Napoli, non solo Ndoye e Beukema: occhi su Lang e Scalvini
In attesa che si sblocchi il doppio fronte con il Bologna, gli azzurri guardano altrove: l'olandese del PSV è il più vicino, mentre per il difensore la richiesta dell'Atalanta è di 50 milioni

Noa Lang (Ansa)
Napoli, 26 giugno 2025 - Lo si potrebbe definirlo 'stallo alla bolognese', mutuando quello ben più noto alla messicana dei film western: per ora il doppio fronte in salsa rossoblù per provare ad accaparrarsi Dan Ndoye e Sam Beukema non si sblocca e così il Napoli comincia a guardarsi attorno, per trovare alternative, per mettere pressione o semplicemente per allungare le rotazioni di una rosa necessariamente lunga alla luce delle quattro competizioni da disputare l'anno prossimo. Una sfida bella grossa per gli azzurri in generale ma anche per lo stesso Antonio Conte, notoriamente un maestro quando c'è da focalizzarsi sul solo campionato.
Le cifre dell'affare Lang
La specialità del tecnico salentino, si sa, è plasmare fin dal ritiro un undici titolare al quale affidare quasi in esclusiva le sorti della sua squadra: una mossa vincente quando in ballo c'è la 'sola' lotta scudetto, ma decisamente poco proponibile quando gli obiettivi sono molteplici e tutti di alto livello. Ecco perché l'eventuale chiusura di un acquisto non preclude la strada a quelli che magari potrebbero essere i veri principali obiettivi del quartier generale di Castel Volturno. Dal generico ai casi particolari, quelli appunto di Ndoye e Beukema, per i quali la distanza con il Bologna continua a essere piuttosto elevata. Da qui la virata recente su due omologhi di ruolo: rispettivamente Noa Lang e Matteo Scalvini. L'olandese, a parte gli acquisti già ufficiali di Kevin De Bruyne e Luca Marianucci, è ad oggi il giocatore più vicino a vestirsi d'azzurro fino al 30 giugno 2030 per un compenso di 2,5 milioni a stagione. Certo, c'è ancora la quadra da trovare con il PSV Eindhoven, una bottega notoriamente molto cara che per il classe '99 chiede 30 milioni, di cui almeno 25 di parte fissa: il Napoli ne offre 28, per una distanza minima che dovrebbe essere colmata già nei prossimi giorni. Poi, qualora la fumata fosse bianca (o, se si preferisce, azzurra), Conte avrà tra le mani un esterno di piede destro capace di giocare su entrambe le corsie, con una preferenza per quella mancina dove poi rientrare per scoccare un tiro niente male, come dimostrato dai numeri monstre della scorsa stagione: 14 reti e 12 assist in 44 partite tra campionato, Champions League e coppe domestiche, a testimonianza di un giocatore che, nonostante l'età ancora giovane (seppur non più giovanissima), ha già maturato una certa esperienza a livello internazionale. Praticamente ciò di cui hanno bisogno Conte e il Napoli in una stagione dispendiosa come quella all'orizzonte. E, praticamente, qualcosa che non sbarra la strada a Ndoye o comunque a un altro esterno da immettere nella rosa.
Ritorno di fiamma per Scalvini
Lo stesso discorso si può estendere alla difesa, dove il pallino principale si chiama ancora Beukema nonostante la suddetta trattativa non esattamente semplice con il Bologna sui due binari, ma anche scorporandone entrambe le parti. Il taccuino di Giovanni Manna è ricco di nomi dai profili e dalle caratteristiche molto variegati, come già dimostrato la scorsa estate, tra l'altro da fresco nuovo direttore sportivo in una sessione ricca di ostacoli, quella della ricostruzione dalle macerie (e dello scetticismo). Su questo elenco esistono identikit nuovi, segreti ma anche i cosiddetti vecchi pallini da rispolverare al momento opportuno, come potrebbe essere quando le quotazioni di mercato, per i motivi più disparati, sono in picchiata. E' il caso di Giorgio Scalvini, uno che al Napoli piace davvero da tempo immemore. Poi la mannaia della sfortuna si è abbattuta sul classe 2003, togliendolo praticamente quasi interamente di mezzo dalla scorsa stagione, come testimoniano le appena 8 presenze totali, per un tempo di soltanto 371' trascorsi sul rettangolo di gioco a fronte del resto passato in infermeria. Tra crociato e spalla, Scalvini il campo lo ha visto pochissimo, ma ciononostante l'Atalanta continua a vederlo come un patrimonio tecnico ed economico da difendere a ogni costo, come si evince dai 50 milioni richiesti alle eventuali squadre interessate. Tra esse c'è di nuovo il Napoli, che in realtà la presa non l'ha mai totalmente mollata. Anche in questo caso gli azzurri potrebbero bussare alla porta degli orobici per un doppio pacchetto, perché piace pure Ademola Lookman, ma se per il Bologna il muro alzato dei quasi 80 milioni è sembrato (per ora) troppo alto, in questo caso la resa sembra già preventiva. Ai 50 per Scalvini, infatti, l'Atalanta ne farebbe aggiungere almeno altri 50 per il nigeriano, forse il prototipo del jolly d'attacco che servirebbe per colmare diverse caselle. Il totale recita oltre 100 milioni: se è vero che in questa sessione gli azzurri potrebbero non badare a spese, è altrettanto chiaro che salti nel buio comunque non saranno fatti. Il problema è che tutti conoscono la disponibilità economica del Napoli, che deve ancora intaccare i 75 milioni incassati a gennaio per Khvicha Kvaratskhelia. Non solo: nessuno oggi sottovaluta il potere tecnico e finanziario del club partenopeo, che rischia (si fa per dire) di diventare anche un colosso a livello internazionale. Certo, non sempre a grandi spese corrispondono i risultati auspicati sul terreno di gioco: lo sa bene proprio il Napoli, che spesso ha raccolto nel calcio giocato più di quanto investito sul mercato, e lo sanno ancora meglio le sue avversarie, tanto 'spendaccioni' la scorsa estate quanto poi tutte destinate a rimanere a bocca asciutta. Dunque, potrebbe valere anche la tesi opposta, se non fosse che nella plancia di comando c'è un certo Conte, un maestro nell'amalgama dei gruppi anche con diverse 'prime donne'. Difficilmente l'etichetta di colpo di mercato per eccellenza, quello capace di unire gli effetti speciali alla resa sul campo, sarà strappato a De Bruyne, ma intanto Manna lavora su due, se non quattro, binari: da una parte Ndoye e Beukema, dall'altra Lang e Scalvini, le loro alternative o forse, chissà, degli innesti che non escludono i primi.
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