Napoli, segni di vita con la Roma. Intanto Conte apre a De Laurentiis
Per gli azzurri pareggio di qualità e orgoglio contro i giallorossi, al netto dei soliti errori difensivi. Per la panchina si apre uno spiraglio per il tecnico salentino: a breve un summit con il patron
Napoli, 29 aprile 2024 - Qualcosa si muove, qualche segnale di vita c'è, ma non basta per la vittoria: il Napoli si presenta al cospetto del Maradona con le migliori intenzioni per provare a riappacificarsi dopo lo strappo, l'ennesimo stagionale, di Empoli, e in parte ci riesce di fronte a coloro capaci guardare oltre il risultato. Chi invece si ferma a quest'ultimo non può non aggiornare l'elenco di delusioni, rimpianti e mesto raffronto con l'annata precedente: grazie allo scoppiettante 2-2 raccolto contro la Roma gli azzurri salgono a 50 punti, praticamente il bottino che nel campionato dello scudetto fu racimolato soltanto nel girone di andata. Insomma, quando anche un buon risultato ottenuto contro una squadra lanciatissima e in lotta per la Champions League diventa motivo di amarezza allora il quadro a tinte fosche di quest'anno si arricchisce di un ulteriore schizzo. Guardando al presente e alla stretta attualità, le vittorie di Atalanta, Lazio e Fiorentina, con la prima e l'ultima di questa fila con una partita in meno ancora da recuperare, rischiano di complicare ulteriormente la corsa del Napoli verso una posizione buona per l'Europa: una qualsiasi, senza neanche più badare tanto alla Champions League ma neanche all'Europa League, con il ripiego chiamato Conference League diventato al momento l'obiettivo più raggiungibile. Se questo discorso fosse stato fatto in estate, in molti all'ombra del Vesuvio (e non solo) avrebbero gridato al complotto mediatico, basandosi sugli allora recenti fasti della squadra fresca di vittoria dello scudetto: gli stessi che, riavvolgendo il nastro di un ulteriore anno, probabilmente non avrebbero creduto a un dominio così netto come quello della stagione 2022-2023. Come ormai da tradizione, tra presente e passato si staglia il futuro: un futuro che Aurelio De Laurentiis continua a volere con Antonio Conte alla guida nonostante le contingenze attuali stiano dipingendo un Napoli non molto allettante a livello internazionale in vista della prossima stagione.
Le statistiche
Eppure, appunto, con la Roma qualcosa si è mosso, facendo intravedere dei lampi della squadra di un anno fa soprattutto a livello offensivo. A parlare sono i dati dei tiri (27 degli azzurri contro i 10 dei giallorossi, per un totale di 23 occasioni da gol contro 9) e in generale l'intero volume della prestazione sfoderata dai ragazzi di Francesco Calzona, che creano con la stessa facilità con cui distruggono soprattutto dagli sviluppi dei piazzati: prima Juan Jesus tocca in maniera ingenua Sardar Azmoun, spianando la strada al rigore poi trasformato dallo specialista Paulo Dybala e poi Giovanni Di Lorenzo non interpreta al meglio la tattica del fuorigioco in occasione del corner spizzato dal redivivo Evan NDicka e insaccano dall'altro rientrante Tammy Abraham, al gol dopo 365 giorni esatti. Alla favola della punta giallorossa fanno da contraltare i rimpianti azzurri, resi meno dolenti dalla rete di Mathias Olivera, l'uomo che non ti aspetti, a sua volta al rientro da un lungo infortunio, e dal penalty trasformato da Victor Osimhen, il simbolo invece della parziale riscossa dei suoi. Parziale per demeriti e imprecisione ma anche per la grande prestazione di Mile Svilar, probabilmente il migliore in campo in assoluto: per il Napoli un rimpianto ma, alla luce dei tempi correnti, anche un motivo di orgoglio, perché ultimamente non è accaduto spesso che un portiere avversario avesse avuto una tale mole di sollecitazioni. Anzi, a dirla tutta, di solito l'ingrato compito è toccato ad Alex Meret, uno dei tanti azzurri attualmente in bilico per il futuro e tra l'altro nonostante il rinnovo automatico tra le parti sia ormai scattato: alla società e al tecnico del futuro il compito di sciogliere uno dei tanti nodi estivi, con il primo che curiosamente riguarda proprio l'allenatore. Le ultime indiscrezioni sembravano spingere verso la candidatura di Stefano Pioli, tuttora in piedi, ma il sogno dei piani altissimi del quartier generale di Castel Volturno resta un altro: Conte, sempre più, turba le notti di De Laurentiis, che quasi 'per sfinimento' potrebbe arrivare finalmente a dama.
Il piano per Conte
In realtà, sono anche le altre tessere del puzzle che apparentemente vanno incastrandosi altrove a lanciare la volata in azzurro al tecnico salentino: restando ai fatti della sola Serie A, Julen Lopetegui sembra ormai promesso sposo del Milan nonostante il malcontento di gran parte della piazza, e Thiago Motta pare orientato verso la Juventus. Vengono così meno due club che, come tanti altri, avevano appuntato il nome di Conte sui rispettivi taccuini, con il Napoli che invece continua a lavorare sodo battendo sempre la solita pista. La distanza tra le parti resta ed è anche piuttosto ampia, toccando vari punti: dalla faraonica richiesta d'ingaggio dell'ex ct della Nazionale al desiderio, stavolta più che altro della società, di avere un contratto, nel caso, senza alcuna penale o clausola rescissoria. Insomma, Conte potrebbe davvero volere il Napoli ma quasi totalmente soltanto alle sue condizioni, mettendo (per una volta) un presidente tutto d'un pezzo come De Laurentiis quasi spalle al muro. Neanche tanto a margine ci sarebbe la questione mercato, pagina sulla quale l'allenatore salentino vorrebbe avere la possibilità di scrivere diversi capitoli senza dover accettare passivamente le decisioni dall'alto. Certo, un 'problema Osimhen', che potrebbe svincolarsi dietro pagamento di una clausola rescissoria e quindi senza alcun veto da parte del Napoli, esiste e pesa a maggior ragione se si pensa all'incognita nascosta nella resa del possibile sostituto. Ma questo Conte lo sa bene, così come sa che dopo una stagione del genere nessun giocatore, a fronte ovviamente dell'offerta reputata congrua da De Laurentiis, può essere considerato incedibile: neanche Khvicha Kvaratskhelia, un altro che contro la Roma ha lanciato segnali rincuoranti in ottica futuro. Segnali, appunto, quasi indizi ma non ancora prove e una buona prestazione contro una grande squadra e figlia di precedenti polemiche e contestazioni non può bastare a sanare una ferita che rischia di sanguinare fino al termine della stagione. Poi si aprirà un nuovo capitolo: se con Pioli, con Conte o con un nome a sorpresa è ancora presto per dirlo.
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