Napoli-Venezia, il dilemma di Conte a sinistra: Kvaratskhelia o Neres?

Il georgiano è pienamente recuperato dall'infortunio al ginocchio, mentre il brasiliano è reduce dalle ottime prove di Udine e Genova: con Politano inamovibile a destra, solo uno dei due partirà dall'inizio contro i lagunari

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
27 dicembre 2024
Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Khvicha Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli, 27 dicembre 2024 - Quando cominciò a circolare la notizia di un suo infortunio al ginocchio in molti avevano temuto il peggio, prima della parziale schiarita che comunque sembrava relegare in un cassetto il suo 2024 a tinte miste (come quello dell'intero Napoli). Invece Khvicha Kvaratskhelia ha sorpreso tutti e bruciato le tappe, tornando in campo praticamente dopo una decina di giorni o poco più dal trauma distorsivo al ginocchio destro accusato nel secondo round, quello di campionato, contro la Lazio che aveva causato una lesione del legamento collaterale mediale. Nel frattempo, però, il suo 'supplente' David Neres ha sfruttato benissimo la chance, offrendo ad Antonio Conte altre prospettive per quella corsia mancina che all'alba della stagione pareva invece dal destino già scritto.  

Due frecce diverse

  Nel calcio, si sa, non basta avere lo stesso ruolo per fornire alla squadra il medesimo apporto: se poi si parla di esterni, il discorso vale ancora di più. Stringendo la questione a Kvaratskhelia e Neres, le differenze balzano subito all'occhio: più tecnico e ambidestro il georgiano, più veloce e sinistro puro il brasiliano. Volendo provare a tradurre il tutto sul rendimento, Kvara garantisce più traversoni dalla trequarti, a piede invertito, e probabilmente conclusioni per lo stesso motivo più letali, mentre Neres ha nell'attacco alla verticalità e nello spunto rapido nello stretto l'arma più letale per le difese avversarie. Fin dall'estate Conte e tutto il pianeta Napoli hanno parlato dei due quasi come di due giocatori interscambiabili, con l'uno come sostituto naturale designato dell'altro. In realtà, le cose non stanno proprio così e appunto la recente 'supplenza' di Neres ha dimostrato quanto lo stesso volto del Napoli cambi in base ai protagonisti in campo. E, paradossalmente, non necessariamente in peggio come qualcuno temeva. Con in campo l'ex Benfica, il gioco offensivo degli azzurri è apparso più fluido e rapido, a beneficio anche delle mezzali: una manna dal cielo, specialmente quando si gioca fuori casi, come accaduto negli ultimi due match contro Udinese e Genoa. Ora tutto cambia: nel prossimo turno, l'ultimo del 2024, il Napoli sarà di scena al Maradona contro il Venezia, un avversario sempre difficile da decifrare. La classifica deficitaria della squadra di Eusebio Di Francesco può ingannare, ma la realtà parla di una formazione dai mille volti, che non a caso ha messo in seria difficoltà diversi avversari più quotati: basti pensare al pareggio (quasi una vittoria) strappato in casa della Juventus e alla sconfitta incassata proprio all'ultimo secondo nella trasferta contro l'Inter. Dunque, vietato abbassare la guardia: a maggior ragione nel turno che, parlando delle rivali per le primissime posizioni, vede Lazio e Atalanta affrontarsi, l'Inter dover sfidare in Sardegna il sempre insidioso Cagliari, e la Juventus ospitare la Fiorentina. Dunque, un'occasione ghiottissima per gli azzurri per provare a regalarsi la vetta della classifica per fine anno, o magari semplicemente per mantenere il passo delle migliori. Da qui l'idea di Conte, alla faccia del nome dell'avversario di turno e dei cinque cambi a partita, di non sbagliare le scelte iniziali, mettendo quindi in secondo piano anche l'ipotesi della staffetta a gara in corso.

Il dilemma di Conte

  Dopo quanto accaduto contro il Genoa, con un primo tempo quasi perfetto e una ripresa di senso diametralmente opposto, Conte vuole risposte dal suo Napoli anche in questi termini. Vietato, quindi, disputare solo una metà di gara convincente, per scacciare definitivamente via il retrogusto amarognolo lasciato dal sofferto successo del Ferraris, per molti fortunato e quasi fortuito. Qui torna dunque in ballo il dilemma a sinistra che il tecnico salentino rischia di trascinarsi fino a fine stagione: Kvara o Neres? In realtà, ci sarebbe la via di fuga a destra, la corsia più congeniale al brasiliano, ma quella zona di campo viene battuta ormai da anni con grande profitto da Matteo Politano, un po' l'equilibratore tattico della cui importanza in pochi si accorgono. Inoltre, per molti, e forse per lo stesso Conte, schierare in contemporanea Kvaratskhelia e Neres potrebbe essere un azzardo tattico che disegnerebbe un Napoli troppo offensivo. Ma dall'altro lato, al netto del rispetto dovuto a un avversario appunto più insidioso di quanto non dica la sua classifica, se non si può rischiare nemmeno in casa contro il Venezia quando lo si potrebbe fare? Per questo motivo l'ipotesi della doppia freccia Kvara-Neres non è da escludere, così come non lo è quella opposta che vede uno solo dei due manovrare a sinistra e Politano, ovviamente, intoccabile a destra. Già, ma chi? Il borsino della forma attuale spinge verso il brasiliano, particolarmente efficace contro difese non esattamente ermetiche come quella del Venezia. Lasciare però in panchina Kvara, anche se solo dall'inizio, in questo momento storico e dopo giorni di duro lavoro per ritrovare la condizione migliore dopo il problema al ginocchio saprebbe quasi di bocciatura: uno scenario pericoloso se si pensa che in ballo c'è un rinnovo complicatissimo che, in caso di fumata nera, rischia di aprire scenari tetri per il mercato estivo. Ci sarebbe l'exit strategy chiamata staffetta, probabilmente la scelta più saggia per salvare, proverbialmente, capra e cavoli. Anche in questo caso però, nei termini di quella che potrebbe diventare una stimolante rivalità interna, l'opzione dal primo minuto rischia di incidere a fuoco le priorità di Conte. Lanciare dall'inizio Kvaratskhelia riporterebbe le cose all'ordine iniziale, ma relegherebbe Neres all'ingrato ruolo forse di riserva 'a vita' nonostante quanto di buono fatto tra Udine e Genova. Varare la linea opposta, invece, ora che è certo che il georgiano sta fisicamente bene potrebbe agitare troppo le acque in una piazza che muore ai piedi dell'idolo dello scudetto, accettandone di buon grado errori e prestazioni anonime come non accade per altri giocatori. A Conte l'imbarazzo della scelta, uno step che spaventa ma allo stesso tempo intriga ogni allenatore ambizioso per sé e per la propria squadra.

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