Napoli-Osimhen, il patto prima dell'addio estivo

Il nigeriano sembra sempre intenzionato a cambiare aria, ma prima di farlo vuole riportare in alto gli azzurri dopo gli ultimi durissimi mesi

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
23 febbraio 2024
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 23 febbraio 2024 - Nuovo allenatore, tra l'altro l'ennesimo, ma vecchie abitudini: il Napoli, un po' a sorpresa, passa dalla guida di Walter Mazzarri a quella di Francesco Calzona e, sempre un po' a sorpresa alla luce dei valori stagionali, ferma il Barcellona e lo fa grazie a Victor Osimhen, l'uomo come sempre più discusso. Nel bene e nel male. La storia tra il club partenopeo e il suo bomber negli ultimi mesi si è fatta più tribolata che mai. Il fulcro di gran parte delle tensioni è stato un rinnovo prima promesso nell'immediato post scudetto e poi di colpo finito in un cassetto dal quale pareva non uscire più nel corso di un autunno come al solito complicato nel segno di infortuni e difficoltà di campo. Come se non bastasse, ci si è messa la Coppa d'Africa ad allontanare ulteriormente il Napoli e Osimhen, che però prima si erano legati fino al 30 giugno 2026 dietro pagamento di uno stipendio da 10 milioni lordi che diventa quello più alto attualmente in vigore in Serie A. Tutti felici e contenti, dunque? In realtà no, perché il rinnovo formalizzato nelle scorse settimane funge più che altro da paracadute per Aurelio De Laurentiis per scacciare via il precedente spauracchio di dover svendere il pezzo pregiato della rosa: spauracchio scongiurato dalla data di scadenza spostata un anno più avanti e soprattutto dalla clausola rescissoria da 130 milioni inserita nel nuovo contratto che, a sua volta, fisserà l'asticella sotto la quale il patron non aprirà alcun tavolo di trattative per cedere il nigeriano. Quest'ultimo, ben dopo la firma, dal ritiro della sua Nazionale aveva lasciato intendere di vedersi altrove per il suo futuro: magari nella tanto ricca e desiderata Premier League. Insomma, la strada sembra tracciata, ma da qui all'estate da percorrere insieme c'è un altro bel tratto che stavolta, a differenza di un anno fa, non condurrà alla meta più ambita, lo scudetto: il patto stretto tra le parti è comunque bello forte, con la speranza reciproca e comune di concludere al meglio una stagione complicata e, chissà, magari anche l'intero sodalizio.

Il patto Napoli-Osimhen

 La decisione di Osimhen sembra presa: congedarsi dalla maglia azzurra dopo quasi 4 anni mai banali. Tutto cominciò con un acquisto, quello dal Lille, che fin dall'inizio destò sospetti per la cifra esorbitante (81 milioni) ammortizzata dall'inserimento dei cartellini di giocatori azzurri sopravvalutati e poi, di fatto, mai sbarcati in Francia: la vicenda e il suo lungo codazzo sono tuttora nel mirino degli inquirenti. Non solo: altre difficoltà in seguito non sarebbero mancate, tra infortuni a ripetizione (tra cui quello al volto che tuttora ha lasciato in eredità al classe '98 l'ormai proverbiale mascherina), tensioni nel capoluogo campano, in campo e non e perfino sui propri profili social network, e in patria in occasione di alcuni ritorni tutt'altro che sereni. Nel mezzo sempre la velata sensazione che, alla lunga, il pianeta Napoli sia destinato a stare stretto a Osimhen, ragazzo ambizioso quasi al limite dell'arrivismo. Dall'altro lato c'è un De Laurentiis insolitamente morbido e accomodante con un proprio giocatore recalcitrante: un trattamento che altri elementi della rosa attuale e passata non hanno ricevuto. Il patron in effetti è così: ruvido e spigoloso in certi casi, accogliente e quasi paterno in altri. Probabilmente il vero pensiero di ADL al riguardo uscirà soltanto dopo che il rapporto si sarà concluso, un evento che molti considerano in predicato di veficarsi già quest'estate. Prima però il Napoli e Osimhen faranno fronte comune per risalire la china in classifica in campionato, con l'obiettivo di centrare un pass per la prossima Champions League. E magari, intanto, continuare a sognare nell'attuale Champions League, con lo squillo suonato al Barcellona a testimoniare questo intento. Nello spogliatoio azzurro sta circolando un virgolettato ascrivibile proprio al nigeriano, che avrebbe affermato di voler aiutare la squadra (a quanto pare usando un'espressione più colorita) prima di andare via. Insomma, le sentenze emesse da un attaccante volitivo e determinato in campo e fuori sono due. La prima: da qui a fine stagione l'impegno profuso sarà il massimo, alla faccia di chi ipotizzava uno scollamento tra le parti dopo che l'obiettivo tanto desiderato, il rinnovo a cifre monstre, era stato centrato. La seconda: almeno a detta del diretto interessato, l'addio in estate è cosa ormai certa, sicura e acclarata. Le ultime voci di radio mercato parlano del Paris Saint-Germain come la possibile meta di Osimhen, che tornerebbe così in Ligue 1 attraverso la porta principale. In realtà, si sa, le ambizioni più profonde del nigeriano portano altrove e per la precisione in Premier League, ma come al solito a indirizzare l'intera vicenda sarà l'elenco di offerte che arriveranno sulla scrivania di De Laurentiis, che potrebbe essere bypassato dalla clausola rescissoria. Prima però, quasi come un mantra da ripetersi per darsi coraggio, il Napoli deve concludere al meglio questa stagione anche per scongiurare il rischio di dover vendere diversi altri big della rosa senza qualificazione alla prossima Champions League. Certo, verrebbe quasi da ricordare l'esodo estivo che aveva fatto da preludio allo scudetto, in barba a chi parlava di ridimensionamento dell'intero progetto. Qui dovrà essere bravo De Laurentiis a tastare il polso ai suoi giocatori, facendo una cernita tra coloro che hanno ancora potenzialità in azzurro e quelli che invece hanno probabilmente esaurito il proprio ciclo dopo l'apoteosi scudetto. Nel mezzo si staglia Osimhen, che come già successo in altre occasioni dimostra di fare il bello e il cattivo tempo dalle parti di Fuorigrotta, mettendo le mani avanti su ciò che sarà il suo futuro a prescindere dall'esito della stagione. Ancora prima però lo stesso Osimhen, seppur a tempo determinato, giura fedeltà alla causa Napoli in nome di un patto da onorare per risalire la china in classifica e magari per lasciarsi nel miglior modo possibile e senza ulteriori codazzi polemici.

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