Napoli, è rottura totale con Lozano

Mentre il messicano è sempre più ai margini Zielinski, a sua volta in scadenza nel 2024, si avvicina a grandi passi verso il rinnovo

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
22 agosto 2023
Hirving Lozano (Ansa)

Hirving Lozano (Ansa)

Napoli, 22 agosto 2023 - La vicenda legata all'acquisto (o presunto tale) di Gabri Veiga sta monopolizzando l'attenzione in casa Napoli ma, parlando di mercato, altre grane non mancano. A tornare alla ribalta sono i giocatori con il contratto in scadenza il 30 giugno 2024: Piotr Zielinski e, soprattutto, Hirving Lozano. Per i due il destino si preannuncia opposto.  

Problemi in campo e fuori per Lozano  

 Mentre il polacco, fresco di rifiuto all'Al-Ahli, si avvia a grandi passi verso il rinnovo, il messicano sta diventando un vero e proprio caso. In realtà è da tempo che tra le parti tira una brutta aria: forse addirittura da quando le già flebili possibilità di prolungare il contratto, ovviamente a cifre al ribasso, sono naufragate. Il resto lo ha fatto un'estate che non ha condotto a quanto auspicato dal Napoli, cioè una cessione a cifre medio-alte. Di offerte vere e proprie se ne sono viste poche dalle parti di Castel Volturno: per la precisione giusto qualche sondaggio da Los Angeles FC e Siviglia, ma nulla che si sia trasformato in una trattativa vera e propria. Nello stesso tempo, le chiacchierate per un eventuale rinnovo con il Napoli si sono interrotte presto: addirittura prima del tripudio scudetto che sembrava poter riaprire qualsiasi discorso, anche quelli ormai finiti in cantina. Insomma, nemmeno la festa più lunga e attesa ha salvato il rapporto - per la verità forse mai solido - tra il club partenopeo e Lozano, che forse a un certo punto avrà avuto un sussulto allorché sulla panchina azzurra si sono avvicendati Luciano Spalletti e Rudi Garcia. Anche questa fiammella si è spenta quando quest'ultimo ha cominciato a escludere il messicano, tra l'altro reduce da non pochi problemi fisici, dai primi test estivi, salvo poi fare parzialmente dietrofront anche a causa dell'emergenza infortuni che all'epoca assillava gli azzurri. Presto anche il tecnico francese avrebbe cominciato a rinunciare volentieri a Lozano, con la pietra tombale che potrebbe essere arrivata allo Stirpe: neanche l'assenza di Khvicha Kvaratskhelia ha riammesso in campo il messicano, al quale a destra è stato preferito - come ormai di consueto - Matteo Politano e a sinistra Giacomo Raspadori. Insomma, la conferma di una situazione ormai segnata da ogni punto di vista: quello del Napoli, che ritiene chiuso (e forse mai aperto) qualsiasi discorso sul rinnovo e quello di Garcia, che ha altre idee tattiche che vanno al di là del mero aspetto burocratico. Non è infatti un mistero che il nuovo allenatore azzurro sia molto esigente con gli esterni d'attacco, ai quali viene richiesto un gran lavoro di sacrificio in fase di ripiegamento: non esattamente una delle migliori doti di Lozano. In realtà il messicano non è l'unico giocatore offensivo finito nel mirino di Garcia per questo motivo: anche lo stesso Victor Osimhen (proprio lui) è stato velatamente criticato per qualche presunta lacuna in questo fondamentale.

Zielinski verso il rinnovo  

Poi c'è chi come Zielinski ha vissuto e sta vivendo la parabola opposta: da quasi separato in casa a (di nuovo) pilastro di una squadra che ha dimostrato di avere ancora bisogno dei lampi di classe del polacco. Insomma, non sempre è corretto accantonare presto e senza troppi tentennamenti i giocatori non più giovanissimi: specialmente nell'anno in cui alla suddetta squadra toccherà l'onere di difendere lo scudetto e dopo che diverse colonne del progetto sono già migrate altrove. Il resto lo ha fatto il diretto interessato rifiutando la proposta deluxe dell'Al-Ahli, da quantificare in un ingaggio da 15 milioni a stagione, pur di rimanere al Napoli per amore dello stesso ma, forse ancora di più, per ragioni familiari. Al di là delle motivazioni vere e reali, forse appannaggio soltanto dello stesso Zielinski, tanto è bastato per fare breccia nel cuore (e nel portafogli) di Aurelio De Laurentiis, che ha apprezzato e ha deciso in prima persona di riaprire il discorso rinnovo. Naturalmente Zielinski non può aspettarsi le stesse cifre messe sul piatto dalla ricchissima Arabia Saudita. Archiviata la parentesi romantica, il resto della partita si gioca proprio sull'aspetto burocratico, anche perché nel frattempo le altre condizioni dettate da De Laurentiis non sono cambiate: chi è in scadenza il 30 giugno 2024 o rinnova (a cifre al ribasso) o deve essere ceduto, pena l'inserimento nell'elenco dei fuori rosa. Se l'addio sembra scongiurato, adesso c'è da trovare la quadra per suggellare la nuova luna di miele con un altro accordo. In realtà una bozza (o forse addirittura qualcosa in più) esiste già: il sodalizio tra il Napoli e Zielinski dovrebbe essere prolungato fino al 2026 dietro pagamento di 3 milioni netti a stagione. Insomma, non i 15 milioni messi sul piatto dall'Al-Ahli ma neanche quanto di norma offerto da De Laurentiis per i giocatori non lontani dalle tre decadi di vita. Basti pensare che nel recente passato alcuni veterani sono stati messi alla porta per aver avanzato pretese simili. Nel frattempo però sul pianeta azzurro è successo un 'qualcosa' atteso da oltre tre decadi di vita, tanto per restare in tema: uno scudetto che ha sanato parecchie fratture e ridimensionato molti problemi precedenti. Il 'povero' Lozano è tra i pochi a essere rimasto fuori da questo clima alla 'volemose bene' in salsa partenopea che da mesi avvolge il quartier generale di Castel Volturno, appena pochi anni fa teatro di quell'ammutinamento che avrebbe segnato in maniera inesorabile le sorti di parecchi senatori. Non di Zielinski che, salvo altri colpi di scena nel contesto di un'estate che al diretto interessato ha già riservato parecchi ribaltoni, continuerà a vestire l'azzurro quasi per tutta la carriera: quello che non è riuscito ad altri veterani e che, sempre escludendo altre sorprese, non riuscirà a Lozano, sempre più in rottura con l'intero ambiente. Stabilito quello che è ormai un assioma, a tutte le parti in causa resta l'onere di stabilire come far terminare un rapporto tormentato fin dall'inizio. Mica poco e mica facile.

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