Napoli, Meret in crisi: in bilico il rinnovo ma anche la titolarità
Il Real Madrid è ancora indigesto per il friulano, sempre più nel mirino della piazza e messo in discussione anche da Mazzarri
Napoli, 1 dicembre 2023 - Un calciatore spesso sogna per una vita intera di sfidare il Real Madrid nella cornice della Champions League. Sogno che può diventare un incubo quando proprio il doppio confronto con i blancos scopre un nervo in realtà scoperto da un bel po': quello del rapporto sempre più teso e in bilico tra il Napoli e Alex Meret, protagonista in negativo sia al Maradona sia al Bernabeu.
Da possibile eroe a capro espiatorio
A Fuorigrotta il friulano finì suo malgrado sul tabellino dei marcatori dopo aver deviato con una carambola sfortunata la grande sventola dalla distanza di Federico Valverde. In Spagna l'errore del portiere azzurro, fino a quel momento letteralmente miracoloso, sul tentativo del talento in erba Nico Paz tuttavia assume una valenza ben diversa perché vanifica tutti gli sforzi precedenti: personali e di squadra. Insomma, nel giro di pochi minuti Meret passa da possibile eroe del Bernabeu, nonché protagonista di copertina del passaggio del Napoli agli ottavi di finale di Champions League, a colpevole numero uno di una sconfitta che complica il cammino degli azzurri verso quello che in estate era stato fissato come l'obiettivo minimo stagionale. In questa parabola è racchiuso il destino spesso severo dei portieri, gli unici calciatori al quale non è concesso il minimo errore: a maggior ragione se ormai da tempo entrati nel mirino di un'intera piazza. E' il caso di Meret, che neanche nella stagione dello scudetto è riuscito a riconquistare coloro scesi da tempo dal suo carro e mai più risaliti neanche a fronte delle tante parate importanti messe a referto negli anni. In effetti, il classe '97, considerato uno dei migliori prospetti della sempre florida scuola dei portieri italiani, fin dal suo approdo nel capoluogo campano, datato 2018, si è distinto per una certa solidità che avrebbe poi contribuito alla vittoria dello scorso campionato. Eppure, nell'elenco degli eroi dello scudetto i nomi che spiccano sono altri anche quando il focus si sposta dagli attaccanti, notoriamente i beniamini più amati, ai protagonisti del reparto arretrato. Di Meret si parla tanto soltanto quando arriva l'inevitabile 'papera', quella che prima o poi tocca a ogni portiere, mentre i miracoli, quelli che invece fanno soltanto gli assi del ruolo, passano spesso in secondo piano. Perché? A penalizzare il friulano probabilmente è anche un carattere introverso destinato a non fare breccia in una piazza rovente come quella partenopea, che oggi chiede a gran voce il sorpasso nelle gerarchie di Walter Mazzarri a opera di Pierluigi Gollini. Lo stesso tecnico toscano non ha chiuso le porte a un possibile ribaltone, da introdurre magari in maniera soft approfittando dell'alternanza delle varie competizioni che attendono il Napoli nelle prossime settimane. Il quesito che torna protagonista in questi casi, quelli in cui effettivamente cambiano i gradi dei vari portieri della rosa, è sempre lo stesso: cosa succede se nella suddetta 'papera' incappa poi anche il nuovo titolare? L'allenatore di turno si ritroverebbe tra le mani due giocatori sfiduciati, demotivati e nel mirino della piazza, senza poter più attingere dalla panchina per provare a invertire il trend. Il caso di Meret è però ancora più delicato perché tira in ballo anche una situazione contrattuale tutta particolare.
Rinnovo in bilico
Già il primo rinnovo tra le parti, formalizzato a ottobre 2022, fu figlio di un lungo conciliabolo, terminato con un accordo ponte, quello che indica nel 30 giugno 2024 la data della definitiva chiusura di un rapporto mai sereno. In realtà, esiste un'opzione a favore del club partenopeo per prolungare il sodalizio di un ulteriore anno, ma al momento tutto lascia presagire l'accantonamento della stessa per fare spazio, la prossima estate, alla rivoluzione attesa in seno al Napoli a ogni livello. Lo stesso Mazzarri, si sa, ha una data di scadenza pendente sulla propria testa che in un certo senso rischia di delegittimare qualsiasi decisione di campo presa in questi mesi. Eppure, quasi come un cane che si morde la coda, proprio ciò che sancirà il rettangolo verde sposterà gli equilibri anche nella rosa, dove per la verità qualcosa si sta già muovendo. Un esempio lampante arriva dal reparto avanzato, dove ad oggi, per il ruolo di riserva (di lusso) di Victor Osimhen, Giovanni Simeone pare aver superato Giacomo Raspadori, costretto ancora una volta a inventarsi qualcosa di nuovo per ritrovare il suo posto al sole. Meret e Raspadori: cosa li accomuna? Sono giovani, italiani e militanti in una piazza che notoriamente è sempre molto severa con profili simili. Il carattere estroso e frizzante del jolly dell'attacco (e non solo), unito a qualche gol di peso e qualità, ha issato lo stesso su un livello superiore rispetto al portiere, penalizzato dalle peculiarità opposte. Eppure, in un futuro ad oggi molto lontano, anche Raspadori un giorno potrebbe svegliarsi e riscoprirsi infelice del minutaggio raccolto, pericoloso anche in ottica Nazionale. A Mazzarri, il 'traghettatore' più per gli oneri che per gli onori, il compito di provare a spegnere sul nascere qualsiasi potenziale focolaio di polemiche o comunque di 'mal di pancia'. Come? Innanzitutto guadagnando la fiducia del gruppo, missione che sembra arrivata già a un buon punto. Poi provando a carpire il meglio da ogni giocatore: anche da coloro che oggi appaiono più in difficoltà. Proprio come Meret, l'elemento da maneggiare con cura per evitare un bagno di sangue per tutte le parti in causa. Innanzitutto per il ragazzo, che rischia di bruciarsi dopo essere stato a lungo indicato come il miglior portiere italiano alle spalle del solo Gigio Donnarumma prima che anche quest'ultimo entrasse in un pericoloso gorgo. Poi per il Napoli, che la prossima estate rischia di perdere a zero un giocatore a suo tempo pagato ben 27,5 milioni. Da qui l'urgenza di salvare il soldato Meret, l'anti eroe che paga a carissimo prezzo ogni errore o presunto tale finendo su un banco degli imputati nel quale i rei sono sempre gli stessi. Nessuno, ad esempio, ha colpevolizzato Khvicha Kvaratskhelia, l'assente di lusso del Bernabeu che tra l'altro, tramite il padre, non nega di sognare proprio il Real Madrid.
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