al 30 giugno 2029, con annesso aumento dell'ingaggio (ora a 1,2 milioni netti, 2,7 milioni lordi). L'estate da sogno del classe '98 ha però subito una brusca frenata allorché il feeling con Conte, per usare un eufemismo, non è scattato. Di colpo Folorunsho è finito sul mercato, attirando le mire di Atalanta, Lazio, Fiorentina e forse tante altre: memorabile in particolare l'accordo fatto e finito con il club orobico prima che l'infortunio di Gianluca Scamacca stravolgesse i piani, oltre alle divergenze tra le società sulla percentuale sulla futura rivendita (30%) pretesa dagli azzurri. Alla fine la cessione non ha avuto luogo e, beffa nella beffa, Folorunsho si è ritrovato inizialmente fuori rosa ma con prospettive di ritornare in auge nel corso della stagione. Certo, la missione non sarà facile perché nel frattempo il Napoli varava la linea scozzese battendo i colpi Scott McTominay e Billy Gilmour, per un costo totale di 44,5 milioni. I due in azzurro non si sono ancora visti, ma dalla propria Nazionale mandano due messaggi a Conte: due reti di pregevole fattura che però non sono state sufficienti ad avere la meglio della Polonia, ma poco male per il Napoli, che si sfrega le mani presagendo la netta rinascita del proprio centrocampo. Guai però ad accantonare il cosiddetto usato sicuro: gli azzurri hanno ancora bisogno della qualità e delle linee illuminate di Lobotka, così come della fisicità possente di Anguissa, che non a caso ha deciso di piena forza la difficile contesa con il Parma allorché la partita si era trasformata in una battaglia. Dalla penuria di un anno fa, quando il Napoli era in gioco anche in Champions League, all'abbondanza di oggi, in una stagione che avrà in calendario 'solo' campionato e Coppa Italia: il paradosso è servito, ma nell'ottica di un ciclo triennale il lavoro portato avanti da De Laurentiis potrebbe rivelarsi il vero colpo dell'intero mercato.
Il messaggio di Raspadori
La pausa per lasciare spazio alle Nazionali, si sa, non rientra proprio nei favori del patron, che però stavolta proprio dalle varie rappresentative raccoglie ottime notizie. Non solo l'inedito tandem scozzese, muscoli e qualità al servizio di Conte: nel clamoroso successo dell'Italia in casa della Francia ci ha messo lo zampino anche Giacomo Raspadori, prima scippando la sfera a centrocampo che sarebbe finita sui piedi di Davide Frattesi e della sua spaccata vincente e poi calando il tris in prima persona con uno stop a seguire forse non voluto ma tremendamente efficace. Proprio ora che il Napoli ha trovato in Romelu Lukaku il suo nuovo mentore dell'attacco, il classe 2000 prova da alzare la voce mandando un messaggio al proprio allenatore, che intanto aveva assistito anche alla buona resa da riserva di Giovanni Simeone, tornato quel giocatore capace di ottimizzare al meglio il rapporto tra i minuti in campo e i gol segnati: in questo contesto anche Raspadori c'è, forse senza quel killer instinct tipico delle prime punte, ma con una dose di qualità e grinta invece non da tutti. Buone notizie per Conte, che tra centrocampo e attacco si gode l'abbondanza di cui i suoi predecessori, pur avendo comunque a disposizione buoni giocatori, non avevano conosciuto. Se a tutto ciò si somma la mancanza dell'impegno fisso infrasettimanale, prima cercato e poi criticato dalle squadre, viene da dire che Conte non ha più alibi: il mercato è stato forgiato sulle sue preferenze, che a loro volta stanno rispondendo presente, chi tra il Napoli (Lukaku) e chi in Nazionale (McTominay e Gilmour). Anche la macchina degli episodi, almeno a vedere quanto accaduto con il Parma, sembra tornata amica degli azzurri, che progettano la rinascita. I piani altissimi, da intendersi in De Laurentiis, lo hanno già fatto in sede di mercato: a Conte e ai giocatori il compito di tradurre al meglio sul rettangolo verde tutti gli sforzi profusi dalla società.
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