Napoli, il piano di De Laurentiis per il rinnovo di Osimhen

Il patron proverà il tutto per tutto per trattenere il nigeriano: sul piatto un contratto fino al 2026 a 6 milioni, ma in caso di offerta monstre sarà addio

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
8 giugno 2023
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 8 giugno 2023 - C'era una volta un Napoli felice dello scudetto appena blindato con il crisma della matematica ma quasi rassegnato a perdere a fine campionato l'uomo simbolo. C'è invece oggi un Napoli che riapre clamorosamente la partita per il rinnovo di Victor Osimhen.  

Le varie ipotesi al vaglio

  Curiosamente la svolta arriva proprio in questo momento in cui, formalmente, il club partenopeo è privo di un allenatore e con un ds in un certo senso esautorato dalle sue funzioni. Senza neanche bisogno di fare troppi sforzi si capisce dunque chi è che a Castel Volturno, tanto per cambiare, sta tirando i fili di tutte le varie vicende: Aurelio De Laurentiis. Curiosamente lo stesso Aurelio De Laurentiis che, nonostante il titolo appena vinto, non vuole stravolgere la ricetta vincente del suo club. Le ipotesi diventano quindi diverse. La prima porta alla conferma del capocannoniere del campionato anche senza rinnovo: in effetti la scadenza (giugno 2025) non è lontanissima ma neanche vicinissima. La seconda parla di un prolungamento a cifre non esorbitanti: la palla in tal senso passerebbe al nigeriano, che tramite un gesto d'amore e riconoscenza potrebbe decidere in accordo con il suo entourage di non chiedere la luna in sede di discussione del rinnovo. Poi c'è l'ultima strada: quella della follia di De Laurentiis pur di trattenere il proprio numero 9. Una follia che ovviamente creerebbe pure un precedente nei confronti degli altri giocatori chiave della rosa, che prima o poi (più prima che poi) si sentirebbero legittimati a bussare a loro volta alla porta del patron per chiedere e magari pretendere uno stipendio più alto. Non si può neanche dire che De Laurentiis non abbia mai sperimentato questa problematica. Basta riavvolgere il nastro fino al ciclo precedente, quello chiuso sul campo con una bella delusione dopo il crollo di Empoli che aveva tagliato fuori il Napoli dalla lotta scudetto e fuori dal campo con polemiche e frecciatine tra il patron e i senatori della rosa, che non a caso nell'estate successiva (quella scorsa) avrebbero lasciato il capoluogo campano o per cifre esigue o addirittura a zero. Prima di quest'epilogo generale al vetriolo, giusto per chiarire ulteriormente, c'erano stati blitz dei giocatori in questione e dei relativi procuratori negli uffici di Castel Volturno per strappare rinnovi ovviamente tutti al rialzo: una 'processione' che De Laurentiis, al di là della gioia e della riconoscenza per lo scudetto vinto, non vuole più rivedere.

Il piano per la conferma

  Da qui la delicatezza legata al destino di Osimhen, il trascinatore del tricolore che forse non sarebbe neanche corretto mettere sullo stesso piano insieme al resto della rosa. Un'eccezione potrebbe essere rappresentata da Khvicha Kvaratskhelia, l'altro simbolo dello scudetto, nonché l'MVP dell'intero campionato: un titolo che a detta di molti, per la maggiore costanza profusa nell'arco del torneo, avrebbe meritato proprio Osimhen. Poco male per il Napoli, che si gode i suoi due talenti più cristallini con l'obiettivo di non dividere tanto presto la 'strana coppia' del gol. Non a caso De Laurentiis ha in programma degli incontri con gli agenti di entrambi i giocatori. Certo, prima c'è da risolvere la matassa legata al nuovo allenatore, da annunciare entro la fine del mese: calcolando che nella prima metà di luglio di fatto riprenderanno i lavori in vista della prossima stagione, quella da onorare con il tricolore cucito sul petto, non potrebbe essere altrimenti. I summit con i procuratori potrebbero avvenire, come già successo nel recente passato, anche nella cornice dei ritiri estivi di Dimaro o Castel di Sangro. Il patron ha già chiaro cosa comunicare all'entourage di Osimhen: un'idea di rinnovo c'è, ma di fronte a un'offerta monstre sarà impossibile dire di no. Cosa che probabilmente non dispiacerebbe neanche al diretto interessato, notoriamente un giocatore molto ambizioso che, per sua stessa ammissione, non disdegnerebbe l'idea di approdare in un club (magari di Premier League) che lotta in maniera costante per vincere la Champions. Prima però l'impressione è che tutte le parti in causa vogliano fare un tentativo per salvare un sodalizio che definire vincente è poco. L'idea di De Laurentiis è mettere sul piatto un contratto fino al 2026, dunque più lungo di un anno di quello attuale e soprattutto uno stipendio da 6 milioni rispetto ai 4,5 milioni attualmente percepiti. L'altra faccia della medaglia mette in conto le sirene del mercato: qualora al Napoli arrivasse un'offerta da 130/140 milioni, allora Osimhen sarebbe virtualmente accompagnato alla porta, seppur con tanti ringraziamenti per quanto profuso nell'anno dello scudetto (e non solo). La cifra è di quelle pazzesche che probabilmente ad oggi neanche i top team europei potrebbero permettersi. Eppure, i tifosi azzurri non possono di certo dormire sonni tranquilli in tal senso. I numeri del nigeriano hanno attirato diversi club attualmente alla caccia di un nuovo bomber. Si comincia dal Real Madrid, fresco di addio a Karim Benzema: in pole pare ci sia Harry Kane, ma Osimhen ovviamente piace parecchio. Sul capocannoniere dell'ultima Serie A sono vigili anche Paris Saint-Germain, Chelsea e Manchester United: nel primo caso l'ex Lille rientrerebbe in Ligue 1 dalla porta principale, mentre negli altri due sarebbe coronato il suo sogno di approdare in Premier League, seppur con una differenza sostanziale. Il Chelsea è forse più avvezzo alle spese folli ma, almeno per il prossimo anno, non potrà tentare Osimhen con la carta della Champions League: discorso opposto per il Manchester United, pronto a tornare ai vecchi fasti dopo qualche annata piuttosto grigia. Tutti questi ragionamenti sono prematuri: almeno prima del tanto atteso incontro tra De Laurentiis e l'entourage del nigeriano. Solo dopo il summit probabilmente si potrà fare un primo borsino sulle percentuali di permanenza o meno: inutile anche solo sottolineare dove pendano le speranze di un'intera piazza e forse dello stesso patron, che mai come ora non vuole smontare neanche un ingranaggio del suo 'giocattolino'.

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