Napoli, la scelta di Conte e la profezia infausta di De Laurentiis: con la Lazio è un flop
Il sacrificio della Coppa Italia per rispamiare i titolari non ha sorriso al tecnico azzurro, appoggiato dal patron: i biancocelesti vincono due volte, sconfessando entrambi

Antonio Conte (Ansa)
Napoli, 9 dicembre 2024 - A margine della sconfitta incassata in Coppa Italia giovedì sera, Antonio Conte se l'era cavata in maniera più diplomatica, parlando di scelte ponderate operate per tastare il polso alla qualità globale della rosa, accontentare tutti, dando minuti ed evitando di spaccare il gruppo e, soprattutto, gestire le forze dei cosiddetti titolarissimi in vista di una stagione ancora lunga: il tutto ricusando le accuse di aver perso di proposito per liberarsi di una competizione spesso vissuta più come un fastidio che come un'occasione in più per arricchire la bacheca del proprio club. D'altronde, lo stesso Conte appena poche ore prima della partita, nella conferenza stampa della vigilia, aveva lamentato per l'ennesima volta per il suo Napoli l'assenza di tornei extra la Serie A, a suo dire buoni per alzare il tasso di competitività della squadra e allenarsi ancora meglio. Il giorno dopo il tris incassato all'Olimpico che era costato agli azzurri la quarta eliminazione di fila agli ottavi di finale, a mente fredda, e dunque senza l'alibi dei commenti a caldo, Aurelio De Laurentiis aveva parlato senza mezzi termini di un 'allenamento' da vivere in quanto tale, e dunque non come la perdita dell'unico obiettivo in stagione a parte il campionato, appoggiando inoltre la decisione del proprio tecnico di schierare tutte le seconde linee possibili per risparmiare i big: con la promessa che domenica, nel secondo testa a testa ravvicinato tra le due rivali, le cose sarebbero andate diversamente.
Napoli-A vs Napoli-B
In effetti, il patron, uno che tra l'altro durante la sua gestione ventennale non si è risparmiato in quanto a festeggiamenti quando la Coppa Italia è stata portata a casa, non è andato molto lontano dalla realtà: il risultato, a favore della Lazio, è passato da 3-1 a 1-0. A cambiare è anche il roster schierato da Conte: dalle seconde (e terze) linee ai titolarissimi. Probabilmente questo è lo step di cui ben pochi si sono ravveduti: tra il Napoli-B, quello di giovedì sera, e il Napoli-A schierato nel posticipo della domenica le differenze a livello di rendimento sono state esigue. Anzi. Basti pensare alla discutibile gestione dei cambi che ha portato praticamente gran parte della piazza a invocare mosse dalla panchina che invece sarebbero arrivate solo al 76': ancora più tardiva, sempre a detta della maggioranza degli presenti a Fuorigrotta, la sostituzione tra Romelu Lukaku, ancora una volta tra i peggiori, e Giovanni Simeone, subentrato solo al 92' anche in barba alla statistica che lo vede spesso letale contro la Lazio. In effetti, il Cholito aveva trovato la via della rete anche giovedì, in quello che era stato definito un 'allenamento'. Nella 'partita vera', in realtà, i big avrebbero prodotto ben poco in più: per la precisione qualche tiro dalla medio-lunga distanza e un palo esterno scheggiato da Amir Rrahmani su calcio d'angolo. Dall'altro lato, il montante aveva salvato Alex Meret sul clamoroso bolide di Fisayo Dele-Bashiru: lo stesso portiere friulano, nel corso del primo tempo, era stato superlativo sul tiro a giro di Gustav Isaksen, per un duello che si sarebbe ripetuto nella ripresa ma con ben altro esito. Il risultato è presto detto: il Napoli, sia nella veste meno elegante schierata in Coppa Italia sia con addosso quella di lusso del campionato, perde contro la Lazio, che si prende rispettivamente i quarti di finale e un successo prestigioso che rischia di rimescolare le carte ai piani altissimi della classifica ben oltre quanto dicano i freddi numeri, a loro volta viziati dai tanti asterischi che verosimilmente resteranno in piedi fino a febbraio inoltrato.
Perdere aiuta a perdere
Proprio per questo, e anche per un calendario che vede il girone di andata con ancora diverse partite in programma, la situazione è ancora molto parziale e lo sarebbe stata anche in caso di vittoria del Napoli. Eppure, al di là di quello che dice una classifica che ora vede nell'Atalanta la nuova leader, la lezione impartita dalla Lazio agli azzurri è netta e doppia. La prima: la Coppa Italia va onorata nelle scelte tattiche, nel rendimento sul campo e anche sul piano dialettico. La seconda: se vincere aiuta a vincere, perdere aiuta a perdere, come tra l'altro emerso già in precedenti simili dalle parti di Fuorigrotta allorché l'accantonamento della competizione nazionale non aveva portato con sé benefici, solo nell'immediato o addirittura a lungo termine, in campionato. Certo, il tabù ottavi di finale è di lungo corso e anche piuttosto variegato nella sua composizione, con quattro riproposizioni di fila alle quali il Napoli si è presentato con diverse velleità stagionali. Parlando solo degli ultimi due precedenti, nell'anno dello scudetto gli azzurri uscirono contro la Cremonese poi retrocessa a fine anno così come al termine della scorsa stagione il medesimo destino sarebbe toccato al Frosinone, corsaro 4-0 al Maradona: due picchi di due Napoli ben diversi accomunati proprio dall'infausto destino toccato alla Coppa Italia, incredibilmente snobbata anche da Conte, la cui resa ha assunto tratti ancora più apocalittici dopo le parole di De Laurentiis. Parole che, chissà, a distanza magari avranno caricato la Lazio e Marco Baroni, il 'normal one' che ha messo due volte sotto scacco il ben più mediatico avversario di turno. Al di là delle eventuali dietrologie, quasi come una punizione inflitta dalle divinità del calcio, nel giro di 72 ore gli azzurri perdono la Coppa Italia e la vetta della classifica. E lo stesso Conte, forse per la prima volta fin dal suo approdo sulla panchina del Napoli, vede la propria credibilità minata da scelte discutibili in campo e fuori. Poi c'è De Laurentiis, mai come quest'anno defilato dai riflettori principali: il patron torna a riprendersi il centro del palco per etichettare come un 'allenamento' la partita di Coppa Italia del suo Napoli, seppur in versione B, paventando la certezza che in campionato le cose sarebbero andate diversamente. Ai posteri e al campo l'ardua sentenza.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su