Napoli, Neres incanta. Ma che ne sarà al ritorno di Kvaratskhelia?
Il brasiliano ha deciso quasi da solo la sfida in casa dell'Udinese, ma per molti non può coesistere con il georgiano. A destra, a sua volta, c'è un Politano al quale Conte non vuole mai rinunciare
Napoli, 16 dicembre 2024 – Il calcio insegna che l'abbondanza non è mai un problema: men che meno lo è nell'era delle cinque sostituzioni a partita. Eppure, anche con questa variante ormai introdotta da diverse stagioni che praticamente in teoria permette di cambiare metà formazione di movimento, partire o meno da titolare sembra ancora fare tutta la differenza del mondo: forse più per i tifosi che per i giocatori. Succede così che il Napoli, orfano di Khvicha Kvaratskhelia probabilmente per tutto ciò che resta del 2024, si interroghi già sulla casella da far occupare in futuro da David Neres. Il quesito non è inedito, ma dopo la prestazione devastante del brasiliano contro l'Udinese ha assunto ancora più rilievo.
L'importanza di Politano
Parlare di dualismo rischierebbe di togliere importanza a Matteo Politano, forse il meno vistoso di tutti gli esterni azzurri ma, al contempo, anche uno dei più preziosi. Il classe '93 garantisce innanzitutto esperienza, ma anche doti in fase di ripiegamento sempre utili specialmente quando le partite sono tutt'altro che in discesa. Esiste poi un altro tipo di lavoro, quello che lo vede agire quasi da regista offensivo, nonché catalizzatore di quei lanci dalle retrovie che con la nuova gestione tecnica, quella targata Antonio Conte, hanno rifatto capolino a Fuorigrotta dopo anni all'insegna del 'giochismo' a tratti anche esasperato. In teoria, l'elemento designato a questo tipo di mansione avrebbe dovuto essere Romelu Lukaku, ma ormai le difese avversarie hanno spesso preso le contromisure buone per disinnescare questa giocata tipica. Dunque, il piano B, che poi ultimamente sta diventando qualcosa di più, vede Politano attirare le palle alte per poi addomesticarle e lavorarle: un allenatore che al Maradona non ha lasciato un ricordo eccellente (non soltanto per colpe sue, come avrebbe svelato il resto della scorsa stagione) come Rudi Garcia qualche anno fa definì il suo allora giocatore Kevin Strootman la 'lavatrice' perfetta per questo compito. Anche il Napoli ha la sua 'lavatrice', notoriamente un elettrodomestico tanto prezioso quanto apprezzato dai più soltanto quando si rompe. E così succede anche per gli azzurri e per Politano, un giocatore che ruba meno l'occhio di altri suoi compagni di squadra ma forse ancora più fondamentale nel mantenere quell'equilibrio tanto caro a Conte, che non a caso non vi rinuncia mai. Se la casella destra appare cristallizzata, dunque i problemi (di abbondanza) si spostano a sinistra. Oggi molti si chiedono cosa accadrà allorché Kvaratskhelia tornerà disponibile, evento tra l'altro non lontantissimo e, soprattutto, cosa ne sarà dunque di Neres, decisamente un lusso da relegare in panchina. A maggior ragione ora che da qui a fine stagione il Napoli sarà impegnato solo in campionato e, quindi, senza più neanche la valvola di sfogo della Coppa Italia.
La difficile coesistenza Kvara-Neres
Tanto per restare in tema di quesiti che probabilmente non avranno mai una risposte, e di certo men che meno un mea culpa pubblico, chissà se potendo tornare indietro Conte nel primo atto contro la Lazio effettuerebbe le medesime 'scelte ponderate' che avrebbero poi condotto a un'eliminazione quasi scritta. Certo, quella sera nella formazione varata Neres, lo stesso giocatore così acclamato dopo Udine, figurava nell'undici selezionato per provare a spezzare il tabù ottavi di finale. Invece, anche il brasiliano sarebbe stato inghiottito dalla serata infelice dei suoi, pur risultando ovviamente tra i meno peggio. In quell'occasione toccò a Kvaratskhelia catalizzare le speranze dei tifosi, che dal loro punto di vista a un certo punto della sfida avrebbero voluto in campo i migliori per raddrizzare la situazione. Quelli erano i giorni in cui, a parte nella testa di qualche temerario, la migliore ipotesi possibile per il Napoli sembrava la staffetta tra due esterni reputati troppo offensivi per coesistere. E stiamo parlando appena di una decina di giorni fa. Da allora, nel bene e nel male, all'ombra del Vesuvio è cambiato tanto. Innanzitutto l'eliminazione dalla Coppa Italia ha appunto ridotto le chance delle cosiddette seconde linee di mettersi in mostra e rendersi utili alla causa. E nel caso del Napoli costruito quest'estate a suon di 150 milioni spesi, prezzi di acquisto e ingaggi alla mano bisognerebbe parlare più che altro di titolari aggiunti. Poi Kvaratskhelia, il simbolo dello scudetto al quale si perdona anche (più di) qualche stecca, si è infortunato e ne avrà per qualche settimana: l'assist perfetto per dare minuti a Neres, chiamato dal canto suo a dimostrare di essere qualcosa di più del semplice giocatore 'spacca-partite'. Il brasiliano, prelevato in estate dal Benfica per 28 milioni, contro l'Udinese ha risposto presente, facendo a fette la difesa di casa in più occasioni con accelerate in profondità e anche trasversali, come quella che ha propiziato l'autorete di Lautaro Giannetti che ha poi completato la rimonta ultimata nel finale dalla ciliegina sulla torta apposta da André-Frank Zambo Anguissa. In attesa di sciogliere una volta per tutte il nodo che riguarda l'efficacia di Neres contro retroguardie più attrezzate, il classe '97 si conferma un'arma letale in partite come quella del Bluenergy Stadium: sulla carta non impossibili ma sempre a un passo dal trasformarsi in trappole, come in effetti stava accadendo anche sabato. Il calendario a breve termine del Napoli propone proprio sfide di questo tenore. Si partirà dal Genoa sabato alle 18, per una trasferta che per tipologia si presenta molto simile a quella di Udine: si arriva poi, in chiusura del 2024, al Venezia, ospite al Maradona con la speranza di emulare, se non addirittura migliorare, quanto raccolto di recente in casa della Juventus. Insomma, sono le classiche sfide nelle quali la grande di turno, in questo caso il Napoli, ha tutto da perdere. E le classiche sfide in cui l'estro di un singolo può spezzare l'equilibrio e abbattere anche le difese più arroccate. L'identikit perfetto di Neres, in attesa del rientro di Kvara e delle eventuali prove di convivenza futura.
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